Oristano
22 Febbraio 2018
Cari amici,
"Oneri di sistema": questa inquietante voce che appesantisce la nostra bolletta elettrica, verrà ulteriormente caricata di un'altra voce "impropria": una quota degli insoluti dei morosi. "A
pagare è sempre pantalone" gridano tutti con livore e con ragione! È con grande amarezza che oggi anchio voglio
commentare la recente, scandalosa delibera dell’Autorità per l’Energia, che ha inteso
ribaltare sugli utenti puntuali e fedeli pagatori, la montagna di insoluti
creata da chi utilizza l’energia e non la paga. Si, una decisione che crea una solidarietà obbligata, che, tornando
indietro nel tempo, farebbe proprio esclamare allo stesso modo dell’antica
maschera veneziana Pantalone. Mi riferisco a quel personaggio-maschera, lo ricordo ai più
giovani, creato dai Veneziani e divenuto molto popolare attorno al 1600, che
impersonava, secondo una satira dell'epoca, il locandiere di Campoformio che, quando
un gruppo di plenipotenziari arroganti, dopo aver abbondantemente mangiato e
bevuto nella sua locanda, se ne partirono in carrozza senza pagare il conto; Egli
infuriato inseguì la carrozza gridando: “Ma Chi mi paga?”.
Il problema prima
accennato è serio: gli insoluti delle bollette elettriche non pagate dai morosi
(che pare ammontino ad oltre un miliardo di euro), assomano a cifra mica di poco conto! Ebbene, dopo che i ricorsi e le sentenze del TAR e del Consiglio di Stato, hanno
in realtà affermato che a pagare debba essere il consumatore finale, l’Autorità per l’Energia ha dovuto emettere il provvedimento
iniquo, in modo da poter mettere una pezza alla morosità diffusa, non recuperabile in altro modo. Una prima fetta di oneri generali, pari a 200 milioni di
euro, sarà spalmata fra tutti i
consumatori, per salvaguardare dal fallimento una serie di aziende elettriche
sull’orlo della chiusura. Insomma la bolletta attuale, già appesantita da mille
voci, alcune delle quali già poco appropriate, verrà ulteriormente gravata da
una specie di “tassa di solidarietà
obbligatoria”, per compensare il monte insoluti diventato sempre più pesante.
Cari amici, che la
situazione economica del nostro Paese sia di grande preoccupazione è noto da
tempo. Nel settore dell’energia il controvalore complessivo del mercato finale
dell’elettricità (calcoli al 2016) – secondo quanto riporta il Sole 24 Ore – si
aggira sui 61 miliardi di euro. Nello stesso anno l’Autorità per l’energia “aveva censito richieste di distacchi per
morosità per il 2,8% dei consumatori a “maggior tutela”. Sul mercato libero
il numero di contatori sigillati per mancato pagamento era arrivato al 4,7%”.
Ciò denota una situazione economica di stallo che può solo impensierire.
Il problema dei morosi,
ogni giorno che passa, sta diventando sempre più preoccupante. Anche l’imposta radio tv, caricata anch'essa come riscossione all’Ente elettrico,
ha presentato ampie fasce di mancati incassi e anche questo “non poteva essere pagato dalle società di vendita che fatturavano le
bollette non incassate, per cui è stato necessario intervenire con un atto
normativo”, troviamo scritto ne Il Sole 24 Ore. La stessa cosa si è ripetuta
ora con i mancati incassi per il consumo dell'energia, caricati agli utenti paganti nella voce "oneri di sisteema". Ecco il perché della decisione del Consiglio di Stato: “l’obbligato
al versamento degli oneri di sistema è il cliente finale”.
Il fenomeno della
morosità diffusa nel mercato dell’energia elettrica è dunque diventato un problema
molto serio per tutti gli operatori. Dopo la liberalizzazione delle vendite di
energia, con la creazione di un parco “venditori”, sostitutivi del precedente
monopolista unico (ENEL) del settore, è nato il così detto fenomeno del “turismo energetico”. Un’espediente,
questo, usato da alcuni clienti che, sfruttando le opportunità offerte dal
mercato liberalizzato dell’energia, si spostavano da un fornitore all’altro
senza pagare le ultime bollette, prima di rischiare l’interruzione della
fornitura.
Diverse associazioni di
consumatori hanno criticato l’ARERA (così
è indicata in sigla L’Autorità per l’Energia) per aver emanato questa delibera,
ma in realtà l’Autorità non aveva altra scelta. Il Consiglio di Stato (sentenza
2186/2016) ha infatti annullato la precedente delibera di ARERA che imponeva ai
venditori, e non ai clienti finali, la copertura degli oneri non pagati dai
morosi. Il Tar della Lombardia ha poi ribadito questo principio in altre
quattro sentenze, rifacendosi proprio a quanto stabilito dal Consiglio di
Stato. La recente delibera, quindi, non fa altro che adeguarsi a una
giurisprudenza ormai consolidata in materia.
Che dire, amici, se non
che alla fine, qualsiasi sia il teatro dove si recita l’opera, o la locanda
dove si mangia (se pensiamo all’Oste-Pantalone), che a pagare l’osteria (o l'energia, è uguale) è e sarà sempre
Pantalone? In un’Italia di furbetti, al momento, eventuali altre soluzioni non appaiono
facili da trovare…
A domani.
Mario
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