Oristano 24 novembre 2019
Cari amici,
“Parassita” non
è certo una parola simpatica, in quanto sta ad indicare qualcuno o qualcosa che
vive alle spalle degli altri; in sostanza evidenzia un soggetto che sottrae
energie ad un altro per vivere, creandogli in linea di massima un danno. Lasciando da parte il nostro mondo, quello umano e tuffandoci in quello vegetale, possiamo rilevare che, se è pur vero che “ogni regola ha la sua eccezione”, in questo mondo vegetale risulta valida l'affermazione che certe forme di parassitismo possono contenere un mutuo scambio, ovvero un "do ut des", come per esempio avviene tra un particolare parassita (di cui voglio parlarvi oggi), l'IPOCISTO, e il cisto, che vive appoggiandosi all'altro, in un mutuo
scambio di favori.
L'Ipocisto è una pianta che vive in Sardegna. Esso risulta
simbioticamente legato al cisto, e proprio per questo motivo ha preso il nome
di “Ipocisto”. Ma vediamo ora insieme le sue curiose caratteristiche e
proprietà, che in passato i sardi scoprirono e utilizzarono a scopo curativo, benefici che anche le
moderne analisi hanno confermato, rilevando che l’Ipocisto è in possesso di determinate
sostanze molto utili all’uomo, come antiossidanti, antimicrobici e
antimacchia.
L’ipocisto (nome
scientifico Cytinus hypocistis), è una pianta fanerogama appartenente alla
famiglia delle Citinacee; vive installandosi e trovando vita e sostentamento
nelle radici del cisto (in sardo Mudregu, Mudreku o Mudrecu), pianta
ampiamente diffuso in Sardegna. Questa simbiosi risulta necessaria in quanto, mancando
l’ipocisto di parti verdi, è privo di clorofilla (il pigmento verde delle
foglie), per cui risulta incapace di produrre da sé le sostanze nutritive, che
recupera invece installandosi sulle radici del cisto per vivere. Tuttavia la
convivenza creata con il cisto risulta da quest’ultimo ben accetta, tanto
che non traspare nessuna reazione di sofferenza, in quanto sicuramente esiste un mutuo, scambievole vantaggio.
L’ipocisto, in Sardegna è
chiamato con diversi nomi, che variano da zona a zona; Cabòne de mudrecu
(in Ogliastra), Caboniscu de mudregu (nella Sard. Merid.), Vrore ‘e
mudreku (a Lodè), Rosa de mudregu (in loc. div.). Nell’Isola risulta
presente in particolare con due specie: l’ipocisto giallo (Cytinus hypocistis),
che cresce sul cisto bianco e l’ipocisto rosso (Cytinus ruber), che cresce sul
cisto rosa.
L’ipocisto una volta
raggiunte le radici del cisto inizia la sua fase vegetativa sotto il livello
del suolo, emergendo poi dal terreno con delle foglie carnose e squamiformi già
formate. Nella maggior parte dei casi, le piante nate sul cisto sono solitarie
o in coppia, talvolta però possono anche formare gruppi molto numerosi e
compatti di una ventina di esemplari o anche più. Lo sviluppo delle piante
avviene alla fine del periodo invernale e la fioritura nei mesi di aprile e
maggio.
Il Cytinus hypocistis,
ovvero il cisto giallo, è molto affine al Cytinus ruber, il cisto rosso, tanto
che abitano e vegetano negli stessi ambienti. Le due varietà si differenziano
per avere uno le foglie di colore rosso aranciato e i fiori da giallo vivo a
giallo-limone, mentre l’altro ha invece le foglie di colore rosso
carminio e i fiori bianco puro, bianco-rosato o bianco avorio.
Negli anni della mia
gioventù (nella prima metà del secolo scorso) i fiori dell’ipocisto erano
utilizzati in modo curioso da noi ragazzi; mentre gli adulti esperti ne
utilizzavano il succo come tonico, astringente ed emostatico, noi,
invece, ricavavamo dall’ovario una sorta di sostanza appiccicosa che adoperavamo
nei diversi giochi (allora i giocattoli erano quasi inesistenti), ed è per
questa ragione che l’ipocisto era chiamato anche pianta della colla.
In tempo moderni il
cisto si è rivelato, come dimostrano i recenti studi effettuati
dall’Università di Cagliari, ricco di sostanze molto utili all’uomo. L’equipe
che ha analizzato a fondo questa pianta, in particolare la sua composizione e le attività
biologiche, ha fatto una campionatura degli estratti che successivamente sono
stati analizzati con HPLC e MS; l’analisi ha riguardato sia esemplari di
ipocisto giallo che di ipocisto rosso, raccolti sui Monti dei Sette Fratelli
nel Sud Sardegna.
Entrambe le specie hanno
rivelato la presenza di polifenoli (soprattutto tannini), anche se in misura
maggiore nel cisto giallo. I diversi test effettuati in provetta dai
ricercatori hanno evidenziato che gli estratti di ipocisto, in particolare
quello giallo, possedevano ottime capacità antiossidanti e antimacchia; inoltre
i polifenoli, oltre ad essere in grado di “spazzare via” i dannosi radicali liberi, sono
risultati capaci di inibire la tirosinasi: un enzima che, in caso di eccessivo
funzionamento, aumenta la produzione di melanina, favorendo la comparsa delle
macchie brune sulla pelle.
E non è tutto. L’ipocisto
sardo, oltre che rivelarsi un potenziale antimacchia, si è rivelato anche
un potente antimicrobico. I ricercatori, infatti, hanno appurato, dopo 24 ore di
incubazione, la morte dei ceppi di Staphylococcus aureus, Staphylococcus
epidermidis e Staphylococcus faecium.
Cari amici, questo interessante
studio dimostra che in natura tutto è praticamente perfetto! Anche ciò che a
prima vista appare negativo o poco consono, come di norma si pensa per un
parassita, che appare come uno sfruttatore di altri; in realtà, invece, questo entra “in
simbiosi” con l’altro utilizzando le sue sostanze, ma anche restituendo, direttamente o
indirettamente, qualcosa di suo in cambio. Una dimostrazione che evidenzia la perfezione della natura, dove il “parassita profittatore assoluto” non esiste, in quanto
se prende da una parte, è anche in grado di restituire qualcosa dall’altra! Credo che solo l'uomo, col suo grande egoismo ha creato un "parassitismo" anomalo, rompendo i millenari, perfetti equilibri prima esistenti.
A domani, amici.
Mario
1 commento:
Questa pianta si trova anche all'Isola d'Elba dove c'è tanto ci sto. :-) Grazie per le preziose informazioni!👍
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