Oristano 19 novembre 2019
Cari amici,
L’evoluzione della
scrittura in realtà non si ferma mai. La Comunicazione scritta ha dimostrato di
essere un sistema variabile nel tempo, da adattare alle diverse necessità della
Società che anch’essa cambia in continuazione. Mettere nero su bianco
(si fa per dire) su quanto succede nella Società, comunicare in modo non
verbale ma scritto, fu la vera, prima grande rivoluzione tecnologica
dell’umanità nella trasmissione del pensiero. Nonostante la critica platonica
contenuta nel Fedro (275a), secondo cui essa avrebbe costretto gli uomini a richiamare
le cose alla memoria meccanicamente dall’esterno e non più per introspezione,
la conservazione scritta del pensiero ha permesso alle numerose generazioni che
hanno fatto la storia, di trasmettere ai posteri quanto loro accaduto.
Le origini della
scrittura risalgono a circa 5.500 anni fa, come hanno dimostrato gli archeologi
durante le loro ricerche, svolte in almeno 4 punti del pianeta: in Medio
Oriente, in Egitto, in Cina e nell’America precolombiana. In Mesopotamia, per
esempio, la scrittura compare tra il 3500 e il 3300 a.C., come è testimoniato
dalle tavolette d’argilla trovate intorno al luogo dove sorgeva il tempio della
dea Inanna a Uruk; in Egitto il sistema di scrittura per geroglifici è
testimoniato verso il 3150 a.C., (come è attestato dalla tavolozza di Narmer),
mentre a Creta la scrittura risulta presente tra il 2000 e il 1200 a.C.
Col passare dei secoli l’evoluzione è continuata senza sosta: nascono i primi alfabeti fonetici, che si sviluppano nell’area delle
città fenicie o comunque sulla costa orientale del Mediterraneo. L’alfabeto
greco, che fu tra l’altro alla base dei moderni sistemi di scrittura, si
sviluppò tra IX e VIII secolo a.C., partendo dalla base dell’alfabeto fenicio. Successivamente
il più diffuso alfabeto discendente da quello greco fu l'alfabeto latino, che
si diffuse rapidamente in tutto il mondo allora conosciuto, conquistato quasi per intero dai romani. Per
farla breve, nei secoli successivi avvennero quei numerosi perfezionamenti e
cambiamenti ulteriori, che hanno portato la scrittura allo stato attuale.
Ebbene, per chi pensasse che l’evoluzione
della scrittura, quello straordinario sistema di trasmissione del pensiero umano, fosse terminata, che la scrittura fosse ormai arrivata al top, al capolinea, si può rispondere con un sicuro "NO", perché essa continua senza sosta a modificarsi ulteriormente, e in futuro certamente lo farà anche in maniera più
forte e innovativa, visti i costanti, nuovi sistemi che la tecnologia mette sul tappeto.
L’evoluzione di cui voglio parlare con Voi oggi è quella più recente, quella enormemente innovativa, che è stata definita, con un termine mutuato dall’inglese, “Digital Writing”, avvero scrittura digitale, che, rispetto alle forme precedenti dello scrivere, ha al suo interno delle sue particolari, nuove e diverse regole.
L’evoluzione di cui voglio parlare con Voi oggi è quella più recente, quella enormemente innovativa, che è stata definita, con un termine mutuato dall’inglese, “Digital Writing”, avvero scrittura digitale, che, rispetto alle forme precedenti dello scrivere, ha al suo interno delle sue particolari, nuove e diverse regole.
Luciana De Laurentiis,
senior manager of Internal communication di Fastweb, e autrice del libro Digitaliano, conosce perfettamente il nuovo sistema, in quanto è costantemente impegnata in corsi di formazione per parlare
delle diverse tecniche che qualificano il Digital Writing, oltre che
delle nuove sfide che nell'era digitale ci troviamo ad affrontare. La Fastweb,
azienda per cui opera Luciana De Laurentis, ha deciso di dedicare all'universo
digitale un’attenzione particolare, tanto da aver creato recentemente la Fastweb
Digital Academy, una realtà (che opera in modo totalmente gratuito) nata per
far conoscere in modo pratico “i trucchi” della moderna scrittura digitale.
Amici, certo è che dalle “tavolette
d’argilla” di cinquemila anni fa al “Cloud” dell’era moderna, di
acqua ne è passata tanta sotti i ponti! Anche facendo il confronto con i tempi
abbastanza recenti, gli impegni lavorativi di oggi (lettere commerciali o
personali battute a macchina, stesura di conferenze o scrittura di libri o
romanzi), sono straordinariamente diversi da quelli di 10 anni fa. Rispetto ad
ieri c’è da mettere in luce che la scrittura corrente, nell'era del digitale, presenta
una linea di confine sottilissima tra la realtà e la percezione; il
para-verbale della scrittura, per esempio, finirà per parlare di noi a qualcuno
che di fatto non ci conosce, e che fatica a capire che cosa vogliamo veramente
comunicare. Ecco allora la necessità di utilizzare un linguaggio semplice e immediatamente
comprensibile.
In quest’ottica le regole
della scrittura digitale sono semplici ma rigorosissime. Regole che in primo
luogo perdono, senza possibilità di recupero, fronzoli e abbellimenti, in
quanto il messaggio deve arrivare dritto al cuore di chi lo legge. In realtà l’idea
dello snellimento del messaggio non è una fantasiosa ipotesi nata oggi, ma mutuata
da un pensiero di 70 anni fa, fatto da un grande uomo del passato, quel paffuto
signore passato alla storia come uno dei più grandi politici inglesi: Winston
Churchill. Sir Winston, nel 1945, emanò una circolare per insegnare a scrivere
i telegrammi con le stesse regole che usiamo oggi nel digitale. Incredibile ma
vero!
Le regole del “Digital
Writing” sono molto chiare: bisogna cercare di mettersi sempre nei panni di
chi legge quanto scriviamo, facendo sempre una scelta accurata di parole
con l’utilizzo di una sintesi efficace, ristrutturando i contenuti e ipertestualizzando
il testo, sfruttando il più possibile l’utilizzo dei link; queste sono le
tre regole chiave da seguire per avere una scrittura di buon livello nell'universo
del digitale. Regole di sintesi, valide non solo per quanto scritto, ma anche per
il discorso parlato, anche in questo caso cercando di essere il più possibile:
concisi, cortesi e convincenti.
Cari amici, che scriviamo
una lettera o una email, un post sui social, o un commento a quanto pubblicato
da altri, la regola è sempre la stessa: brevi, chiari e sintetici. Lo possiamo
fare utilizzando sempre un linguaggio positivo, semplice, evitando l'utilizzo
delle parole straniere e dei luoghi comuni. Chi ci legge deve capire subito il
nostro pensiero, perché il tempo è sempre più prezioso!
Chiudo ricordando di non dimenticare mai che "le parole sono e rimangono sempre pietre", a volte anche pesantissime (che una volta lanciate non si possono richiamare per farle tornare indietro), per questo vanno usate e soppesate bene, soprattutto oggi nell’era digitale dove ogni pagina dei social è una lavagna aperta sul mondo!
Chiudo ricordando di non dimenticare mai che "le parole sono e rimangono sempre pietre", a volte anche pesantissime (che una volta lanciate non si possono richiamare per farle tornare indietro), per questo vanno usate e soppesate bene, soprattutto oggi nell’era digitale dove ogni pagina dei social è una lavagna aperta sul mondo!
A domani.
Mario
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