mercoledì, aprile 15, 2015

QUANDO LA NOSTRA MEMORIA, IL NOSTRO “CASSETTO DEI RICORDI” VA IN TILT. IN ITALIA I MALATI DI ALZHEIMER SONO OLTRE 850.000.



Oristano 15 Aprile 2015
Cari amici,
succede per i computer meccanici, immaginiamoci se non capita anche al nostro super computer, il nostro cervello: c’è un momento in cui al suo interno succede una specie di crash, e non c’è più la risposta che noi chiediamo e aspettiamo e che per tanti anni invece ci ha dato: immediata, praticamente in automatico. Lentamente ma inesorabilmente la nostra memoria, le sue capacità di ragionamento, linguaggio e orientamento pian piano si sfaldano. Certo, non avviene da oggi a domani, ma piano piano ci accorgiamo di non riuscire a ricordare: dal nome di un parente lontano, a quello di un amico che non vediamo da tempo, dalla data di nascita di figli e nipoti al numero di telefono degli amici.
Pur spremendo le meningi le parole o i numeri che cerchiamo non arrivano: rimangono latenti, restano, usando un termine noto, “in punta di lingua”. E’ una cosa davvero triste che persone che conoscevamo da una vita non ci appaiano più le stesse! Succede, addirittura, di guardare i propri figli come perfetti sconosciuti: le falle della memoria sono un male triste e terribile che si chiama Alzheimer, dal nome del medico psichiatra tedesco Alois Alzheimer, che diagnosticò la malattia all’inizio del Novecento. L’Alzheimer in Italia è entrato prepotentemente nella vita di oltre 850 mila persone, e nel mondo i casi sono addirittura 44 milioni, come diagnosticato dall’Alzheimer’s Disease International (ADI), che sostiene che diventeranno 76 milioni nel 2030 e 135 milioni entro il 2050, comportando uno stratosferico costo economico globale di oltre 600 miliardi di dollari.
Gli studi finora effettuati hanno evidenziato che la causa di questa malattia è da attribuire alle placche amiloidi che si formano nel cervello e che provocano un progressivo deterioramento delle cellule cerebrali. Fattori principali di rischio restano l’età, il fumo, l’obesità, il diabete e lo scarso esercizio fisico, tutte cause capaci di aumentare la probabilità di comparsa della demenza. In un Paese come il nostro, che tra l’altro invecchia più a lungo di altri, (risulta al secondo posto nella triade dei Paesi con una più alta presenza di over 65 insieme a Germania e Giappone), la malattia potrebbe diventare una delle future grandi emergenze per la sanità pubblica.
Secondo gli ultimi dati Istat, demenze e Alzheimer sono la sesta causa di morte nel nostro Paese (dati aggiornati al 2012). Anche se «nella realtà le morti per Alzheimer sono molte di più», spiega Gabriella Salvini Porro, Presidente Federazione Alzheimer Italia. «Perché spesso sono dichiarate come morti per malattie polmonari o altro, ma alla base di tutto c’è l’Alzheimer. E il numero di casi è in continuo aumento». Di non poco conto anche il costo socio sanitario annuo del nostro Paese, stimato dal Ministero della Salute in 6 miliardi di euro (10-12 miliardi il costo delle demenze in totale). Il nuovo Piano nazionale per ora non prevede finanziamenti specifici per questo terribile male, ma solo un elenco di linee guida.
L’Alzheimer, cari amici, è un male considerato socialmente penalizzante, una male da nascondere, in sintesi un vero e proprio tabù! Cosa, questa, che crea vergogna nelle famiglie e le costringe a chiudere il malato tra le mura domestiche, dove i familiari cercano, magari con l’aiuto di una badante, di prendersene cura, oppure fa decidere di parcheggiare i malati nelle case di cura per anziani. L’assistenza domiciliare, pur prevista a carico dei Comuni, risulta sporadica, e soffre sempre di più del deficit economico in cui praticamente tutti i Comuni si dibattono.
E’ triste ma è proprio così: l’Alzheimer in Italia resta praticamente un fatto privato, da tenere nascosto, di cui molti ancora si vergognano, questa è la realtà! Recentemente nell’Aula Consiliare del Comune di San Donato Milanese (Sabato scorso 11 Aprile),  si è tenuta una interessante conferenza dal titolo: “MEMORIA: UN CASSETTO DI RICORDI SEMPRE PIU’ DIFFICILE DA APRIRE” - Demenze e malattia di Alzheimer: dalla diagnosi alla cura nella famiglia e nella Comunità. La conferenza, aperta al pubblico, è stata organizzata dall’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) di San Donato Milanese, traendo spunto dal nuovo libro di Micaela Scapin, “Scusate per il disturbo” (Edizioni La Toletta).

Durante la Conferenza i più noti professionisti dell’area medica si sono confrontati con le Istituzioni, su un tema che sta diventando sempre più di attualità, essendo gli attuali 850 mila malati di Alzheimer destinati a salire di numero nei prossimi anni (dati emersi dalla International Alzheimer's Disease Physicians Survey, riferiti al 2013). La Conferenza ha cercato di affrontare e approfondire le caratteristiche della malattia e le modalità di diagnosi, i trattamenti farmacologici e non-farmacologici, l’approccio e la gestione del malato, il ruolo dei familiari e le attività di sostegno al nucleo familiare da parte di Istituzioni, Enti e Associazioni. Inoltre ha cercato di mettere in luce l’aspetto emotivo del malato e la sua presa di coscienza della malattia, evidenziando in particolare la necessità di garantire al massimo la sua dignità.
Vicky Manoli, Presidente dell’AVO di San Donato Milanese ha dichiarato: «Abbiamo deciso di organizzare una conferenza dopo aver letto il libro di Micaela, individuando già nel titolo un elemento in comune con i volontari della nostra Associazione che si avvicinano a tutti i malati sempre in punta di piedi, con grande rispetto e apertura all’ascolto». Presente al Convegno anche la scrittrice, Micaela Scapin, che ha dichiarato: «Sono onorata che il mio nuovo libro, una sorta di testamento sentimentale che un’anziana madre scrive alla figlia, dopo aver appreso di essere stata colpita da una forma di demenza, sia stato scelto come punto di partenza per un appuntamento dedicato al tema dell’Alzheimer. Troppe volte, infatti, dimentichiamo la dignità emotiva di queste persone, che invece ho cercato di raccontare nel mio libro».

Cari amici, diventare vecchi è sicuramente un gran bel traguardo e noi sardi in particolare siamo fra i primi al mondo ad invecchiare più di altri. Invecchiare bene, però, è ancora più importante, e per diventare dei “vecchi sani” l’alimentazione, l'assenza di vizi ed il movimento sono certamente le regole base. Nei casi, invece, in cui la malattia si presenti è necessario provvedere ad assistere, sia il malato che la famiglia, nella maniera più accorta possibile, partendo soprattutto dal rispetto della dignità della persona colpita, che mai deve essere accantonata o messa in discussione. Questa è una regola da non dimenticare mai.
Grazie, amici, a domani.
Mario

1 commento:

giosias ha detto...

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