Oristano
11 Febbraio 2018
Cari amici,
La Chiesa sarda ha
rivestito un'importanza notevole anche nel lontano passato. Prima dell’anno
Mille, all'epoca di Gregorio Magno (590-604), la Chiesa sarda era divisa in
sette Vescovati, suddivisione che mutò durante i secoli, per arrivare nell' XI
secolo ad una moltiplicazione che le aumentò di numero, fino a 18, per essere
riportate poi, in epoca successiva, ad un minimo di 4 (nell'893). Nei primi
decenni dell’XII secolo le cose cambiarono ancora e, dopo gli insediamenti di alcuni Ordini monastici,
risorsero e ripresero vigore nuove Diocesi.
Oggi, nel Terzo
Millennio, la “Regione ecclesiastica
Sardegna”, una delle 16 Regioni ecclesiastiche in cui è suddiviso il
territorio della Chiesa cattolica in Italia, risulta composta da 3 Province
ecclesiastiche (Arcidiocesi), che sovraintendono anche alle altre Diocesi
minori, per un totale complessivo di 10 Diocesi. Eccole in dettaglio:
Arcidiocesi
metropolitana di Cagliari, che ha come suffraganee la Diocesi
di Iglesias, quella di Lanusei e la Diocesi di Nuoro;
Arcidiocesi
metropolitana di Oristano, che ha come suffraganea la Diocesi
di Ales-Terralba;
Arcidiocesi
metropolitana di Sassari, che ha come suffraganee la Diocesi
di Alghero-Bosa, quella di Ozieri e la Diocesi di Tempio-Ampurias.
Il governo della Chiesa
sarda è affidato alla Conferenza Episcopale Sarda, presieduta dall’Arcivescovo
di Cagliari, Mons. Arrigo Miglio, con Vice Presidente l’Arcivescovo di Oristano
Mons. Ignazio Sanna e come Segretario il Vescovo di Tempio-Ampurias Mons. Sebastiano Sanguinetti.
Col passare del tempo,
dunque, molte le Diocesi sarde che sono scomparse, testimoniate dalle belle
cattedrali che ne attestano l’antica importante presenza. Ecco, per completezza
d’informazione, le Diocesi sarde soppresse.
Diocesi di Castro di Sardegna, Diocesi di Dolia, Diocesi di Fordongianus, Diocesi di Ottana,
Diocesi di Ploaghe, Diocesi di Santa Giusta, Diocesi di Sorres, Diocesi di Suelli, Diocesi di Tharros.
La Sardegna ecclesiastica,
attraverso i suoi vescovi, ebbe un’importanza di non poco conto nel governo
della Chiesa di Roma, in particolare quando vigeva ancora il potere temporale
del Papa. Uno degli studiosi importanti, che si è occupato di riportare ai
posteri la storia antica della chiesa sarda, è il Professor Roberto Lai.
Nativo di Ottana, il
professore ha effettuato minuziose ricerche sull’avvicendarsi degli uomini di
Chiesa nelle Diocesi della Sardegna; alcuni di questi uomini si sono rivelati molto importanti, tanto da lasciare una
traccia forte del loro governo all’interno della struttura ecclesiale del
periodo. Ricerche, quelle del professore, che hanno messo in luce vicende anche curiose, che
contraddistinsero l’opera dei Vescovi sardi, in particolare quelli di Ottana, di
Santa Giusta e di Ales.
Relativamente a queste
due ultime Diocesi, esse, quando in Vaticano imperava
la famiglia Borgia, annoverarono due importantissime figure: quella del vescovo di Santa
Giusta Gaspar Torrella e quella di Pere Garcia, vescovo di Ales. Siamo nel Medioevo, nella seconda
metà del XV secolo, e la Chiesa era dominata dalla potentissima famiglia Borgia,
proveniente dal regno di Valencia, che riuscì a far eleggere due Papi: Callisto
III e Alessandro VI.
Gaspar Torrella, e Pere Garcia soggiornarono poco in
Sardegna, governando le rispettive Diocesi per procura, in quanto stretti
collaboratori della famiglia Borgia impegnati ad occuparsi di ben altre faccende.
Torrella era Archiatra pontificio, medico esperto e famoso, che scrisse diversi
testi di medicina, tra cui nel 1497 il primo trattato sulla cura della sifilide.
Ampiamente beneficiato da Papa Borgia, fece parte del Capitolo dell’Arcidiocesi
di Cagliari, oltre che di quello di Dolia, di Sulci e di Bosa.
Pere Garcia, come
racconta il Professor Roberto Lai nei suoi scritti, era anch’esso un
personaggio di grande fede e cultura, avendo compiuto i suoi studi nella
prestigiosa Università di Parigi. In virtù della fama che lo accompagnava, fu
incaricato di confutare alcune tesi riportate in una pubblicazione di Pico
della Mirandola, dal titolo “Conclusiones de omni re scibili”. Il 15 di Ottobre
del 1489 Egli, attraverso la stesura dell’opera “Determinationes magistrales apologeticas Ioannis
Pici Mirandulensis”, con una dottissima riflessione confutò magistralmente
le conclusioni a cui era arrivato Pico della Mirandola. Per questa sua opera fu talmente
apprezzato e osannato da essere nominato Responsabile della Biblioteca Apostolica,
aggiungendo così un ulteriore, considerevole prestigio alla sua persona. Onori e prestigio
che lo portarono, successivamente, a insediarsi nella prestigiosa cattedra
episcopale di Barcellona in Spagna.
Cari amici, un grande
grazie al Prof. Roberto Lai, sardo DOC, che, con certosina pazienza e grande capacità,
con i suoi studi ha messo in luce tanti importanti particolari delle antiche vicende
della nostra Chiesa sarda.
A domani.
Mario
Vescovi sardi col Papa (10 Ottobre 2015)
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