Oristano 21 Febbraio 2018
Cari amici,
Quale sarà il futuro alimentare del mondo, che in tempi brevi arriverà a contare circa 10 miliardi di persone? L’argomento è complesso, studiato da tanti esperti. Nel mio piccolo il tema l’ho già trattato diverse volte su questo blog. Chi è
curioso può andare a leggere quanto ho scritto in data 15 Luglio 2016 cliccando
sul seguente link http://amicomario.blogspot.it/2016/07/la-vertical-farm-lagricoltura-del.html.
Il difficile dilemma di
come riuscire a sfamare oltre 10 miliardi di persone non
è certo un’impresa di poco conto, se pensiamo che già oggi per produrre il cibo
necessario agli abitanti attuali, vengono consumate quantità enormi di materia
prima come il suolo, l’acqua, l’energia e via dicendo. Il suolo, per esempio è
qualcosa che non si può certo estendere come un elastico, e che, tra l’altro,
sta subendo desertificazioni sempre più vaste; non solo le colture ma anche l'allevamento
come lo concepiamo oggi, anch'esso così dispendioso come consumo di materie prime, che dovrà per forza di cose
essere ridimensionato e ripensato (inizia ad essere prodotta la carne in
laboratorio).
Quale dunque potrà
essere il futuro dell’agricoltura e della pastorizia, in uno scenario che vede
da un lato la progressiva scomparsa di terreni fertili a causa del cambiamento climatico,
e dall'altro l'aumentato fabbisogno alimentare mondiale? Oggi
la quasi totalità degli alimenti che consumiamo (il 95 per cento) deriva dallo
sfruttamento del suolo, per cui bisognerà necessariamente trovare soluzioni
diverse e innovative.
Per fare un esempio
calzante, la FAO ha calcolato che ogni minuto che passa il nostro pianeta perde, come sulo coltivabile,
l’equivalente di 30 campi da calcio a causa dell’inaridimento dei suoli (riduzione
della risorsa idrica) e dell’utilizzo di erbicidi e fitofarmaci. Se non si
adotteranno innovativi sistemi agricoli di coltivazione, è calcolato che nel
2050 la quantità di terra arabile e produttiva disponibile per persona, si
ridurrà a un quarto dei livelli registrati nel 1960.
Quale, dunque, il
possibile rimedio, considerando che, tra l’altro, la popolazione mondiale è
costantemente in crescita? Studiosi e tecnici danno, unanimi, una risposta sotto certi
molto audace e, sotto altri, addirittura shoccante: l’uomo dovrà alimentarsi
eliminando le produzioni al suolo: il terreno agricolo come lo concepiamo oggi sparirà e le produzioni di
cibo avverranno al di fuori dal suolo!
Restare a dir poco perplessi è il minimo, perché sorge spontanea un’altra domanda: in che modo, con quale sistema, potremo coltivare senza il suolo? I sistemi ci sono, rispondono con certezza gli esperti!
Restare a dir poco perplessi è il minimo, perché sorge spontanea un’altra domanda: in che modo, con quale sistema, potremo coltivare senza il suolo? I sistemi ci sono, rispondono con certezza gli esperti!
Insomma, amici,
l’agricoltura biologica come l’abbiamo concepita fino ad oggi dovrà essere
considerata acqua passata, qualcosa di obsoleto, in quanto la quantità di terreno coltivabile non avrebbe mai potuto
sfamare il continuo aumento demografico. La soluzione, l’unica secondo gli esperti, sarà allora quella
di coltivare in un altro modo, senza il suolo. Le prove già fatte dimostrano che è
possibile e, in realtà, attraverso lo sfruttamento dello spazio in modo
efficiente (verticale, a piani), si riuscirà nell'intento, in modo molto diverso da oggi.
Si, amici, seppure
la cosa appaia così difficile da comprendere, eliminare il suolo vuol dire cancellare dal nostro vocabolario il concetto di “agricoltura biologica”, arrivando ad una
rivoluzione agricola che può essere paragonata, per gli effetti, alla rivoluzione industriale dei
primi del ‘900, quando l’industria mise spalle al muro gli artigiani e le
corporazioni, travolte dalle catene di montaggio e dal prodotto
industriale che bruciava e rendeva obsoleto, accantonandolo, quello artigianale.
La stessa cosa succederà
per l’agricoltura. Le verdi campagne coltivate, le fattorie con gli animali, diventeranno
il passato: una storia antica, da libri di storia, da raccontare con dei filmati, perché l’azienda agricola
del futuro sarà un enorme grattacielo multipiano; in ogni piano una
coltivazione diversa, con temperatura e umidità mantenute all’optimum e con gli
alimenti nutritivi sciolti nei liquidi che scorreranno in solchi artificiali
dove le radici attingeranno quanto necessario. Si coltiverà in
silos-grattacieli ubicati sia in pianura che in collina o in alta montagna,
in
orizzontale e/o in verticale: poco importa l’aspetto esterno (che sarà
perfettamente amalgamato con gli spazi e le costruzioni circostanti), e tutta
la produzione avverrà nelle segrete stanze del grattacielo-fattoria.
Nulla, tra l’altro,
andrà perduto, ma totalmente riciclato. Perfino l’umidità tornerà a diventare
acqua, gli scarti diventeranno nuovamente sostanze nutritive, e anche il
trasporto sarà praticamente a chilometro zero, perché ogni località
residenziale avrà le sue fattorie all’interno del centro urbano: centri di
produzione da cui con moderne reti interne di trasferimento potranno essere
approvvigionati supermercati, negozi e gruppi familiari. Nel futuro prossimo, tra
l’altro, le previsioni sono che il 90% della popolazione sarà concentrata nelle
città.
Che il futuro sia
questo, cari amici, è una previsione molto vicina alla realtà: già oggi gli
esperimenti sono in piena attuazione e il valore in dollari delle colture
effettuate fuori suolo, mediante
sistemi di alimentazione idroponica ed aeroponica, è calcolato in miliardi di
dollari. Si ipotizza che dovrebbe raggiungere i 27 miliardi di dollari entro il
2020 (dai 18,8 miliardi nel 2014).
Cari amici, i nostri
figli piccoli e sicuramente i nostri nipoti, sapranno solo dai libri di storia come
viveva l’agricoltore e l’allevatore di una volta. Per loro l’agricoltura sarà
solo quella delle Vertical Farms, fattorie verticali, edifici urbani che
riprodurranno il ciclo agricolo naturale. I vantaggi ecologici saranno molto
importanti, se pensiamo che le moderne fattorie ubicate in città, con la distribuzione
dei prodotti a chilometro zero, consentiranno anche la diminuzione
dell’inquinamento atmosferico prodotto dai precedenti mezzi di trasporto e dai
tanti chilometri percorsi.
Bando allo scetticismo,
dunque, perché le Vertical farms diventeranno
qualcosa di ineluttabile: esse consentiranno vaste produzioni, adeguate
quantitativamente alla nuova popolazione mondiale, e allo stesso tempo
costituiranno un progetto ecologico e sostenibile per l’ambiente.Il progresso non si ferma e mai potrà fermarsi...
A domani.
Mario
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