Oristano 10 Settembre 2014
Chi
l’avrebbe mai detto che l’Escherichia Coli, un batterio che fino a poco
tempo solo a sentirlo nominare faceva
tornare alla mente i favolosi mal di pancia che una sua infezione comportava, sarebbe
diventato famoso come un eccellente “produttore” di Bio-Carburante!
L’Escherichia
coli è un batterio Gram-negativo che vive abitualmente nella parte inferiore
dell’intestino di animali a sangue caldo. Il nome deriva dal suo scopritore, il
tedesco-austriaco Theodor Escherich. È un batterio che vive abitualmente
nell’apparato digestivo dei mammiferi, incluso l'uomo. Una “colonia” di Escherichia
C. è necessaria per la corretta digestione del cibo. Questi batteri vengono eliminati giornalmente
attraverso la defecazione e sono in grado di diffondersi rapidamente, contaminando
in particolare le acque: basti pensare che il numero di cellule di Escherichia Coli
espulse con le feci da un essere umano in un giorno può essere anche di molto
superiore ai 100 miliardi. Pur essendo un necessario abitante dell'intestino,
con un utile ruolo nel processo digestivo, ci sono situazioni in cui questo
batterio può provocare malattie, sia nell'uomo che negli animali. Alcuni ceppi
di Escherichia Coli possono provocare pericolose malattie intestinali ed
extra-intestinali, come infezioni del tratto urinario, meningite, peritonite,
setticemia e polmonite.
Ebbene,
cari amici, questi batteri, coabitanti nel bene e nel male dell’intestino dell’uomo,
spesso responsabili della maggior parte dei casi di intossicazione alimentare,
sono stati trasformati, da un’idea geniale, in una efficiente fabbrica
biologica per ottenere bio-combustibili, prodotti chimici e medicinali! Ad
avere questa brillante idea è stato un ingegnere chimico, Jay Keasling, della
University of California Berkeley, che con dei colleghi ha manipolato il codice
genetico dell' Escherichia coli, costringendo il batterio a metabolizzare la
cellulosa di alcune piante, trasformandola prima in zuccheri e poi in
idrocarburi diesel e altri combustibili. I risultati della stupefacente
scoperta sono stati pubblicati sia sulla rivista Nature, che su Scientific
American.
I
ricercatori sono riusciti ad inserire nell’Escherichia Coli dei geni che
permettono al batterio di secernere enzimi che demoliscono il materiale duro
che costituisce la maggior parte delle piante, ad esempio cellulosa ed
emicellulosa, e, in particolare, a produrre da soli lo zucchero necessario
per alimentare questo processo.
"L'organismo, il batterio, può produrre il combustibile da piante che si
trovano a buonissimo mercato senza nessun problema", afferma
l’ingegner Keasling, che spiega che “il
combustibile che viene prodotto dal nostro Escherichia Coli può essere
utilizzato direttamente come biodiesel. Al contrario, i grassi e gli oli
derivanti dalle piante devono essere chimicamente trattati prima di poter
essere utilizzati."
Pensate, l'Escherichia
Coli secerne direttamente il biodiesel che, una volta terminato il processo
galleggia in una vasca di fermentazione (da cui viene recuperato), per cui alla
fine non c'è né la necessità di distillazione o di altri processi di
depurazione, né la necessità, come invece avviene per il biodiesel prodotto
dalle alghe, di rompere la cella in cui si trova l'olio che poi diverrà biodiesel.
Insomma, cari amici, uno straordinario “processo produttivo innovativo”,
che trasforma la flora batterica tipica dell'intestino umano in una raffineria
di biodiesel! Il nuovo metodo di produzione risulta perfetto per avere idrocarburi con almeno 12
atomi di carbonio che vanno dal diesel ai precursori chimici, dal jet fuel al
kerosene.
Le
molecole prodotte dal batterio sono strutturalmente e chimicamente identiche a
10 tipi di carburante diesel oggi comunemente in commercio. Gli effetti che la
futura diffusione del bio-carburante prodotto in questo modo creerebbe,
sarebbero addirittura molto più ampi del risparmio energetico: si avrebbe, ad
esempio, una notevole riduzione della diffusione dei gas ad effetto serra, considerato
che il nuovo bio-carburante può essere utilizzato senza ulteriori raffinazioni
e senza dover modificare gli attuali motori delle automobili. Sostituire il
diesel convenzionale con un biocarburante sarebbe un enorme passo avanti verso
il raggiungimento dell’obiettivo di ridurre dell’80% le emissioni di gas a
effetto serra entro il 2050.
Cari
amici, gli interessanti studi su cui oggi abbiamo riflettuto non sono i soli
che nel mondo si stanno compiendo per trovare fonti alternative alla produzione
di carburanti, considerato che il petrolio è una fonte che si avvia, anche se
lentamente, all’esaurimento. L’ingegno dell’uomo saprà certamente trovare la
giusta ed ecologica soluzione per avere l’energia necessaria senza distruggere
il pianeta. Di fronte ad una necessità energetica sempre crescente, l’utilizzo
di un bio-carburante ecologico, indipendente sia dalle oscillazioni del prezzo
del petrolio sia dalle instabilità politiche, consentirebbe non solo di ridurre
le spese dei consumatori ma anche, allo stesso tempo, di migliorare la qualità
dell’ambiente.
Credo che
invenzioni di questa portata ci diano maggiore tranquillità per il futuro,
nostro e soprattutto delle Nuove Generazioni.
Ciao!
Mario
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