Oristano 11 novembre 2019
Cari amici,
Tra le tante campane,
tutte molto diverse, il problema rimane. La gente, preoccupata, continua ad interrogarsi, per sapere se il 5G, seppure
portatore di ulteriore tecnologia, sia o no pericoloso per la nostra salute!
Le voci che circolano in continuazione servono solo a confondere le idee:
possono essere solo bufale che creano allarmismo, oppure fonte di verità, nel senso di pericolo per la nostra salute. Il 5G continua a scatenare timori, paure, incertezze non solo in Italia ma in tutto il mondo, tanto che alcuni Governi per ora ne
hanno vietato l’uso, a partire dall’installazione delle antenne particolari che il G5 richiede.
Al centro del problema c'è il
pericolo delle radiazioni. È ben noto che nella nostra vita siamo costantemente
inondati di radiazioni; esse costituiscono da sempre una componente del nostro
Pianeta: sono radioattive molte rocce, una certa radioattività la troviamo nel
sottosuolo, nei pavimenti e nelle pareti delle nostre case, nel cibo che
mangiamo e nell’acqua che beviamo! Basti pensare che anche il nostro corpo è
debolmente radioattivo!
Che dire poi dell’immensa
quantità di radiazioni che circolano nello spazio (come i raggi gamma), a cui
si aggiungono le radiazioni prodotte dall’uomo con la tecnologia, come i forni a microonde, i
ponti radio, oltre la vasta gamma dei diversi sistemi di comunicazione. I numerosi studi effettuati sul fenomeno hanno calcolato che la dose massima per persona (quella che è
dimostrato non provoca danni alla salute) dovrebbe attestarsi sui 620 millirem
(il REM è l’unità di misura delle radiazioni ionizzanti), di cui metà proviene
da fonti naturali e l’altra metà da attività umane. Con l’avvento dei
cellulari, il cui funzionamento è possibile solo attraverso una selva di antenne poste
sopra i nostri tetti, queste onde elettromagnetiche sono aumentate a dismisura.
Ed è proprio su quest’immensità di radiazioni che l’opinione pubblica ha
espresso da tempo tutte le sue paure.
Diverse le posizioni
degli studiosi e degli scienziati interpellati sull’argomento. Con la capillare
diffusione dei cellulari, dai 3 G ai 4 G, fino ad arrivare ora al 5 G, la cui potenza annienterebbe quella dei cellulari precedenti. Si, ora il 5G promette addirittura miracoli: di essere per esempio 100 volte più
veloce del 4 G, fornendo tra l’altro anche un accesso illimitato a internet.
Con questa tecnologia nuovissima non solo si potrà scaricare un video dalla
rete in pochi secondi (nell’ordine di gigabit al secondo, molto maggiore dei 10
megabit per secondo del 4G), ma si potranno anche inviare e ricevere file pesantissimi in un tempo inferiore a un millesimo di secondo, ovvero
istantaneamente. Ma questo non è tutto.
Il 5G sarà anche la
piattaforma in grado di far funzionare in tempo reale l’Internet delle cose (internet of things), che significa poter connettere praticamente tutte le apparecchiature di casa, controllandole da remoto; in sostanza consentirà di creare le Smart city, aumentando in maniera esponenziale le
possibilità di utilizzare la realtà virtuale, come, per fare esempio, usare le automobili
senza pilota. Insomma, un enorme passo avanti tecnologico! Il problema è uno
solo: a che prezzo tutto questo? La tecnologia che fa funzionare il 5G è stata testata sul
serio, per accertare se risulta pericolosa per la salute, oppure è un'avventura che non sappiamo cosa comporta in termini di rischio salute? Questo è in realtà quanto
si chiede la gente.
La preoccupazione è diffusa praticamente in tutti i Paesi sviluppati, dagli Stati Uniti all’Europa. In
Italia “Alleanza italiana stop 5G” ha consegnato nel febbraio scorso in Parlamento una petizione firmata da 11 mila cittadini, chiedendo una moratoria
per l’introduzione di questa nuova tecnologia perché sono assenti gli studi
preliminari sul rischio per la salute pubblica. E movimenti di questo tipo sono
sorti anche in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Sulla dannosità di cellulari,
Wi Fi e antenne sono state fatte molte indagini negli ultimi vent’anni, ma le
conclusioni non sono mai apparse definitive e sicure, con numerose
contraddizioni; dalle statistiche storiche sul cancro, tuttavia, non appare
esserci stato un aumento significativo dei tumori dopo l’introduzione dei
cellulari. Ovviamente gli studi sul 5 G continuano senza sosta, ma, come spesso
avviene quando sul problema grava un grande interesse commerciale, i dati pubblicati risultano contraddittori, considerato anche il fatto che molto spesso la dannosità più
o meno possibile dipende dall’uso che ne viene fatto, ovvero dalla quantità di ore
che lo strumento viene usato.
Negli USA intanto sia La
Food and Drug Administration che la Federal Communications Commission, al
momento ritengono che i limiti di sicurezza oggi in uso siano accettabili;
l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Agenzia Internazionale per la
Ricerca sul Cancro, invece, ritengono che queste radiazioni abbiano la
possibilità di essere cancerogene.
Quanto al nostro Istituto
Superiore della Sanità, risulta che sta dalla parte di quelli che non ritengono
queste radiazioni così pericolose. Nel rapporto Radiazioni a radiofrequenze
e tumori, sintesi delle evidenze scientifiche pubblicato recentemente, e
nel quale vengono inserite anche delle valutazioni fatte dall’International
Agency for Research on Cancer, l’Istituto sottolinea che l’uso comune del
cellulare non dovrebbe essere associabile in alcun modo all’incremento di
rischio di tumore cerebrale. Nel rapporto si dice anche che, per quanto
riguarda le future reti 5G, al momento non è possibile prevederne gli effetti.
Cari amici, mi sembra di
assistere al processo che ha condannato Gesù; gira e rigira, mi pare che resti
da stabilire solo dove si colloca il Pilato della situazione! Personalmente sono
convinto che attendere un miglioramento, un perfezionamento degli studi sulla eventuale dannosità del nuovo sistema sia
cosa saggia, anche se so bene che il progresso, anche quando potrebbe fare danni, è
impossibile da fermare.
A domani.
Mario
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