Oristano 8 Febbraio 2018
Cari amici,
Di recente il caro
amico Franco Cadeddu mi ha fatto conoscere un giovane di Oristano che mi ha
incuriosito molto: Simone Pippia. Questo
ragazzo non è il solito bamboccione, cioè uno che se la fila come tanti giovani
che vediamo oggi in giro ciondolando a destra e a manca per trascorrere la
giornata (vista anche la mancanza di lavoro), ma un tipino caparbio e deciso,
che fin da piccolo si è accorto di avere un potenziale importante: la boxe. Un istinto battagliero insito nel sangue, nel suo DNA. Nato ad Oristano
21 anni fa, Simone ha fatto i primi passi nella boxe nella palestra della
Folgore, dove, con serietà e determinazione è cresciuto, giorno dopo giorno,
combattendo come dilettante.
“Ho iniziato andare a
boxare grazie ad alcuni amici che mi hanno detto di provare perché secondo loro
era lo sport adatto a me”, dichiarò in un’intervista
rilasciata qualche tempo fa, quando decise di andare a migliorare la sua
tecnica negli Stati Uniti. La trasferta americana, necessaria per perfezionarsi, gli fu suggerita
da un allenatore cubano; Simone, una volta stabilitosi negli USA, ebbe la
fortuna di conoscere Jorge Rubio (uno degli allenatori del grande campione Rigondeaux)
che, vedendolo in azione, lo valutò positivamente e, sentito il parere
favorevole anche di altri tecnici, lo convinse a completare la sua preparazione negli Stati Uniti.
Ora il caparbio ragazzo
di Oristano si allena con il grande campione Rigondeaux, cosa che gli crea un
grande e piacevole orgoglio, considerato che Rigondeaux è uno dei pugili più
tecnici al mondo, anzi, probabilmente il migliore in assoluto. “Da
lui – dice Simone - ho imparato che bisogna muoversi sempre.
Sul ring non bisogna mai stare fermi”.
Ora la tecnica del
ragazzo oristanese è in continuo miglioramento e, sentiti i pareri positivi espressi
dai tecnici, è pronto a combattere: per qualche tempo ancora da dilettante e
poi da professionista. A questo fine, insieme a chi lo allena, è già alla
ricerca di un promoter in grado di metterlo “a libro paga” e consentirgli di combattere
da professionista. Simone, dopo aver trascorso le festività ad Oristano, tornerà
a breve in Florida, dove riprenderà gli allenamenti a Miami, preparato dal suo
coach americano; ormai è pronto per passare al professionismo, obiettivo che è
sempre stato il suo sogno, fin da quando iniziò a tirare i primi pugni alla
Folgore di Oristano.
Più volte intervistato,
ha avuto modo di dire che questo sport in Italia ha perso molto del suo smalto,
e, cercare di realizzarsi come pugile, da noi è sempre più difficile. Per questi motivi
Simone ha preso le valigie, ha mollato tutto, famiglia e amici, per inseguire
il suo sogno: diventare un grande pugile. Per farlo ha scelto la strada degli
Stati Uniti, che oggi è la vera la terra della boxe.
Certo, per un giovane ragazzo oristanese, mollare la pacifica vita della nostra provincia e gli affetti più cari (legati come siamo, noi sardi, alla nostra terra) è stata una decisione molto dura, ma Simone è caparbio e forte e se la cava proprio bene! Determinato nel vero senso della parola, non ha mai avuto cedimenti: non ha mai mollato.
Certo, per un giovane ragazzo oristanese, mollare la pacifica vita della nostra provincia e gli affetti più cari (legati come siamo, noi sardi, alla nostra terra) è stata una decisione molto dura, ma Simone è caparbio e forte e se la cava proprio bene! Determinato nel vero senso della parola, non ha mai avuto cedimenti: non ha mai mollato.
Cari amici, è con piacere che ho
ascoltato la sua storia, che mi ha regalato quella gioia intensa che deriva dall’apprendere
che certi giovani di oggi sono davvero bravi, che non sono, come molti sostengono, scansafatiche, dipendenti in tutto e
per tutto dagli altri, in primis dalla famiglia, pensando che tutto sia loro
dovuto.
Simone è un giovane che vuole dimostrare a se stesso e agli altri che con sacrificio e tanta buona volontà si può arrivare con le proprie forze alla meta: raggiungere il traguardo che ognuno si è prefissato; certo, non stando a guardare, ma lottando giorno dopo giorno, pugno dietro pugno, perché è con la volontà e la determinazione che si raggiungono i traguardi, anche quelli più impegnativi.
Simone è un giovane che vuole dimostrare a se stesso e agli altri che con sacrificio e tanta buona volontà si può arrivare con le proprie forze alla meta: raggiungere il traguardo che ognuno si è prefissato; certo, non stando a guardare, ma lottando giorno dopo giorno, pugno dietro pugno, perché è con la volontà e la determinazione che si raggiungono i traguardi, anche quelli più impegnativi.
Tanti auguri Simone, e…ad
maiora!
Mario
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