venerdì, febbraio 09, 2018

RICICLO E RECUPERO: COME RIMEDIARE ALLO SPRECO DELL’USA E GETTA. L’IMPORTANZA DEL RECUPERO DEI MATERIALI UTILI DALLA “NUOVE MINIERE URBANE”.



Oristano 9 Febbraio 2018
Cari amici,
Per secoli abbiamo operato sfruttando la natura come se essa avesse risorse infinite ed inesauribili. Se è pur vero che sulla terra esiste tutto quello che ci consente si vivere in modo adeguato, è anche vero che non siamo mai realmente entrati nell’ordine di idee che tutto questo “ben di Dio” messo a nostra disposizione ha un limite: insomma che non può essere utilizzato all’infinito. Tutti i beni presenti sulla terra sono limitati e proprio per questo motivo sono da usare in modo parsimonioso, nella giusta misura e senza sprechi, evitando di lasciare “la dispensa vuota” alle generazioni future.
L’orribile economia dell’usa e getta, da tempo imperante, ha purtroppo consentito lo spreco, continuando ad ammassare depositi sempre più grandi di rifiuti di ogni genere, senza preoccupazione alcuna, sul possibile esaurirsi delle materie prime, che come sto ribadendo non sono infinite! 
Nonostante i danni ambientali ben visibili, però, anziché fare ammenda e cospargerci il capo di cenere, continuiamo a non entrare (come avremmo dovuto) nell’ordine di idee di rimediare, di trovare soluzioni, per frenare, se non proprio per annullare le politiche suicide dello spreco, incentivando e incoraggiando, invece, quelle del riuso, del riciclo e del recupero dei materiali arrivati alla fine del loro ciclo. Quella davvero scarsa buona volontà che inizia a vedersi in giro è solo una goccia nell’oceano.
Si, amici, nel mondo a ben vedere sono tante le “nuove miniere urbane” da coltivare: sono quelle montagne di rifiuti, in buona parte costituite da metalli anche nobili che dovrebbero essere proficuamente recuperati, evitando di continuare a perforare le nostre montagne e impiegando un maggior dispendio di forze e di energia, oltre che rovinare ulteriormente l’ambiente. La varietà di materie prime ottenibili dalla rottamazione di elettrodomestici e apparecchiature usate, è vasta e redditizia, ed è in grado di diventare un’importante risorsa per l’industria. 
In Europa una discreta parte di materie prime viene già ricavata da questo “recupero”, che non solo consente vantaggi economici in quanto risulta meno costoso del materiale nuovo estratto dalle miniere, ma risulta anche utilissimo per la salvaguardia dell’ambiente. Le moderne tecnologie di recupero oggi esistenti, potrebbero garantire un migliorato equilibrio ecologico.
Ho già avuto modo diverse volte su questo blog di esprimere la mia opinione, suggerendo la necessità sempre più impellente di “recuperare invece di gettare via”; l’economia del recupero, cioè quella rinveniente dai materiali di 2° utilizzo, consente risparmi notevoli, costituiti sia dai minori costi di produzione della materia prima (in questo caso 2^) che dai benefici ambientali. Porre in atto questi accorgimenti risulta abbastanza facile e il materiale certo non manca: la montagna dei rifiuti elettronici continua a crescere rapidamente, se pensiamo che solo tra il 2012 ed il 2017 è cresciuta di un terzo. Un solo esempio: gettiamo tra i rifiuti ben 120 milioni di telefonini, che, pensate, sono riciclabili al 96 per cento!
In queste “nuove miniere urbane” dell’età moderna si può trovare di tutto e di più! La varietà di materie prime disponibili in discarica (alquanto redditizie in quanto tra i rifiuti elettrici ed elettronici si trovano metalli di alto pregio come l’oro), e grandissima e, sopratutto, in grado di dare reddito e nuova occupazione. «L'Europa deve diventare una società che ricicla» è lo slogan che cerca di incentivare questo recupero, capace di riassumere la realtà ormai emergente nei vari Paesi. In Italia il valore raggiunto dal riciclo è ancora modesto: è pari al 21 per cento. Una spinta significativa al recupero ha cercato di darla la Commissione europea, che ha obbligato i produttori di imballaggi, automobili, batterie, pneumatici e di tutti gli articoli elettrici ed elettronici, ad occuparsi del fine vita di questi beni di consumo.
In questi grandi depositi di rifiuti non si trovano, come dicevo prima, solo metalli, anche se questi sono la parte più consistente, ma anche altri prodotti, come quelli provenienti dall'industria tessile; anche questi risultano abbastanza utili e possono costituire la materia prima per la confezione di nuovi capi d’abbigliamento. Tutti i recuperi risultano economicamente convenienti, se pensiamo che solo dagli elettrodomestici e dalle apparecchiature elettroniche, il valore dei metalli recuperati è ben alto: oscilla da 445 a 519 €/t (le schede dei computer per esempio, arrivano anche a 1.975 €/t). 
Per il resto, la gamma dei materiali di possibile recupero comprende molte altre sostanze anche meno nobili, come trucioli di legno e scarti di potatura delle piante, utilizzati per la segatura ma anche come materiale da combustione, lettiere per animali, filtri biologici o pannelli termoisolanti e fonoassorbenti. L’industria alimentare contribuisce anch’essa al riciclo: molti gli scarti alimentari recuperabili, vengono destinati in prevalenza all'industria dei mangimi.
Cari amici, credo che l'argomento di oggi sia di estrema importanza e riuscire a sensibilizzare tutti, in particolare i più giovani, gli esponenti delle nuove generazioni, sia davvero necessario, perchè domani il mondo continui ad essere vivibile e non una grande pattumiera. Recuperare quanto ancora utile è UN OBBLIGO, UN DOVERE MORALE CHE GRAVA SU TUTTI NOI. Riciclare, riciclare e ancora riciclare, quanto più possibile, questo il ritornello che dovremmo avere sempre in testa! Perchè, non dimentichiamolo mai, farlo costituirebbe un doppio risparmio: in primo luogo nei costi sostenuti, ma soprattutto nel contribuire a salvaguardare l'ambiente, ogni giorno sempre più degradato. 
Nessuno può chiamarsi fuori da questa responsabilità!
A domani.
Mario

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