Oristano
29 Aprile 2015
Cari amici,
proprio due giorni fa
ho fatto su questo blog una riflessione sull’imminente apertura della grande
esposizione universale, l’EXPO 2015 a
Milano, che, come tema, porta un titolo straordinariamente significativo: “Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita”. Il mondo, come ben sappiamo, ancora oggi nel Terzo Millennio risulta, dal
punto vi sta alimentare, incredibilmente sbilanciato, se pensiamo che circa un
miliardo di persone non dispone di cibo a sufficienza. Questa situazione di
disequilibrio porta, come prima conseguenza, quella di fomentare guerre interne
fratricide oltre che bibliche emigrazioni, che proprio l’Europa in questo
momento sta fortemente toccando con mano.
L’Occidente sviluppato (in primis l’Unione
Europea), non sembra pronto a fronteggiare questa massiccia emigrazione, questo
trasferimento forzato di milioni di persone, che causa non solo problemi di
accoglienza, ma anche un incredibile numero di vittime, inghiottite dal mare
nella vana speranza dei migranti di poter trovare rifugio e salvezza in terra
straniera. E’ certamente una situazione da non sottovalutare, perché le
conseguenze potrebbero portare ad una estesa guerra fratricida di portata
mondiale. Per questo, cari amici, sarebbe necessaria una “nuova solidarietà”
tra chi più ha e chi non ha, e, per quanto appaia difficile da
concretizzare, una delle soluzioni possibili, è certamente quella di portare aiuto
a questi popoli sfortunati nella loro terra, creando nella loro Patria le
condizioni migliori per ricavare le risorse alimentari necessarie, capaci di
consentire loro di vivere un’esistenza dignitosa, senza andare a mendicare il
pane in casa d’altri.
Pur in una mare di
grande indifferenza ed egoismo, diverse Organizzazioni Umanitarie iniziano a
muoversi nel senso prima indicato, introducendo innovativi sistemi di
coltivazione. Una di queste è la “ROOTS
UP”, che, utilizzando le moderne tecnologie, sta sperimentando una
particolare “tenda-serra”, da utilizzare in aree desertiche e oggi improduttive,
in grado di ricreare in quelle terre aride le condizioni favorevoli per renderle
nuovamente coltivabili e capaci di dare nutrimento a quelle popolazioni.
La Roots Up,
un’associazione senza scopo di lucro che, insieme all’Università di Gondar, ha
ideato un progetto innovativo che mira a realizzare un nuovo modello di
agricoltura familiare nel nord dell’Etiopia. In questa nazione la situazione
agricola (in particolare nei territori del Gondar) è disastrosa: dal 2000 al
2010 la perdita del valore agricolo dei terreni è stata di circa sette miliardi
di dollari (dati forniti da Word Bank) e solo nella regione di Amhara si
perdono 120 milioni di tonnellate di terreno coltivabile all'anno. Alla base di
questo disastro vi sono sia cause di origine naturale che umana: cambiamenti
climatici e siccità in primo luogo, che hanno diminuito fortemente la produttività
dei suoli e creato insicurezza alimentare, ma anche una selvaggia deforestazione,
avvenuta con la complicità dei Paesi sviluppati per la loro inesauribile fame
di legname pregiato.
Per cercare di frenare
il crescente esodo di queste popolazioni e aiutarle a rimanere nei luoghi d’origine,
l’Associazione Roots Up ha pensato bene, più che reperire cibo per sfamarle, fornire
loro gli strumenti per migliorare le loro terre e renderle nuovamente produttive.
Uno dei primi strumenti messi a punto è “ECODOME”,
ovvero una “tenda-orto”, costruita in legno e tessuto tessile trasparente, capace
di ricreare al suo interno le migliori condizioni per effettuare una produzione
agricola d’avanguardia. Questa speciale serra-tenda svolge due principali
funzioni: protegge le coltivazioni dall’eccessivo calore diurno e, grazie
all’escursione termica tra notte e giorno, favorisce la formazione della
rugiada, creando così le condizioni di umidità adatte alla coltivazione delle
piante.
Gli addetti ai lavori rimarcano
che in queste particolari strutture possono coltivarsi non solo cereali ma
anche alberi da frutta, perché, grazie alle radici profonde degli alberi, si
migliora la qualità del suolo e si riduce il rischio di erosione. L’idea della
ROOTS UP è senz’altro innovativa, anche se la brillante idea delle tende orto
da sola non basta senza la condivisa partecipazione della popolazione
destinataria.
L’obiettivo reale di
Roots Up è duplice: da un lato creare subito condizioni di produttività per le
esigenze immediate, dall’altro creare cultura e consapevolezza nelle
popolazioni, attraverso una rete virtuale di diffusione del sapere innovativo, da
condividere e trasmettere a tutti. Cultura da diffondere attraverso un vero e
proprio polo universitario, dove le tecnologie, a costo e impatto ambientale
basso, possano continuare a svilupparsi. Per il futuro recupero delle loro risorse,
non solo dei suoli, è necessario che le popolazioni locali siano costantemente istruite,
e messe in grado di comprendere come gestire al meglio le risorse che la natura
e la tecnologia offrono oggi loro, in modo che ogni Comunità rurale possa nel
tempo diventare autonoma e autosufficiente.
Cari amici, tornando
alle considerazioni fatte all’inizio di questa riflessione, nel condividere
pienamente l’iniziativa di ROOTS UP di aiutare lo sviluppo delle popolazioni
ancora enormemente arretrate, posso solo aggiungere che gli esodi biblici di
oggi, con la fuga di milioni di persone verso l’Europa, sono conseguenza anche del
considerevole sfruttamento effettuato nei secoli scorsi a loro danno, proprio
dalle Nazioni europee oggi ricche e sviluppate, le quali hanno per secoli considerato
l’Africa solo una colonia da sfruttare. Oggi sono le nostre generazioni a dover
pagare il conto, e dobbiamo farlo in fretta, prima che sia troppo tardi!
Nessuno dei Paesi europei, eredi degli antichi conquistatori, si può tirare indietro, perché il conto, più
tardi lo si paga e più sarà salato.
La sfida lanciata dalle
Organizzazioni umanitarie è certamente ambiziosa, ma va nella giusta direzione:
dobbiamo aiutare questi popoli a realizzarsi in patria, evitando di farli
emigrare. Restituiamo loro, dunque, quanto preso a piene mani in passato, aiutandoli
oggi a ripristinare, in casa loro, dignitose condizioni di vita.
Il futuro, cari amici,
se vogliamo lasciare integro il pianeta alle generazioni a venire è fatto di natura
rispettata e non violata; che non va distrutta, ma protetta e riqualificata.
Solo così possiamo sperare in un futuro ecosostenibile e più equo rispetto al
passato. E’ in questa direzione che si apre la nostra esposizione universale a
Milano: “Nutrire il Pianeta,
Energia per la Vita”.
A domani.
Mario
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