Oristano
30 Maggio 2018
Cari amici,
Il caso più comune è
quello del controllo sulle strade quando ci mettiamo in viaggio per diletto o
per lavoro. Al possibile ALT che ci viene dato con la classica paletta,
dobbiamo fermarci, sentire le richieste ed esibire i documenti, i nostri e
quelli dell’auto. Altro caso, invece, è quello di essere fermati da un
poliziotto mentre siamo in giro con i nostri amici; la richiesta spesso viene
fatta anche da agenti in borghese, come quando per esempio siamo in coda per
entrare allo stadio o ad un concerto. In tutti questi casi, amici, quale
dovrebbe essere il nostro comportamento ottimale? Come dovremmo reagire, per gestire
la situazione nel modo giusto? Siamo in grado, insomma, di conoscere per bene i nostri doveri e, soprattutto,
far valere all'occorrenza i nostri diritti? Proviamo a fare un ripasso insieme.
La prima cosa da fare è
quella di evitare di essere colti dal panico, in quanto generalmente si tratta
di un semplice controllo di routine. Cerchiamo allora di reagire nel modo
giusto, gestendo la situazione in modo pacato, senza dimenticare, però, di far
valere i nostri diritti, se pensiamo che si stia cercando di violarli. Ecco perché
è necessario conoscere bene sia i nostro doveri che i nostri diritti. Il post
di oggi, amici, vuole ribadire proprio questo: conoscere bene “i nostri diritti
ed i nostri doveri”, ai quali siamo tenuti, nel pieno rispetto del nostro
sistema di vita democratico.
In realtà, in seguito alla
pericolosa evoluzione degli eventi conflittuali (in particolare di natura religiosa) in atto, non solo a carattere nazionale
ma internazionale, che vede ormai in ogni nazione attacchi anche di tipo
terroristico, i controlli sulle persone e sui mezzi da parte delle forze dell’ordine
sono diventati più frequenti e pesanti. Per rendersene conto ci basti
pensare che, secondo i dati Istat, in Italia nel 2015 circa un milione di
persone hanno subito controlli da parte delle forze dell’ordine, e questo dato
è certamente destinato ad aumentare. Ecco, allora, alcuni suggerimenti che
possono aiutare ciascuno di noi a tenere il giusto comportamento in caso di
controlli.
Partiamo con l’alt dato
alla nostra autovettura, mentre siamo in viaggio. Intanto, cerchiamo di partire
‘col piede giusto’, fermandoci senza indugio, abbassando il finestrino, spegnendo
il motore e possibilmente guardando l’agente con un sorriso; è questo un
comportamento che incute fiducia. Poi attendiamo che sia l’agente a fare le
domande (evitiamo di farle noi per primi), sapendo che ci chiederà la patente e
il libretto di circolazione. Se riceveremo delle contestazioni sia sui
documenti che sullo stato dell’auto, non usiamo un comportamento aggressivo
oppure ci inventiamo delle scuse più o meno plausibili, ma, con calma cerchiamo
di esporre le nostre ragioni, senza mai strafare. Nell’eventuale verbale di
contestazione c’è sempre lo spazio per indicare quello che riteniamo di
voler dichiarare.
Vediamo ora quale
dovrebbe essere il nostro comportamento ottimale, nei casi in cui veniamo
fermati in città o in attesa di partecipare ad un evento (sportivo, teatrale, o
manifestazioni varie), sia da agenti in divisa che in borghese. Mentre fino al
2014 non esisteva un regolamento apposito per il controllo e l’identificazione
delle persone, ora l’appartenenza all’U.E. impone a tutti gli Stati membri
l’obbligo di informare tempestivamente e in forma scritta, attraverso la
‘Letter of Rights’, chi si trova sottoposto ai vari provvedimenti. La polizia pertanto ha la facoltà di chiedere a qualsiasi cittadino, e in qualsiasi momento, di
identificarsi.
Una delle cose da non
dimenticare è questa: se i documenti ci vengono richiesti da un agente in
borghese, abbiamo il diritto di chiedere di vedere il suo distintivo o
tesserino che lo qualifica. Se per qualsiasi ragione l'identificazione avviene
in Questura, la persona deve essere rilasciata entro 24 ore dal momento in cui
è stata comunicata la situazione al procuratore della Repubblica. Altra
importante norma da conoscere è che le forze dell’ordine non possono entrare in
casa, in auto o nel proprio ufficio senza un mandato rilasciato dalla
magistratura. Con un’eccezione però: il mandato non è necessario se la
polizia ha il fondato sospetto della presenza di sostanze stupefacenti o di armi,
oppure nel caso che la persona venga colta in flagranza di reato.
Nei casi previsti dalla
legge che l’interrogatorio debba avvenire in presenza di un avvocato difensore,
questo va scelto dall’accusato. Tornando al “Mandato di perquisizione” il
consiglio è quello di leggerlo attentamente e, nel caso ci siano cose non corrispondenti
al vero, di non firmarlo. Del verbale effettuato a perquisizione avvenuta,
pretenderne sempre copia, anche se non è stato sequestrato nulla.
Cari amici, il post di
oggi credo possa servire a rassicurarci e, soprattutto, a non demonizzare il lavoro
svolto dalle forze dell’ordine, perché il servizio svolto è necessario alla
nostra sicurezza; comportiamoci, dunque, senza inutili paure, se non abbiamo
niente da nascondere! La polizia non è un nostro nemico ma un amico che presta aiuto
alle persone oneste. Le forze dell'ordine svolgono un lavoro non facile, teso
sempre a far rispettare la legge a tutti i cittadini, quindi operano nell’interesse
dei cittadini onesti, non a loro danno! Ecco perché ho ritenuto oggi di
ricordare a tutti sia i nostri doveri che i nostri diritti! Un ultimo consiglio: sono entrate in vigore norme nuove sul Codice della strada: pesanti sanzioni per l'uso del telefonino durante la guida. Il consiglio e di prenderne nota, con attenzione, pena la perdita della patente!
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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