Oristano
26 Aprile 2015
Cari amici,
credo che molti di Voi
sappiano che appartengo all’Ordine Equestre del S. S. di Gerusalemme, dove
svolgo la funzione di Delegato per la Provincia di Oristano. Nelle nostre
riunioni mensili, con il nostro assistente spirituale Mons. Italo Schirra,
spesso viene affrontato e meditato il senso del nostro essere cristiani e,
soprattutto, quello del nostro “particolare affetto e dedizione” nei confronti
della Terra Santa.
Nell’ultimo incontro
tra le quattro Delegazioni sarde dell’Ordine, organizzato dal Preside della
Luogotenenza Italia Sardegna Nord, Comm. Sebastiano Casu e dal Delegato di
Nuoro Comm. Salvatore Cambosu, si è dato vita ad un interessante Convegno di
grande importanza e significato: “Religioni
e Diversità a Confronto: l’Ortodossia”, relatore il Dottor Marco Maria
Coltellacci, Direttore dell’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo ed il Dialogo
Interreligioso, della Diocesi di Modena.
La Delegazione nuorese,
dopo l’ospitale accoglienza gentilmente offerta a tutti i partecipanti, ha
predisposto l’apertura dei lavori, introdotti dal saluto del Luogotenente per
l’Italia Sardegna dell’Ordine Equestre, S. E. Gran Uff. Dott. Efisio Luigi
Aste. Ha fatto seguito il fraterno saluto del Preside, Comm. Sebastiano Casu e
del Delegato Comm. Salvatore Cambosu, poi l’incontro è entrato nel vivo.
Ha aperto la
discussione Mons. Giancarlo Zichi, Vicario Episcopale per il Laicato
dell’Arcidiocesi di Sassari, che dopo una breve introduzione ha passato la
parola al relatore, Prof. Marco Maria Coltellacci. L’argomento oggetto di
discussione, sicuramente di grande attualità, è un tema particolarmente
difficile: l’Ortodossia. Termine questo
particolarmente pruriginoso, che si è prestato e ancora si presta, alle più
svariate interpretazioni. Il percorso della dotta relazione del Dottor
Coltellacci è partito da lontano: dagli albori del Cristianesimo, quando non vi
erano ancora divisioni tra i Cristiani, che iniziavano a calcare, ancora tutti
insieme, le orme di quel Cristo, venuto sulla terra per redimere il mondo.
Circa 400 anni dopo, invece, iniziarono le prime divisioni, derivate dalle
diverse interpretazioni date al messaggio di Cristo, e che crearono quel particolare
fenomeno chiamato Ortodossia.
Il termine Ortodossia
(dal greco όρθος, "retto", "corretto" e δόξα,
"opinione", "dottrina") sta ad indicare nel Cristianesimo
quel comportamento di accettazione, piena e coerente, dei principi della sua
dottrina, contrapponendosi al suo contrario, l'eresia, ovvero il rifiuto di
quei principi. La nascita dell'Ortodossia, in termini storici, si sviluppa
intorno al quarto secolo, quando il cristianesimo comincia ad allontanarsi dal
paradigma giudaico-cristiano e inizia a tenere i primi concili. Per i primi 4
secoli del cristianesimo la Chiesa era rimasta senza divisioni, ed era proprio denominata
"ortodossa", in quanto praticante la piena adesione al messaggio
evangelico originario di Gesù, trasmesso successivamente dagli apostoli senza
aggiunte né amputazioni né mutazioni. Proprio in quanto ritenendosi fedeli a
tale messaggio, le Chiese orientali iniziarono a definire se stesse come
ortodosse. Da notare, comunque, che per la Chiesa cattolica tutte le Chiese in
linea con le decisioni dei primi 4 Concili ecumenici sono da ritenersi
ortodosse.
L'inizio ufficiale
della grande divisione fra Oriente e Occidente fu il grande scisma dell’anno
1054, in seguito al quale la Chiesa cattolica di Roma, vide la sua parte
orientale distaccarsi definitivamente. Le colpe della divisione sono state
variamente attribuite: la Chiesa occidentale ha sempre parlato di "scisma
d'Oriente", quella orientale, invece, di "scisma dei Latini",
per indicare che colpevole della rottura era la Chiesa di Roma. La Chiesa
cattolica romana viene ritenuta da quella d’oriente non solo scismatica,
rispetto a quella ortodossa, ma anche eretica per la contestatissima aggiunta
del "Filioque" al Credo.
Interpretazioni
teologiche a parte, da quel fatidico anno 1054 le divisioni anziché ricomporsi
si sono ulteriormente aggravate: i motivi di fondo sono molteplici: in gran
parte sconfinati da conflitto religioso in “conflitti di potere”, che poco o
nulla avevano in comune con la corretta interpretazione teologica. Oscuri fini
politici (in quegli anni da parte dei Franchi e di Carlo Magno), utilizzarono pretesti
di stampo religioso per coprire rapaci conquiste spesso illegittime. Nel tempo
il distacco si è allargato ancora, con la nascita di altre divisioni: dai
protestanti agli evangelici, per citare solo alcune correnti. Eppure le prove
di dialogo tra le diverse anime non si sono mai interrotte.
Nella Sua dotta e
precisa relazione, che ha tenuto tutti in attento ascolto, il Prof. Coltellacci
ha parlato del necessario dialogo ecumenico, del bisogno autentico di un dialogo interconfessionale tra religioni che
si rifanno ad un'unica verità rivelata. E’ nello spirito del Vangelo che va
ricercata l’unità dei Cristiani, operando con umiltà per cercare di superare le
antiche rivalità. Nel Suo dialogo
appassionato il Dr. Coltellacci, che
opera a Modena, ha detto che «Modena è
una delle pochissime città italiane dove è attivo il Consiglio delle Chiese e
dove cinque anni fa è stato sottoscritto un 'Codice di comportamento tra le
Chiese cristiane”, e che quest’esempio dovrebbe essere imitato.
I grandi flussi migratori
che investono l’Europa ed in particolare l’Italia, pongono i Cristiani di
fronte alla necessità di un maggior dialogo con gli altri cristiani, a partire
da quelli d’Oriente. Lo stesso discorso potrebbe farsi anche per i musulmani,
sempre più numerosi anche in Italia. Per il Cristiano è necessario tendere la
mano, sperimentare ogni giorno un ecumenismo fatto di piccoli gesti, non
eclatanti ma concreti, capaci di ottenere, giorno dopo giorno, un
riavvicinamento non solo utile ma necessario: siamo tutti figli dello stesso
Dio, fratelli separati, ma da abbracciare e da riunire.
Al termine un lungo
applauso ha posto termine all’incontro. I partecipanti hanno poi raggiunto la
vicina Cattedrale per partecipare alla Santa Messa. I cavalieri e le Dame,
guidati dal Luogotenente, dopo aver effettuato una breve processione indossando
mantello e insegne, hanno partecipato alla Celebrazione Eucaristica officiata dal
Vescovo di Nuoro, S.E. Mons. Mosè Marcia. Una piacevole agape fraterna ha
ristorato i partecipanti, contribuendo ad aumentare lo spirito di fratellanza e
di amicizia.
Mario Virdis
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