Oristano
28 Maggio 2018
Cari amici,
Ambiente e sistema
immunitario sono strettamente legati. Non è solo un'ipotesi, ma l’esito di
un recente studio effettuato da un team di ricercatori dell'Università americana
di Stanford, dal quale è emerso che quando col trascorrere del tempo il sistema
immunitario non funziona più correttamente, una delle cause di maggior rilievo
è l’esposizione ambientale.
Un ambiente carico di veleni, incide in modo preponderante sul logorio del nostro sistema immunitario. Insomma, lo studio ha rilevato che a prescindere dai geni, e dagli altri co-fattori, una bella fetta di colpa è da imputarsi all’ambiente degradato al quale, in particolare in città, siamo costantemente esposti nel corso della nostra vita.
Un ambiente carico di veleni, incide in modo preponderante sul logorio del nostro sistema immunitario. Insomma, lo studio ha rilevato che a prescindere dai geni, e dagli altri co-fattori, una bella fetta di colpa è da imputarsi all’ambiente degradato al quale, in particolare in città, siamo costantemente esposti nel corso della nostra vita.
Lo studio, pubblicato
dalla rivista Cell Host & Microbe, indica tra le “variabili nefaste” che
mandano in tilt il sistema: l'inquinamento, la scarsità di attività fisica messa in atto, i microorganismi che ci circondano, oltre ad una dieta alimentare sbagliata, che dovrebbe, invece, essere sempre adeguata. L'efficienza del sistema immunitario nell'affrontare
infezioni e agenti patogeni è dunque in gran parte determinata dai fattori
ambientali, vale a dire dall'esposizione a virus e batteri, dalla dieta, dalle
vaccinazioni e dall'igiene personale, in particolare orale. I fattori genetici, ovviamente, hanno anch’essi un
ruolo, ma non, come sempre pensato, preponderante; tutto questo è stato rilevato dallo studio accennato, basato sull'analisi di
più di 200 parametri immunologici ricavati da campioni di sangue di gemelli
omozigoti ed eterozigoti.
Il dottor Mark Davis,
Professore di Microbiologia e Immunologia e coordinatore dello studio, ha
utilizzato, con i colleghi ricercatori, un registro della Stanford University
relativo a circa 2.000 soggetti, selezionando 78 coppie di gemelli monozigoti e
27 eterozigoti. Per ciascuna coppia, sono stati raccolti campioni di sangue poi
analizzati con sofisticate tecniche di laboratorio per misurare più di 200
distinti parametri immunologici. Dall'analisi statistica delle differenze
rilevate tra coppie monozigote ed eterozigote, è emerso che nel 75 per cento dei
casi le influenze dei fattori non ereditabili, come l'esposizione ad agenti
patogeni o tossici, le vaccinazioni, la dieta o l'igiene dentale superavano
quelli ereditabili.
Insomma, la dominanza
dei fattori ambientali è risultata evidente: addirittura più spiccata nei gemelli
identici più anziani (cioè oltre i 60 anni di età) rispetto a quelli più
giovani, cioè sotto i 20 anni. “Almeno per i primi 20 anni circa della
vita, quando è in fase di maturazione, il sistema immunitario sembra capace di
adattarsi alle più diverse condizioni ambientali” - ha affermato il dottor Davis - “Un
sistema immunitario sano si adatta continuamente ai suoi incontri con agenti
patogeni, microbi innocui che albergano nell'intestino, componenti introdotti
con la dieta e così via, mettendo in secondo piano le influenze della maggior
parte dei fattori ereditabili”.
“In alcuni ambienti – ha spiegato il
dottor Davis - sembra circolare l'idea che conoscendo la sequenza del genoma di una
persona si può prevedere quali malattie avrà tra 50 anni”. "Il corredo genetico riveste certamente
un ruolo cruciale nella suscettibilità ad alcune malattie, ma il sistema
immunitario deve avere un alto livello di plasticità per poter affrontare
episodi non prevedibili come infezioni, ferite e formazioni di tumori".
Ciò sta a significare che se le difese immunitarie si deteriorano negli anni,
la colpa e' in gran parte dell'ambiente e della sua contaminazione; i veleni
quotidianamente assorbiti nella nostra giornata, logorano irrimediabilmente il nostro
sistema immunitario.
In questo modo
riusciamo a spiegarci come mai lo stesso virus può scatenare, in alcuni, un
blando raffreddore, in altri un febbrone insistente, mentre in altri nulla,
restando del tutto sani. Davanti all'aggressione di patogeni siamo tutti
diversamente vulnerabili: le maggiori differenze nella risposta immunitaria del
nostro corpo non dipendono in toto dai geni, come per molto tempo si è pensato,
ma in gran parte da fattori ambientali.
Si, amici, stessi geni, ma diverse reazioni del
nostro sistema immunitario nei confronti delle aggressioni esterne. Nei meno
giovani, i fattori ambientali influenzano considerevolmente la risposta ai
medesimi vaccini influenzali; anche la presenza o meno di infezioni virali
croniche non curate (come quella dei citomegalovirus, un virus che dà sintomi
simili a quelli di un comune raffreddore, ma che può debilitare chi è già
cagionevole di salute) gioca un ruolo importante nel determinare la risposta
del sistema immunitario.
Che fare allora? Rispondere non è facile. Una risposta, in particolare, appare al momento davvero impossibile: come diminuire l’inquinamento delle nostre grandi città? In teoria possibile, ma in pratica?
Che fare allora? Rispondere non è facile. Una risposta, in particolare, appare al momento davvero impossibile: come diminuire l’inquinamento delle nostre grandi città? In teoria possibile, ma in pratica?
A domani, amici.
Mario
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