Oristano 12 ottobre 2019
Cari amici,
L’export della Sardegna verso
i Paesi Europei parla sempre più tedesco. Le esportazioni sarde in Germania nel
primo semestre di quest’anno hanno raggiunto la cifra di oltre 41 milioni di
euro! Dei prodotti sardi approdati in casa Merkel, ben 33 milioni sono stati
piazzati dalle piccole e medie imprese. Lo si rileva dai dati estrapolati dall’elaborazione
“Trend del made in Sardegna verso la Germania” relativa ai primi 6 mesi
del 2019, realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna su base dati
ISTAT.
Soddisfatto il Presidente
di Confartigianato Sardegna Antonio Matzutzi che ha detto: “La Germania
è un partner commerciale fondamentale per il sistema economico isolano”. “Dici
export e scrivi Germania – ha continuato Matzutzi – e non solo
per le affinità commerciali che da sempre rendono Berlino uno dei primi mercati
di riferimento per i prodotti made in Sardegna”.
Nel 2017 l’export sardo
verso la Germania si era fermato poco sopra i 32 milioni di euro mentre nel
2018 si era arrivati a 36 milioni. I prodotti più venduti in assoluto sono
quelli derivati dalla raffinazione del petrolio con 9 milioni di euro; tra
quelli più commercializzati dalle PMI sarde, i lapidei con 5,5 milioni di
controvalore, i prodotti in metallo per 3,7 milioni, i vini e le bibite per 3,1
e i prodotti delle imprese lattiero-casearie con 2,3 milioni.
“Per la nostra regione la
Nazione guidata dalla Merkel è un prezioso partner di mercato; l’economia
tedesca è ancora molto forte e i nostri prodotti sono sempre molto apprezzati
in questa Nazione”, dice convinto Matzutzi. Dall’analisi prima
evidenziata è emerso anche che con un +21,5 per cento, rispetto allo stesso
periodo del 2018, la Sardegna è ora la seconda regione italiana per ritmo di
crescita verso la Nazione guidata dalla Merkel, in quanto solo la Puglia ha
fatto meglio della nostra isola con un +36,1 per cento.
Un grande vantaggio per
le piccole e medie imprese sarde, che trovano ristoro anche per le vendite di
piccolo cabotaggio, ovvero sotto il milione di euro. La lista è lunga, con
prodotti che vanno da quelli agricoli (vendite per 532 mila euro) ai tessili (per
508 mila euro), dalle calzature (per 458mila euro), ai prodotti in legno e
sughero (per 352mila euro), da quelli da forno (per 168mila euro) alla frutta
fresca e ortaggi, dalle piante vive ai pesci e crostacei.
“Molto
interessante risulta la crescita nel settore dell’agroalimentare, un comparto
in piena crescita ed evoluzione – commenta Matzutzi - che
sempre più risponde alle esigenze di una clientela che, nel corso degli anni,
ha modificato e affinato i propri gusti e stili alimentari. Per questo,
crediamo che i prodotti della nostra tradizione alimentare debbano essere
promossi ancora di più tra i tedeschi”.
La Germania da sempre
presta attenzione alle aziende artigiane sarde e alle piccole imprese, in
particolare nei confronti di quelle interessate a espandere i loro mercati e
alla ricerca di nuovi clienti. Ciò risulta dalla crescita delle esportazioni
delle aziende sarde verso il centro Europa, evidenziando un importante segnale
di vivacità del nostro tessuto economico locale. “Ciò può crescere ancora, continuando
a migliorare i ‘progetti sull’internazionalizzazione’, strumenti di grande
importanza per le PMI sarde e per l’artigianato”, come conferma il Presidente
Matzutzi.
A livello Italia nel 2018
la Germania si è confermata il partner commerciale più importante della nostra
nazione, con un volume d’interscambio di 128,4 miliardi di euro (+5,4 per cento
rispetto al 2017). Praticamente un diciottesimo del nostro PIL. Se in termini
complessivi la dinamica è positiva, quello che preoccupa è la capacità del
nostro Paese di competere su mercati extra UE. Emerge, infatti, con grande
evidenza che, pur in presenza di un mercato globale in espansione, la
composizione del nostro export è rimasta nel tempo sostanzialmente uguale a sé
stessa: l’Europa continua ad essere il principale punto di approdo, con un
valore nell’ordine del 38 per cento e una fortissima concentrazione verso
Germania (12,5 per cento) e Francia (10,5 per cento).
Di contro, il
corrispettivo tedesco è del 26 per cento con una partecipazione globale in
costante crescita. Un cambiamento, quello della Germania, che si è sostanziato
grazie (e soprattutto) ad una maggiore apertura verso la Cina, che rappresenta
oggi il primo partner commerciale del Paese con valori export/import
rispettivamente del 7 per cento e del 9,8 per cento.
Amici, il futuro, se ci
sappiamo fare, ci darà certamente ulteriori soddisfazioni.
A domani.
Mario
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