Oristano
25 Marzo2018
“Tanto
tuonò che piovve”. La famosa
frase viene dalla tradizione attribuita a Socrate; il famoso filosofo l’avrebbe
pronunciata al culmine di un litigio con la moglie Santippe che, mentre era
intento a dialogare con suo allievo, dopo aver a lungo inveito contro di Lui,
gli rovesciò addosso una brocca d’acqua sporca. Credo che quest’antico episodio calzi
abbastanza bene anche ai fatti legati alla Sartiglia di quest’anno.
Avevo deciso in un primo tempo di non entrare in polemica su
questo blog sui fatti e i misfatti successi nella Sartiglia di quest’anno,
anche perché la mia convinzione è che, sostanzialmente, quello che è davvero mancato
nel lungo braccio di ferro è il buon senso: in sintesi un costruttivo dialogo
che avrebbe potuto conciliare ‘capra e cavoli’, ovvero sicurezza e rispetto
della tradizione. Però, dopo aver letto con attenzione quanto sull’argomento ha
inteso scrivere una persona capace che stimo molto, Filippo Martinez, ho deciso
di riportare “per intero” quanto da Lui scritto, in particolare riferito allo
sciopero dei cavalieri. Credo che serva a far meditare tutti: sia chi ha
sbagliato che chi ha subito.
Ecco il pensiero di Filippo Martinez, regista, leader del movimento Oristano Capitale,
Majorale del Gremio del Cavaliere Infinito oltre che Estetista di Aristan,
sullo sciopero dei cavalieri.
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SARTIGLIA,
SICUREZZA E POLEMICHE.
di
Filippo Martinez.
Tutti
noi umani abbiamo il dovere di essere sempre al di sopra della legge. Non
fraintendetemi. Non voglio istigare nessuno a infischiarsene della legge,
tutt'altro.
La
legge bisogna conoscerla e, se non si tratta di una legge che va contro i
sacrosanti diritti dell'uomo (vedi le leggi razziali), bisogna saper
interpretarla. Questo è il punto: “saper interpretarla”. Perciò chi deve farla
rispettare deve avere una reale, non meccanica, sapienza giuridica, una cultura
adeguata (meglio se vasta ed eterogenea) e una sicura capacità di valutare le
circostanze. Insomma, nel rispetto rigoroso dell'etimologia (“intelligere”
significa comprendere), deve essere intelligente. Senza queste caratteristiche
la legge potrebbe essere tranquillamente gestita da un robot. A Oristano
l'ultima domenica del carnevale appena terminato, durante la celebrazione (uso
questa parola per sottolinearne la sacralità) della Sartiglia i cavalieri che,
per cimentarsi nella corsa alla stella, attendevano la consegna della spada dal
Componidori (monarca incontrastato di quella che è molto più di una semplice
giostra equestre), per la prima volta dopo parecchi secoli hanno trovato,
letteralmente, fra i piedi dei loro cavalli le forze dell'ordine che, comandate
dal Questore, in nome della “sicurezza suprema” (Oristano era blindata come se
dovesse accogliere l'incontro tra Donald Trump e Kim Yong-un) procedevano a uno
scrupoloso antidoping intralciando lo svolgersi degli eventi.
Il
Componidori ha cercato di opporsi ma è stato inutile, così (giustamente,
doverosamente) ha esercitato quel potere che nessun questore poteva insidiare:
ha abolito le pariglie acrobatiche che tradizionalmente seguono la corsa alla
stella. I cavalieri hanno sfilato fieri e ordinati davanti alla folla e il
Componidori ha chiuso la manifestazione. Proteste. Recriminazioni. Polemiche.
L'organizzazione ha voluto rendere i soldi del biglietto alla marea di persone
che avevano preso il posto in tribuna.
C'è
stato chi ha trovato l'atteggiamento dei cavalieri scandaloso, chi ha parlato
di uno smacco inaccettabile nei confronti dei turisti giunti da mezzo mondo,
chi ha detto che l’ “immagine” della Sartiglia ha subito una ferita mortale...
Non sono d'accordo. Con questo gesto tutti, turisti compresi, hanno potuto
assistere a una clamorosa performance di dignità, a un elegante esercizio di
Regalità Individuale (di ciascuno dei cavalieri) che, nei tempi volgari che
stiamo vivendo, vale molto più dello spettacolo che avevano acquistato pagando
il biglietto.
Filippo
Martinez
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Ogni ulteriore commento
mi sembra superfluo.
A domani.
Mario
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