Oristano
20 Aprile 2015
Cari amici,
che le relazioni
sociali siano cambiate in modo assolutamente straordinario è cosa ormai nota. Il
fatto ancora più straordinario è che questo cambiamento costante non si ferma:
non passa giorno che nel campo della comunicazione non appaia qualcosa di nuovo
che fa immediatamente “invecchiare”, diventare obsoleto, quello che fino al
giorno prima appariva una novità assoluta! Ebbene, proprio di questa
incredibile e quasi imprendibile velocità comunicativa, voglio parlarvi oggi nella
mia riflessione.
Per capire meglio il
problema dobbiamo necessariamente partire da una premessa. Quando, ormai oltre
un decennio fa, iniziarono a prendere piede i Social Network, questi trovarono
un gradimento tale che ben presto si diffusero ovunque, riducendo drasticamente
i precedenti sistemi comunicativi.
Oggi questi Social sono incredibilmente
numerosi: da Facebook a Twitter, da Linkedin a Zuckeberg, tanto per citare i
più famosi. Diverso risulta, invece, l’approccio tra i vari utilizzatori: su
Twitter sei un follower, ovvero puoi seguire chi vuoi anche senza avere una
relazione con lui. Su Facebook, invece, puoi farlo solo se qualcuno accetta la
tua “richiesta di amicizia”, e in questo caso la relazione risulta paritaria,
bidirezionale. Anche l’archivio è variamente utilizzabile: le cose che
pubblichi sulla bacheca di Facebook (foto, video, commenti) rimangono, creano
una storia, mentre su Twitter, dopo una breve permanenza, in poco tempo come
entrano escono e spariscono.
Fino a poco tempo fa
sembrava quasi un successo strepitoso inviare post, foto, video e documenti praticamente
in tempo reale: come inviare agli amici i filmati realizzati il giorno prima.
Nelle “Piazze virtuali” on line, la visione e lo scambio di questi materiali
sembrava avveniristico e insuperabile, ma anche questo traguardo in poco tempo è
risultato effimero: è durato poco più di un soffio, cancellato prepotentemente
dallo “Streaming” (brutta parola derivata
dal termine inglese Stream, in
italiano corrente, fiotto, fiumana, fiume), che identifica il continuo “fluire di dati e immagini in tempo reale”,
ovvero la trasmissione, ovunque nel mondo, di quello che stai facendo o che sta
succedendo in un determinato momento.
La nuova invenzione che
utilizza sui telefonini lo Streaming, ovvero la piattaforma di trasmissione e
ricezione di immagini, si chiama “Periscope”,
ed è un’App messa a disposizione da Twitter; essa permette di vedere i video in
diretta trasmessi da testate giornalistiche, sportive o da semplici amatori. In
sostanza è un modo per permettere la visione in diretta in tutto il mondo, in
tempo reale, di qualsiasi fatto o avvenimento. L’App Periscope, lanciata da
pochi giorni, trasforma gli utenti in “Broadcaster”, ovvero capaci di
videotrasmettere, in modo immediato, qualsiasi evento: dalle feste di
compleanno ai fatti di cronaca, da un matrimonio ad un evento luttuoso, come i
recenti fatti di cronaca che riempiono i giornali. Le possibilità sono infinite.
Anche per un neofita, il
suo funzionamento e utilizzo risulta molto semplice: si scarica sul proprio
telefono l’app gratuita per iOS (per ora niente Android) e ci si iscrive,
collegando il profilo di Twitter; si abilita poi l’accesso a fotocamera e
microfono per chi vuole trasmettere, mentre per gli altri che intendono solo
guardare non è necessario. Basta un pulsantino, “Start Broadcast”, per
trasformarsi in novelli Weather Man. Insomma una realtà sempre più
straordinaria!
C’è da dire, però, che,
nonostante lo straordinario bombardamento mediatico messo in atto, storicamente
parlando ‘Periscope’ non è una novità assoluta. Racconta Renato
Soru, fondatore di Tiscali, in una lunga intervista concessa al settimanale
della Rizzoli Oggi, che la sua azienda già da almeno tre anni aveva studiato
qualcosa di simile. “Si parla tanto di Periscope, ma noi di Tiscali tutto questo lo abbiamo
inventato nel 2011 con Streamago una piattaforma su cui chiunque può
trasmettere in diretta streaming. La piattaforma era pensata per Pc e non per
smartphone, motivo per cui è rimasta una cosa da addetti ai lavori”.
Considerata l’esperienza
precedente oggi è proprio Tiscali a cercare di fare concorrenza a colossi del web come Twitter, che hanno messo
sul mercato la nuovissima App per Pc e
smartphone. Concorrenza abbastanza facile per Tiscali che, adattando ai
nuovi telefonini la precedente piattaforma per Pc, ora diventata “Streamago Social”, è in grado, alla
pari di Periscope, di consentire a chiunque di trasformare la propria bacheca
di Facebook in una mini-emittente.
Cari amici, se volete
sapere la mia opinione su questo “modo nuovo” di fare comunicazione in tempo
reale, debbo dirvi che mi scatena non poche perplessità.
David Pierce, noto
blogger americano seguito anche dal Presidente Obama, ha scritto su Wired Usa
che si tratta di "voyeurismo
consensuale", almeno per quanto riguarda l'aspetto della "vita in
diretta". La privacy è la prima a correre seri rischi: chiunque e in
qualunque momento potrebbe trovarsi catapultato in una diretta senza neanche
accorgersene! Anche durante una partita di calcio (impossibile fra spegnere i
telefoni a tutto lo stadio) o vedendo un film in prima visione nella sala, si
può passare dalla semplice visione privata (o registrazione amatoriale) alla “diretta
internazionale”!
Una cosa è certa, cari
amici, con il nuovo strumento il presente che viviamo, privato o pubblico che
sia, avrà il suo palcoscenico, nel bene o nel male visibile in tempo reale in
tutto il mondo.
Ciao, a domani.
Mario
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