Oristano 2 ottobre 2019
Cari amici,
l’hanno sempre detto che
la quadratura del cerchio non è proprio facile, anche se in realtà, caparbiamente, in tanti continuano imperterriti a provarci. Il Governo ci sta provando proprio in questi giorni, cercando una “quadratura” per poter varare la Legge di Bilancio Ha, infatti, appena presentato la Nota di aggiornamento al
Documento di economia e finanza (Nadef) che accompagnerà la manovra economica da portare all’approvazione
in Parlamento e che poi verrà successivamente inviata a Bruxelles. Una Manovra che
viene dichiarata ambiziosa e lungimirante, e che avrà un un costo di circa 30
MD di euro.
Il Governo esibisce "serenità", millantando soluzioni mai tentate prima, ma anche molta ‘faccia tosta’, nel dichiarare la riuscita “quadratura del cerchio” senza però avere in tasca i soldi; in realtà, seppure si strombazzino soluzioni “mai trovate prima”,
quanto dichiarato in pompa magna è certo che nasconde, sotto molte pieghe, pericolose e amare sorprese. Manovra ambiziosa, viene dichiarata, in quanto oltre alla dichiarata volontà di non far aumentare l’IVA (costo
sui 23 MD di euro), si aggiungono anche la riduzione del cuneo fiscale, la
gratuità degli asili nido, un miglior trattamento economico al corpo insegnante, e una
grande attenzione all'ambiente (con costi certo non bassi), con il varo di una nuova
economia “green”, solo per citare le voci più eclatanti.
Quanto ipotizzato dal Governo risulta
essere in teoria una visione del futuro di ottimo livello, ma da realizzare con
quali soldi? Con il presunto accordo dell’Europa questa finanziaria dovrebbe essere portata
avanti “in deficit”, perché in realtà non si accenna che a riduzioni di
facciata degli attuali costi improduttivi che abbondano in molte parti della
macchina burocratica. Continuare a spendere indebitandoci sempre di più, dove
ci porterà? Se anche l’UE ci accordasse un deficit/pil al 2,24 per cento, come
li potremo recuperare questi molti miliardi aggiuntivi per iniziare a far
calare l’immenso debito che ci portiamo sulle spalle?
Inoltre, facendo i conti
un po’ in dettaglio, mancherebbero ancora all’appello, anche per la quadratura
formale, circa 7 miliardi di euro che, a quanto pare, viene dichiarato, verranno recuperati dal forte contrasto che verrà dato all’evasione fiscale e dai relativi introiti. Su questo
argomento consentitemi di soffermarmi un attimo. Si parla di evasione fiscale da
tempo immemorabile e, da che mondo e mondo, le promesse non si sono quasi mai
trasformate in denaro sonante. Un antico proverbio, valido ancora oggi,
recitava “Prima vedere moneta, poi vedere cammello”, e il concetto credo
sia chiaro per tutti. Nel mio concetto personale, i soldi che potrebbero essere
recuperati dalla lotta all’evasione, non possono essere scritti in anticipo nei
bilanci! Essi saranno una manna per le spese successive non certo utilizzabili per
far fronte alle spese anti-recupero. E credo che l'UE ragionerà allo stesso modo.
Cari amici, questo non lo
sostengo io, ma uno che certamente conosce molto meglio di me la situazione,
essendo stato Ministro delle finanze, parlo di Giulio Tremonti. In una recente intervista
rilasciata al Sole 24 Ore, l’ex ministro dell’Economia e delle finanze,
riferendosi alle recenti dichiarazioni fatte da Conte che riportavano lo slogan
“pagare meno, pagare tutti”, ipotizzando anche nuove ricette
antievasione, come il contrasto all’uso del contante incentivando l’utilizzo delle carte
di credito e penalizzando addirittura l’uso della moneta cartacea, ha definito l’idea
di Conte “un errore politico”, perché “gli sconti fiscali, il cash back
donato a chi paga con carta di credito non fa altro che favorire i ricchi, non certo i poveri”.
“La riparazione
dello stesso lavandino – ha spiegato - costa
meno a chi può dedurre la spesa, e costa relativamente di più a chi non può
farlo” e alla base di quel che si sta discutendo in questi giorni “c’è un’idea
della fiscalità congegnata in termini di polizia, applicata a un popolo di
dichiaranti e delatori, e basata sull’idea che la tassa sia una forma di
espiazione penitenziale o premiale”.
L’ex Ministro, ricordando
che l’Italia ha già una pressione fiscale elevatissima ha così affermato: “se
l’evasione fiscale è alta ed è recuperata, cresce in corrispondenza anche la
pressione fiscale. Ma solo fino al punto di rottura del sistema”. Poi ha aggiunto:
“la messa in atto dell’azione di recupero dell’evasione non può essere
pensata come mezzo di copertura, anche perché le coperture da evasione si fanno
solo con la cassa, in quanto rimane sempre la logica che ‘prima incassi’, e poi
calcoli quanto è arrivato”. Le “coperture” della spesa pubblica, realizzate con
le entrate previste da lotta all’evasione, ha spiegato l’ex ministro,
“erano lo strumento tipico della cosiddetta Prima Repubblica” che produceva
deficit e debito.
Cari amici, che il problema
sia più serio di quanto si voglia far credere è una certezza, e anche tra l’attuale
maggioranza le frizioni e i distinguo non mancano. Il Ministro Gualtieri per primo, continua
a proclamare che la manovra non si limiterà a bloccare l’aumento dell’IVA ma sarà
“Espansiva”; insomma si continuerà a contrarre debiti (per circa 14 miliardi di euro) che, forse, mai
riusciremo a pagare. I numeri presentati dicono che il rapporto deficit/pil
salirà al 2,24 per cento, lo 0,1 in più rispetto a quanto concordato con l’UE; la
crescita è stimata allo 0,6 (0,1 nel 2019), anche se le agenzie di rating ipotizzano che non supererà lo 0,4 e il debito pubblico dovrebbe restare agli stessi livelli attuali.
A molti questa riforma, considerata un buon farmaco, appare invece poco più di un placebo: far finta di togliere da una parte per aggiungere all'altra. Per esempio, amici, si mormora (in ambienti qualificati) che è quasi pronto il ricalcolo/revisione degli estimi catastali (giustificato con l'allineamento alle norme europee), con aumenti delle rendite definiti "molto consistenti". Credo che i possessori di più di una casa siano già abbastanza preoccupati. Insomma si parla tanto di
diminuire le tasse, di bloccare gli aumenti…, ma in realtà un bel nuovo termine aleggia nell'aria: "RIMODULAZIONE", che ha un significato preciso: togliere da una parte per aggiungere all'altra! Alla fine, lo sappiamo, a pagare sarà sempre il povero
pantalone…
A domani.
Mario
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