Oristano
11 Settembre 2014
Cari amici,
chi ha la mia età (sono
nato nel 1945) ha conosciuto anche i primi difficili tempi di questa
prestigiosa casa automobilistica fondata da Enzo Ferrari. Alcuni
studiosi che ne hanno riepilogato la storia attribuiscono alla Ferrari, come anno di
fondazione, il 1929 a Modena, dove operava come “Scuderia Ferrari S.A.”, ma ad essere precisi quella Scuderia non
produceva automobili proprie, era soltanto un’azienda di “preparazione” di
vetture Alfa Romeo, che allora partecipavano a diverse competizioni.
Enzo
Ferrari rivestiva all’epoca la carica di Direttore del reparto corse
dell’Alfa. La casa costruttrice vera e propria nacque
ufficialmente il 13 settembre 1939 a Modena, con la fondazione da parte di Enzo
Ferrari della Auto Avio Costruzioni.
Inizialmente l’azienda produceva componenti per velivoli, e solo a partire dal
1947 avviò la costruzione di autovetture, che da allora diventò l'attività
principale.
La prima autovettura
costruita, in soli due esemplari, fu la Auto
Avio Costruzioni 815, datata 1940, mentre la seconda, sempre in soli due
esemplari, fu la Ferrari 125 S, la
prima in assoluto a portare il nome
Ferrari. Nel 1957 la Auto Avio Costruzioni cambiò
denominazione prima in Auto Costruzioni
Ferrari, diventata poi SEFAC
(Società Esercizio Fabbriche Automobili e Corse) S.P.A. il 26 maggio 1960, ed
infine Ferrari S.P.A. nel 1965. Nel 1969 la Ferrari S.P.A. entrò a far
parte del gruppo FIAT. Nel 1988, alla scomparsa di Enzo Ferrari, il pacchetto
azionario divenne per il 90% della FIAT mentre l'altro 10% rimase al
figlio Piero Lardi Ferrari, che rimase operativo in azienda come
vice presidente. Negli anni successivi quote minoritarie della Società
passarono di mano: nel 2006 il 5% delle azioni fu acquisito
da una società finanziaria degli Emirati Arabi Uniti, la Mubadala, società che
promosse anche la costruzione del Ferrari World ad Abu Dhabi. Ferrari
ritornò poi in possesso di questo 5% nel corso del 2010.
In questi anni i marchi
Ferrari e Scuderia Ferrari
iniziarono a essere usati per una vasta gamma di prodotti: capi di
abbigliamento, orologi, occhiali, profumi, ecc. creando, intorno alle auto di
lusso e da corsa, un mito che ormai era diventato unico. La vera passione
di Enzo Ferrari, nonostante gli ottimi affari derivanti dalla vendita di
autovetture, fu, però, sempre quella dei bolidi “da corsa”, e, anche dopo la
sua scomparsa e l’acquisto del pacchetto di maggioranza da parte della Fiat
l’indirizzo non fu cambiato. La Ferrari è oggi l'unico team ad
aver partecipato a tutte le edizioni del Campionato del Mondo di Formula 1 e,
soprattutto, la scuderia Ferrari èquella che vanta il maggior numero di successi: il record di 15 titoli di Campione del mondo piloti (conseguiti nel1952, 1953,
1956, 1958, 1961, 1964, 1975, 1977, 1979, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, e nel
2007), il record di 16 titoli di
Campione del mondo costruttori (1961, 1964, 1975, 1976, 1977, 1979, 1982,
1983, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004,2007, e nel 2008) ed il record di 221 vittorie in un Gran Premio (dati aggiornati al
giugno 2013).
Il suo simbolo, noto in
tutto il mondo, è il Cavallino Rampante,
simbolo di coraggio e temerarietà; era questo, originariamente, l'emblema
personale del Maggiore Francesco Baracca, asso della prima guerra mondiale, che
lo faceva dipingere sulle fiancate dei suoi velivoli. Nel 2014, per la seconda
volta consecutiva, il marchio del
cavallino Ferrari (per l’esattezza dicitura Ferrari più logo del cavallino
rampante su sfondo giallo quadrato con bande tricolori) viene riconosciuto come
brand più influente al mondo in assoluto
(superando ancora una volta Coca Cola), secondo l’annuale classifica di
Brand-finance. Ecco la motivazione: “il Cavallino rampante su sfondo giallo è
immediatamente riconoscibile in tutto il mondo anche dove non ci sono ancora le
strade. Nel suo Paese natale e tra i suoi molti ammiratori in tutto il mondo la
Ferrari ispira molto più della lealtà al brand, più di un culto e una devozione
quasi religiosa”. Il marchio Ferrari è anche il 35° di maggior valore
al mondo (valutato quattro miliardi di dollari).
Gli ultimi 23 anni
hanno visto al comando della grande Ferrari Luca Cordero di Montezemolo (entrato in
Ferrari nel 1991). Sono stati anni ruggenti: la scuderia Ferrari ha conquistato
6 titoli piloti, 8 di costruttori e 118 Gran Premi. A partire dal 2008, però,
le vittorie non arrivarono più. Misteriosamente, per le ragioni più disparate,
sono state altre case ad inanellare vittore nei gran premi e titoli mondiali
piloti e costruttori. Questo lungo digiuno ha guastato i rapporti tra
Marchionne e Montezemolo, tanto da creare tensioni non più superabili. Dopo un
lungo braccio di ferro proprio da poche ore i due sono arrivati al rush finale: ieri 10 settembre 2014 dal gruppo Fiat Chrysler Automobiles è stato annunciato che
Luca Cordero di Montezemolo ha presentato le dimissioni da Presidente della Società,
carica che lascerà ufficialmente a metà Ottobre, a conclusione dei
festeggiamenti dei 60 anni di Ferrari in America. Prenderà il suo posto l’A.D.
del gruppo Fiat Sergio Marchionne.
Cari amici, credo che
anche in questo caso, come in altri recenti, ci sia un serio pericolo di
dismissione di un altro “pezzo” della nostra grande industria italiana a favore
di qualche altro Paese. Non si contano più, ormai, i “grandi marchi” italiani
che di italiano ora hanno solo il nome. Uno per tutti Alitalia, finita agli
arabi, e anche Ferrari potrebbe fare la stessa fine. Le rassicurazioni espresse da
Sergio Marchionne credo che non tranquillizzino nessuno. Il pericolo lo si
rileva, anche se velatamente, dalle parole di Montezemolo, che non ha escluso
che il marchio possa, davvero, lasciare il nostro Paese.
In tanti, con grande
tristezza, continuiamo ad assistere giorno dopo giorno alla dismissione del
nostro patrimonio, una volta simbolo ed orgoglio della nostra nazione.
Personalmente mi sembra di osservare la nostra povera Italia paragonandola ad un nobile
decaduto che, pezzo dopo pezzo, prima aliena la terra poi le case e le
aziende ed, infine, si priva anche dei
mobili e dei gioielli di famiglia. Spero con tutto il cuore che come Nazione non precipiteremo così in basso!
Ciao.
Mario
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