Oristano 14 ottobre 2019
Cari amici,
La folla che lo scorso sabato
12 ottobre ha riempito oltre misura la sala S. Pio X del nostro Museo Diocesano
era proprio quella delle grandi occasioni. Del resto il motivo era di grande
richiamo: una mostra che metteva insieme quattro “grandi artisti”, oggi purtroppo
scomparsi, che nel passato recente hanno animato in modo importante il mondo
dell’arte del nostro territorio, qualificandosi come eccellenti non solo in
campo regionale ma nazionale e internazionale.
Stiamo parlando di
Antonio Amore, Carlo Contini, Antonio Corriga e Giorgio Farris, pittori le cui opere
oggi abbelliscono e qualificano strutture private e pubbliche, in particolare
musei e luoghi di culto. Ad allestire e rendere operativa la mostra lo staff
eccellente del Museo Diocesano, diretto dall’Architetto Silvia Oppo e con l’efficiente
collaborazione di Antonello Carboni, critico d’arte, autore e regista di corti e filmati riguardanti le varie forme d'arte in Sardegna.
A mostra importante
presenze importanti, a partire dall’Arcivescovo Mons. Roberto Carboni, presente
per la prima volta (come padrone di casa) all’inaugurazione di una mostra al Museo diocesano; tra le
altre autorità presenti, rappresentanti del Comune capoluogo (Sindaco, V. Sindaco e Assessori), della Prefettura (il V. Prefetto vicario), della
Provincia (l'Amministratore straordinario) e delle diverse strutture militari del territorio. Presenti anche i familiari
dei quattro artisti protagonisti della mostra.
A prendere la parola per
prima è stata la direttrice del Museo, Silvia Oppo, che ha
ringraziato per la sua presenza l’Arcivescovo, padrone di casa, e poi, in ordine,
tutte le altre autorità. Ha poi preso la parola Monsignor Carboni, che si è
compiaciuto per l’eccellente lavoro svolto, ringraziando tutti, a partire da quelli
che avevano contribuito mettendo a disposizione le opere esposte; ha iniziato con la "sua" Famiglia francescana, che aveva “prestato” il pezzo più importante: la copia
del Cristo di Nicodemo, opera di Carlo Contini, passando poi a tutti gli altri. Dopo i saluti delle diverse autorità, Silvia, riprendendo la parola, ha
chiamato al podio il critico d’arte Antonello Carboni, con l’invito a chiarire
il significato dato alla mostra: “SOMIGLIANZE DI FAMIGLIA”.
Con la classe che lo
contraddistingue, Antonello Carboni ha cercato di chiarire l’allocuzione usata, partendo dal concetto filosofico di base. Somiglianze, ha detto, è un concetto ad
ampio spettro, che può identificarsi anche nel rappresentare lo stesso soggetto
in diverse versioni (ognuno con il proprio sentire, con il proprio stile); “cosa
lega un prato verde e un’auto verde?”, si è domandato, non certamente solo
il colore! Ed è così anche nell'arte, nella rappresentazione dei soggetti utilizzati; i quattro artisti oggi in esame, ha detto, hanno tutti realizzato delle processioni, rappresentazioni che ogni artista ha realizzato a modo suo, con la
propria visione, con il proprio estro, ma il legame tra le loro opere esiste, “le somiglianze” ci sono realmente: sta alla capacità di chi le osserva, rilevarle.
L’artista, ha poi chiarito
Antonello, cresce e si forma assorbendo molto dai luoghi e nei luoghi dove Egli
vive e opera, confrontandosi anche costantemente con gli altri artisti che
frequenta. Nel caso in parola ognuno di questi quattro artisti si è formato in
luoghi diversi, frequentando anche personaggi ugualmente diversi, di altri luoghi; solo per circa 3
anni essi si sono frequentati ad Oristano, iniziando così a conoscersi e
confrontarsi.
Dopo Antonello Carboni hanno preso la parola i familiari degli artisti: dal
figlio del prof. Amore, alla figlia del prof. Corriga (Sabina), dal fratello del prof.
Farris ai familiari del prof. Contini. Tutti hanno lodato l'iniziativa, dichiarandosi disponibili a prestare le loro opere per eventuali, successivi incontri culturali e artistici. Successivamente il pubblico è stato
invitato all’apertura ufficiale della mostra, collocata nel grande salone al
primo piano del museo.
L’ampia ala espositiva del
Museo si è presto riempita di tante persone curiose e interessate, attente a
cogliere in ogni opera la sua particolare bellezza, operando anche quel
confronto che poteva portare alla scoperta delle “somiglianze” prima indicate. Le
opere esposte erano, in gran parte, il meglio dei quattro artisti, a partire dalla
copia (olio su legno) del Cristo di Nicodemo (l'opera fu realizzata in piena guerra da Carlo
Contini nell’estate del 1941; sulla storia di questa interessantissima opera ho
scritto un post su questo blog in data 11.10.2013, e chi desidera può andare a
leggere quanto scrissi cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2013/10/carlo-contini-e-il-quadro-del-cristo-di.html.).
Nella corposa mostra si sono potuti ammirare i grandi quadri di Corriga che evidenziavano le attività agro
pastorali, alcune spettacolari processioni di Contini e di Corriga, il quadro
degli straordinari minatori di Amore e quello dei magici viandanti di Farris, tutti
quadri nei quali è possibile osservare e scoprire la straordinaria bellezza dell’arte espressa da questi quattro grandi, come, forse, mai l’abbiamo osservata prima.
Cari amici, una mostra
che evidenzia in modo inequivocabile la grandezza artistica di Antonio Amore,
Carlo Contini, Antonio Corriga e Giorgio Farris, un “poker d’artisti” che
costituisce per la nostra città un grande onore e un forte motivo di orgoglio. Quattro
artisti poliedrici e completi, che dovremmo maggiormente conoscere e far conoscere, in
particolare alle nuove generazioni, per meglio apprezzarli e approfondirne la conoscenza.
Dopo le 21.30 la serata è
proseguita a Solarussa, dove il pubblico ha potuto presenziare all’inaugurazione
della riapertura della chiesa della Madonna delle Grazie, dopo gli importanti
lavori di restauro che hanno interessato anche i dipinti di Carlo Contini, in
particolare il noto affresco del catino absidale Allegoria Arborense.
Amici, credo che questa
bella mostra meriti davvero di essere vista! Andateci, c’è tutto il tempo! Resta aperta
fino all’ultima domenica di gennaio!
A domani.
Mario
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