Oristano
22 Aprile 2015
Cari amici,
la costante necessità
di avere a disposizione una sempre maggiore quantità di energia, ha costretto l’uomo
ad arrovellarsi il cervello per trovare nuove fonti energetiche, capaci di
sostituire i materiali finora utilizzati, carbone e petrolio, integrando prima con
l’acqua, poi con il vento ed infine con l’energia solare. Senza andare a ripercorrere le strade finora
percorse, oggi voglio, invece, parlarvi di una straordinaria nuova idea che può
essere addirittura definita un “nuovo
uovo di colombo”. Perché direte Voi? Per il semplice fatto che la più
grande e inesauribile fonte di energia presente nel mondo è il sole! Ed è proprio
questa straordinaria energia che noi dobbiamo imparare a sfruttare nella giusta
maniera.
L’idea dell’energia
ricavata dal sole non è proprio recente: fin dal 1968 l’uomo ha sognato di poter allestire nello
spazio una ipotetica centrale solare orbitante, costituita da moduli
fotovoltaici in grado di convertire la luce del Sole in energia elettrica; energia
da trasmettere poi, sotto forma di micro onde e per il tramite di un'antenna a
terra, dove verrebbe ricevuta da un’altra particolare antenna ricevente
chiamata rectenna. La grande idea, all’epoca solo sognata, evidenziava il
vantaggio di poter dispiegare le grandi celle fotovoltaiche nello spazio, dove,
rispetto a quelle collocate sulla terra, esse possono godere di una costante
illuminazione ed in assenza di condizioni atmosferiche (nuvole, pioggia, ecc..)
avverse.
Le idee, anche quelle
più interessanti, scavalcano, ignorandoli, i problemi reali, capaci di limitarne
la loro realizzazione. Uno dei problemi principali, per esempio, è l'elevato
costo del trasporto in orbita dei satelliti, caricati delle necessarie
infrastrutture. Complesso e pesante è, infatti, il materiale necessario alla
realizzazione di una centrale orbitante, composto, in particolare, da tre parti
essenziali:
1. Un grande collettore
di energia solare, costituito da cellule fotovoltaiche;
2. Un'antenna per la
trasmissione delle microonde verso la Terra;
3. Una rectenna di
elevate dimensioni sulla Terra che riceve le microonde e le converte in energia
elettrica.
Il costante progresso tecnologico
avvenuto, oggi consentirebbe di superare le remore degli anni ’70, e la Cina,
oggi diventata una delle più grandi potenze mondiali in continua crescita, ha
deciso, nell’ottica della delicata ma necessaria sfida per abbattere
l'inquinamento crescente (smog), tagliare la CO2 e affrontare la fame
energetica delle sue industrie, di realizzare una grande stazione orbitale.
Essa consentirebbe un proficuo utilizzo dell’energia solare, da inviare poi
sulla Terra come prima evidenziato. Gli scienziati cinesi stanno predisponendo
la costruzione di un super impianto fotovoltaico di grande ampiezza, da
collocare a 36.000 km di quota: con una superficie utile di 6 km quadrati, pari,
pensate, a 12 volte Piazza Tienanmen a Pechino! Un’inezia, direte Voi, se
pensiamo che stiamo parlando di una superficie quasi due volte più grande del
Central Park di New York. La centrale avrebbe un'orbita geosincrona, che
significa che si muoverebbe insieme al nostro pianeta.
A darne notizia al
mondo è stata l'Accademia cinese delle Scienze sul proprio sito online.
L'elettricità prodotta dall’impianto, convertita in microonde o laser, verrebbe
trasmessa poi a terra e raccolta mediante un apposito collettore. Curiosamente,
pensate, il meccanismo è molto simile a quello descritto dallo scrittore di
fantascienza Isaac Asimov nel libro "Reason", del 1941. Wang Xiji, 93
anni, dell'Accademia Cinese delle Scienze (CAS)
e membro dell'Accademia Internazionale di Astronautica ha spiegato che
"una stazione spaziale solare redditizia deve avere una superficie di
pannelli di almeno 5 km quadrati" e che "in assenza del ciclo
terrestre 'giorno-notte', l'energia sarebbe raccolta per il 99% del
tempo". La grandezza della stazione spaziale sarebbe tale, dice
Wang, che “Forse la gente sulla Terra potrebbe vederla nel cielo notturno, come
una stella”.
I "pannelli
spaziali" secondo Duan Baoyan, membro dell'Accademia cinese di Ingegneria
(CAE), "possono generare energia
dieci volte superiore a quelli sulla terra per unità di superficie, risolvendo
così la crisi energetica". Con esaurimento dei combustibili
fossili il mondo, secondo Wang, si bloccherà. “Dobbiamo portare nello spazio la
tecnologia solare prima di allora", afferma convinto. Così alcuni
scienziati e ingegneri spaziali del CAS, continuano a progettare la grande centrale
spaziale; le previsioni dicono che una centrale solare sperimentale andrà nello
spazio entro il 2030, mentre una centrale commercialmente valida sarà attiva entro il
2050.
Le difficoltà non
mancano, perché il peso di una centrale produttiva si aggira oggi intorno
alle 10.000 tonnellate e pochi razzi sopportano un carico di oltre 100
tonnellate: ci vorrebbero una infinità di viaggi. I nuovi pannelli solari,
però, saranno sottili e leggeri; Wang che ha progettato 40 anni fa il primo
razzo cinese ribadisce: "Abbiamo bisogno di pannelli solari
sottili e leggeri, con un peso inferiore a 200 grammi per metro quadrato".
Gli scienziati sono concordi nell’affermare che "una centrale solare
spaziale redditizia potrà esserci quando l'efficienza della potenza di
trasmissione senza fili raggiungerà circa il 50 per cento". Il
vecchio Wang Xiji conclude dicendo che "quando l'energia solare dallo spazio diventerà
la nostra energia primaria, la gente non dovrà più preoccuparsi dello smog e
dell'effetto serra".
Cari amici, credo che questa
volta i cinesi abbiano proprio ragione. La terra per proteggersi dall’inquinamento
non deve continuare a pensare a come limitare le emissioni dannose create dai
combustibili fossili, ma cambiare registro. Per ripristinare il giusto
equilibrio naturale violentato dall’uomo, è necessario dare l’addio ai vecchi
combustibili, spostando la produzione di energia nello spazio e ricavandola dal
sole. Con il saggio utilizzo di questa fonte inesauribile ne beneficerà l’intero
pianeta: sarà il sole, che da sempre ha creato e mantiene la vita sulla terra,
a darci il “carburante energetico” del futuro!
A domani.
Mario
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