Oristano 16 ottobre 2019
Cari amici,
Un prezioso manoscritto
in pergamena del sedicesimo secolo, contenente “LA REGOLA” delle monache di
Santa Chiara è stato donato dalla famiglia Pili,
originaria di Seneghe, alle monache del convento oristanese. La Regola (scritta dalla Santa nel 1253), o
meglio la Forma di vita dell’Ordine delle Sorelle Povere di San Damiano,
che la fondatrice S. Chiara stabilì per le consorelle e che ebbe l’approvazione
dalla Sede Apostolica solo due giorni prima della sua morte (avvenuta il 9
agosto 1253), entrò in vigore dopo essere stata promulgata da Papa Urbano IV
nel 1263.
Il prezioso volume,
donato dagli eredi Pili in memoria del Dr. Raimondo, magistrato della Corte
d'Appello di Cagliari e della moglie Angelina, faceva parte della ricca
biblioteca di questo giudice, che certamente sarebbe stato felice di donare alle
monache clarisse oristanesi il prezioso e antico manoscritto che certamente lo
avrebbero conservato gelosamente. La figlia dei coniugi Pili, Battistina, che
col fratello ha provveduto alla consegna materiale del prezioso manoscritto, ha
dichiarato che la donazione era stata fatta proprio per onorare la memoria dei
loro genitori.
Il Monastero oristanese era
già in possesso di un antico manoscritto riportante la regola risalente al
1.300, scritto in latino e scoperto nel 1984 dal prof. Giampaolo Mele. Ora se ne aggiunge un altro e nel Monastero
oristanese diventano dunque ben due i volumi riportanti la Regola; il primo, quello
del 1.300 scritto in latino, e il secondo, del 1.500, scritto in catalano. Per
festeggiare nel modo dovuto l’importante donazione, il prof Mele ha organizzato
l’11 ottobre una partecipata conferenza dal titolo "Vita quotidiana a
Santa Chiara ai tempi di Eleonora d'Arborea".
La conferenza ha
affrontato le diverse problematiche della vita quotidiana delle monache nel convento oristanese
al tempo della giudicessa Eleonora. Tantissimi gli appassionati di storia
medievale e i numerosi amici che le nostre suore di clausura contano in città
che hanno voluto essere presenti; la Chiesa gotica di Santa Chiara era
strapiena: nessuno è voluto mancare, tanto era il desiderio di sentire il
professor Giampaolo Mele, direttore dell'Istar, che ha voluto raccontare, con
dovizia di particolari, come si svolgeva la vita quotidiana nel Monastero, quando la Giudicessa Eleonora governava la città e il giudicato d'Arborea.
All’evento, organizzato
dall’Istar (il Presidente è il prof. Maurizio Casu), in collaborazione con il Comune
di Oristano, assessorato alla Cultura e con la Regione, assessorato alla
Pubblica istruzione, erano presenti l’Arcivescovo Mons. Roberto Carboni, il
Sindaco della città Ing. Andrea Lutzu e l’Assessore alla cultura, Dr.
Massimiliano Sanna. In apertura del convegno suor Chiara Demurtas, Badessa del
Monastero, ha portato il saluto suo e delle consorelle, seguita dall’Arcivescovo
Roberto Carboni, e dalle autorità comunali; la serata è poi entrata nel vivo
con la relazione del professor Mele, paleografo e storico della musica
medievale e della liturgia.
Gli Eredi Pili hanno poi consegnato, in una pausa della conferenza, il prezioso codice manoscritto realizzato in pergamena, che è stato mostrato al pubblico con orgoglio da Suor Chiara. Un
libro straordinario e prezioso, scritto in catalano, redatto in scrittura tardo
gotica e riportante per intero l’antica Regola delle Clarisse. Nel manoscritto risulta
contenuta anche una succinta Cronaca dell’Ordine francescano, dove sono citati
diversi monasteri catalani della «custodia» di Barcellona, tra cui quello di
Pedralbes.
Ora i preziosi manoscritti
riportanti “La Regola” in possesso delle clarisse oristanesi sono come detto due: quello cinquecentesco
scritto in catalano si affianca al codice trecentesco scritto in lingua latina,
già gelosamente conservato nel monastero con la sigla 1bR, munito anche di
musica, che, come detto, fu scoperto e pubblicato dal prof. Giampaolo Mele nel 1984. I due
preziosi libri, oltre agli altri numerosi reperti (compresi gli antichi
sigilli) che il Monastero possiede, potrebbero trovare collocazione più
dignitosa in futuro museo che le Clarisse oristanesi hanno in mente di
allestire, per mostrare al pubblico il loro preziosi tesori. Il Vice Sindaco e
Assessore alla cultura Massimiliano Sanna ha condiviso il progetto del museo,
garantendo tutto il suo appoggio.
Al termine della
conferenza ha fatto seguito un concerto, eseguito dal Complesso Vocale di Nuoro
(Sezione femminile) diretto da Franca Floris, dal titolo: “Iam Sanctae
Clarae claritas. Canti a Santa Chiara nel Trecento”. Il complesso vocale ha
eseguito, tra l’altro, anche l’antichissima antifona Ancilla Christi sum
(“Sono l’ancella di Cristo”), utilizzato per la vestizione delle Clarisse ai
tempi di Eleonora d’Arborea, assidua frequentatrice del Monastero.
Cari amici, ora il
Monastero oristanese vede aumentato il numero dei suoi antichi tesori.
I due preziosi codici contenenti la Regola delle Clarisse, potrebbero essere, con i sigilli, la punta di diamante del museo che speriamo venga realizzato quanto prima. Per ora, il pubblico che era presente alla conferenza ha potuto, in via del tutto eccezionale, consultare e ammirare i preziosi libri con grande curiosità.
Un convegno, amici, davvero di grande interesse!
I due preziosi codici contenenti la Regola delle Clarisse, potrebbero essere, con i sigilli, la punta di diamante del museo che speriamo venga realizzato quanto prima. Per ora, il pubblico che era presente alla conferenza ha potuto, in via del tutto eccezionale, consultare e ammirare i preziosi libri con grande curiosità.
Un convegno, amici, davvero di grande interesse!
A domani.
Mario
Le suore di clausura del Monastero di Santa Chiara a Oristano.
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