giovedì, settembre 04, 2014

IBM HA INVENTATO “TRUENORTH”, IL SUPER COMPUTER CAPACE DI IMITARE IL CERVELLO UMANO. QUESTO “SUPERCHIP-MINI CERVELLO UMANO” SARÀ LA BASE DI PARTENZA DI UNA VERA INTELLIGENZA ARTIFICIALE?



Oristano 4 Settembre 2014
Cari amici,
la prima notizia è apparsa sulla rivista Science: la IBM ha realizzato un nuovo super computer, chiamato TrueNorth, un potente e piccolissimo micro chip, capace di imitare il cervello umano!  
TrueNorth, grande quanto un francobollo, incorpora 5,4 miliardi di transistor, il numero più elevato che IBM abbia mai messo su un chip; dispone inoltre di 1 milione di “neuroni programmabili” e 256 milioni di “sinapsi programmabili”, una straordinaria novità assoluta! Certamente un milione di neuroni sono ben poca cosa, rispetto ai 100 miliardi di neuroni del cervello umano, ma abbastanza, per svolgere in autonomia attività di elevata difficoltà. Non solo, il consumo energetico del nuovo super computer è di soli di 70 milliwatt, ovvero la stessa potenza di un apparecchio acustico, mentre gli attuali processori Intel dei PC di oggi (che al massimo possono avere 1,4 miliardi di transistor), consumano “ben”  35-140 watt!
Il nuovo super processore che imita il nostro cervello è in grado di “ragionare”, riconoscere cioè modelli e fare delle scelte, basandosi sulle sue reti densamente interconnesse di transistor, ora definiti “neuroni” elettronici. In sintesi TrueNorth risolve i problemi non attraverso la “forza bruta” dei calcoli matematici, come succede agli odierni processori, ma è in grado, nel suo ambiente operativo, di gestire “logicamente” un problema e intervenire in tempo reale per risolverlo. Per gli esseri umani fare queste cose osservando un fenomeno, è normale, ma per le macchine il ‘ragionamento logico’ è sempre stata una barriera difficile da superare. Almeno sino ad ora. Il “super-chip”, oggi alla sua seconda versione (la prima uscita è stata nel 2011), è ancora in fase sperimentale e non è ancora disponibile per applicazioni commerciali, ma l’attesa è forte.
In effetti la notizia della sua uscita ha scatenato un acceso dibattito nella comunità scientifica e tra gli esperti di settore che vedono nel TrueNorth una rivoluzione assoluta! “Un risultato notevole in termini di scalabilità e basso consumo energetico“, ha detto Horst Simon, vice direttore del Lawrence Berkeley National Laboratory che ha paragonato la nuova macchina all’avvento dei “super computer paralleli” degli anni ottanta, che in quegli anni significava “passare da una semplice strada a due corsie ad un’autostrada”.  Per molti scienziati l’innovazione di IBM, benché ancora in fase sperimentale, potrebbe aiutare a superare, come prestazioni, i limiti dell’architettura di Von Neumann, il sistema matematico su cui finora si sono basati quasi tutti i computer costruiti dal 1948 ad oggi. Per Terence J. Sejnowski, direttore del Laboratorio di Neurobiologia Computazionale del Salk Institute, questa scoperta è l’inizio di una nuova era:  il chip TrueNorth riveste la stessa importanza che ha avuto il primo transistor”.
L’interesse creato dalla nuova macchina risulta ancora più evidente per il fatto che gli studi risultano finanziati dalla Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), il forte braccio operativo del Pentagono, nel quadro di un programma chiamato Systems of Neuromorphic Adaptive Plastic Scalable (SyNAPSE). Questo “Super Chip” è il primo al mondo a poter essere definito "neuro-sinattico"; secondo i ricercatori ha un incredibile potenziale, capace di venire incontro ad una miriade di esigenze: potrà essere usato negli occhiali per chi ha la vista danneggiata, per effettuare immediate diagnosi mediche per immagine, in grado di rilevare i primi segni di una malattia, per guidare con sicurezza auto senza conducente, così come, ad esempio, per potenziare i data center o far funzionare nuovi telefoni intelligenti, guidare e gestire telecamere o robot. Certo questo importante “cervello artificiale” è ancora uno strumento da perfezionare, che potremo definire ancora “in fasce”, che dovrà fare ancora molta strada prima di potere realmente essere fruibile nella vita di tutti i giorni, ma le premesse ci sono tutte!
Cari amici, credo che questa nuova invenzione ci avvicini sempre di più al sogno della creazione di una vera intelligenza artificiale che, un domani forse non più tanto lontano, oltre che rendere la vita lavorativa e di relazione molto più facile e semplice, potrà dare un aiuto concreto a risolvere i problemi creati dalle grandi malattie che affliggono l’uomo, come l’Alzheimer, il Parkinson, la Sclerosi e mille altre ancora, malanni spesso così invalidanti da annientare e rendere quasi inutile quella che definire vita è solo un’utopia.
Sono certo che abbiamo imboccato la strada giusta!
Ciao a tutti.
Mario

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