Oristano
10 Febbraio 2018
Cari amici,
Se è vero che il nostro
“viaggio terreno” ha un principio ed una fine a cui nessuno si può sottrarre, è
anche vero che, percorrere il sentiero della vita lasciando una “traccia” di se
è ben diverso che farlo in maniera anonima e priva di segni. Nella mia convinzione
ciascuno di noi, abitante della terra, nasce con un compito ben preciso: una
missione da compiere; l’uomo è parte viva e attiva di ogni comunità ed è col
contributo di tutti che il mondo può crescere e progredire.
Ebbene, amici, il
Professor Antonio Demetrio Corrias, illustre docente di Paulilatino che proprio
nei giorni scorsi ha lasciato questo mondo, appartiene con certezza al gruppo
di quelli che sono scomparsi solo fisicamente, avendo lasciato una “traccia profonda”
del suo percorso terreno. Nativo di Paulilatino, si era successivamente
stabilito ad Oristano, dove per molti anni ha insegnato a generazioni di
allievi in modo eccellente lettere e latino nel Liceo Salvatore Angelo De
Castro. Negli anni ’50 del secolo scorso quest’Istituto era l’unico in
Provincia a dare la formazione superiore che consentiva l’accesso
all’Università. Tanti i giovani che si sono formati nelle austere aule del
“Regio Liceo Ginnasio” di Piazza Mannu ascoltando le sue dotte lezioni, ragazzi
poi diventati seri, validi e apprezzati professionisti che hanno costituito l’ossatura
di quella classe dirigente sia locale che regionale e nazionale.
Ritiratosi a vita
privata dopo la pensione, il professore non si è voluto staccare dai libri e
dallo studio dei classici, magari mettendosi a fare il Cincinnato, ma ha invece
voluto continuare a completare il suo sapere dedicandosi allo scrivere,
mettendo a frutto la sua alta preparazione culturale. Come scrittore, Antonio
Corrias ha dato alle stampe ben cinque saggi (tutti editi dalla Casa Editrice
EPDO), uno dei quali dedicato al suo beneamato Dante, dal titolo “L’Ulisse
Dantesco Canto XXVI dell’Inferno”, che indaga sia l’aspetto letterario, sia quello
linguistico, morale e filosofico, dell’importante figura mitologica di Ulisse.
Leggere questo libro
significa rielaborare in chiave più introspettiva la fascinosa e mitica figura
del grande Ulisse: entrare più in profondità nella mente dell’Ulisse-uomo curioso,
astuto e scaltro guerriero, ma anche, come dice Corrias “che rappresenta un
forte simbolo del grande desiderio di conquista del sapere umano”.
Anche la
religione ha costituito per lui una materia da analizzare con profonda attenzione.
Nel suo saggio “Francesco D’Assisi – Coscienza critica del suo
tempo”, analizza quei processi di rivoluzione spirituale iniziati nel Medioevo,
cercando di comprenderne meglio l’evoluzione.
Nelle sue acute analisi
ha analizzato anche il nostro illustre Sebastiano Satta; nel suo libro
“Sebastiano Satta – L’intellettuale e il poeta”, Corrias analizza e cerca di
spiegare la complessa identità culturale del nostro grande poeta nuorese. Anche
Pepetto Pau, il nostro oristanese illustre ha attratto la sua attenzione.
“Peppetto Pau L’uomo e lo scrittore”, è un’altra opera di Corrias, nella quale
il professore analizza il profilo umano di Peppetto, cercando di ricostruirne
obiettivamente la personalità; ricostruzione, però, scevra dal condizionamento del
rapporto di fraterna amicizia intercorsa, per decenni, tra di loro.
Nelle sue analisi molti
altri personaggi, tra cui anche il grande Antonio Garau; a Lui ha dedicato il
saggio “Il teatro di Antonio Garau”, un’opera che ripercorre il lungo cammino
dell’attività del commediografo oristanese, nato nel 1907 e morto nel 1988. Ricostruzione,
quella fatta dal professore, che analizza le “caratteristiche autentiche” delle
13 commedie scritte e pubblicate in un arco di tempo che va dal 1934 al 1983.
Una vita intensa la sua, che lo ha portato a continuare a scrivere anche oltre
i suoi 85 anni recentemente festeggiati.
Questa sua fama, non è
passata inosservata. La casa editrice EPDO, e in particolare il suo general
manager Roberto CAU, dopo avere con un gruppo di amici amanti delle cultura ideato
e successivamente realizzato l’istituzione di un premio, costituito da un
“ATTESTATO CULTURALE”, un grato omaggio da assegnare a chi si fosse
particolarmente distinto nella divulgazione culturale, ha voluto attribuirgli
questo premio, che gli è stato consegnato la sera del 23 Settembre dello scorso
anno, nel corso di una sobria cerimonia alla presenza di un gruppo di parenti,
amici e familiari.
Il professore, pur posato e
composto come suo solito, non ha però retto all’emozione per il premio
conferitogli, e ha ringraziato commosso Roberto CAU e il gruppo di amici che gli hanno
dimostrato stima e apprezzamento. Nel corso dell’amichevole incontro, il
professore, nonostante gli 85 anni e i soliti acciacchi causati dall’età, ha
dimostrato di avere ancora una memoria ferrea e lucida, recitando alcuni versi
di Dante e precisando che aveva in preparazione anche un articolo su un suo
carissimo amico e compaesano scomparso di recente: Padre Alfonso
Madeddu, nota figura di frate francescano, molto conosciuto e stimato non solo ad Oristano.
Cari amici,
ricollegandomi alla premessa fatta all'inizio di questa riflessione, credo che il professore
meriti tutta la nostra riconoscenza, per il grande servizio che Egli ha offerto a generazioni di giovani, senza soste e per così lungo tempo, oltre che alla Comunità. Se è vero che non possiamo
più dialogare con Lui fisicamente, è pur vero che possiamo ritrovarlo nei suoi
scritti, nelle sue riflessioni, nelle sue analisi, oltre che nei ricordi
personali che ciascuno di noi può vantare. Egli, amici, ha lasciato una traccia
culturale profonda, che anche chi verrà dopo di noi potrà seguire.
A domani.
Mario
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