Oristano
7 Giugno 2014
Cari amici,
sono stato uno a cui il
“fai da te” è piaciuto fin da ragazzino. Il mio primo scaffale per i pochi libri
che allora possedevo me lo sono costruito da solo con il legno di vecchie
cassette (chissà perché allora si chiamavano cassette di sapone…), con ripiano e
rivestimento ricavati da ritagli di masonite, scarti del rifacimento del tetto di casa.
Erano gli anni del primo dopoguerra, quando c’era poca disponibilità di tutto:
l’unica cosa che allora abbondava era la buona volontà e la voglia di
ricominciare. Migliorate le condizioni di vita, la passione per il “recupero”, per il riciclo, tuttavia, non mi ha mai
abbandonato: man mano che il tempo passava e avanzava prepotentemente la nuova
stupida “civiltà dell’usa e getta”,
io fortunatamente non ne sono rimasto contagiato, restando fermo sulle mie radicate posizioni dell’“usa e recupera”.
Nei giorni scorsi, complice
la mia innata curiosità, sfogliando le innumerevoli notizie che Internet sforna
in continuazione, mi hanno incuriosito alcune interessanti idee sul recupero
dei “pallets”, quei grandi bancali in legno utilizzati
per la movimentazione meccanica delle merci. Il pallet (è questo il termine
internazionale che lo identifica in tutto il mondo), insomma, da pedana nata per collocare materiali o prodotti da
trasferire con facilità, permetterne lo stoccaggio, la movimentazione ed il
trasporto, recuperato e trasformato in altri oggetti utili. Le origini del pallet risalgono alla seconda guerra mondiale,
quando gli americani lo utilizzarono, in ambito militare, per trasportare le
merci in Europa. In breve tempo, considerata l’accertata utilità e la facilità
d’uso, questo nuovo strumento si diffuse velocemente nel campo commerciale civile, ed oggi risulta diffuso su larga scala in tutto il mondo.
Alla stessa stregua
degli imballaggi questi pratici ripiani, queste “basi d’appoggio”, costruite in legno
robusto e capaci si sopportare pesi anche considerevoli, dopo l’uso iniziale finiscono
normalmente accatastati in grandi spazi aperti, destinati per lo più a perdersi,
diventati praticamente un rifiuto, o tutt’al più scarto di legname da bruciare. L’Italia
di questi materiali ne ha in abbondanza: è il secondo produttore europeo di pallets; basti pensare che ogni anno ne sforna
circa 10 milioni, destinati ai più svariati usi industriali. Eppure, a ben pensare, il triste destino
di questi robusti supporti, potrebbe cambiare. Esaurito l’uso originario essi potrebbero,
con l’aiuto della nostra bella fantasia e una modesta capacità artigianale "fai da te",
essere trasformati in qualcosa di ancora molto utile: per fare un esempio essere trasformati in
complementi di arredo, come portaoggetti, tavolini, contenitori per l’orto, strutture d'appoggio per la casa (per tutti gli ambienti, dal soggiorno alla camera da letto),
e tanto altro; non c’è un limite di utilizzo, se la nostra mente è fantasiosa, per
questi robusti materiali, trasformabili con poca spesa, in oggetti semplici e di buona
utilità. Ecco, per la Vostra curiosità, alcuni esempi di come
riciclare un pallet seguendo l’istinto e lasciando libero sfogo alla fantasia.
Se abitiamo in un casa
di campagna e lo spazio è abbondante (ma l’utilizzo vale anche per le case ed i
piccoli appartamenti di città), uno dei modi più semplici è quello di usare i
pallets per arredare un piano rustico, con cucina, soggiorno ed eventualmente
anche camera da letto e servizi per gli ospiti. I pallets, per chi ha la
passione del “fai da te”, in questo caso sono una vera e propria manna. Procurato un buon numero di pallets potremo partire, per esempio, dal tavolino centrale.
Un pianale non troppo grande può essere abilmente
carteggiato con facilità, dotato di ruote, verniciato del colore preferito e
poi messo al centro tra le poltrone: farà la sua magnifica figura. Se il lavoro
ci ha entusiasmato e non abbiamo ancora a disposizione le poltrone per
conversare in compagnia con gli amici, possiamo anche pensare di costruircele,
proprio utilizzando diversi altri pallet. Assemblandoli (riducendo necessariamente alcune
parti), è possibile creare il fondo, lo schienale e i braccioli; le poltrone
risultanti, o addirittura il divano, saranno belli robusti e anche comodi, se
rivestiti con dei bei cuscini, magari fatti anch’essi a mano! Con lo stesso
materiale potrà essere realizzato anche l’angolo relax, gli sgabelli e il mobile-bar;
anche le luci soffuse alle pareti, se realizzate con la giusta fantasia,
possono dare un tocco di piacevole rustico, così come farebbero la loro bella
figura una colorata libreria, un porta riviste, una cantinetta per le bottiglie
del vino o il carrello portavivande.
Dopo aver portato a
termine l’arredamento della cucina rustica, potremo pensare anche alla camera
da letto. Quattro bei robusti bancali possono sostituire le reti a doghe di un comodo
letto matrimoniale (per uno singolo ne bastano due); un pallet di tipo più
leggero può essere utilizzato come testiera, mentre, rimpicciolendone alcuni, si
possono realizzare dei curiosi e colorati comodini. Un alto e soffice materasso
consentirà un dolcissimo riposo, in un ambiente rustico che concilia certamente
il sonno! Sarà la fantasia di chi abita questa casa “personalizzata” a dare il
suo personale “tocco di classe”: con i giusti abbinamenti, la scelta dei
colori, la necessaria funzionalità. Anche il lettino/culla può essere
realizzato con la stessa tecnica e con un risultato gradito e piacevole. Neanche
il bagno sfugge alle mille possibili soluzioni di utilizzo delle robuste pedane
di legno. Mobiletti, lampadario, porta sapone, porta asciugamano ed altro,
tutto variamente colorato, possono completare l’arredo di un personalissimo bagno.
Senza dimenticare l'arredo degli spazi esterni all’abitazione, dove la fantasia può sbizzarrirsi e scatenarsi
ancora di più con l'utilizzo di questi materiali, a partire dalla sistemazione dei
loggiati della casa.
All’aria aperta il
pallet trova il suo mondo ideale: diventa ancor più utile che…in casa! Tavolini, poltrone, panche, luci
esterne, scaffali per la veranda, portafiori, nella è precluso alla fantasia di
un padrone di casa curioso e sognatore: come un carrello-porta televisore, uno
scaffale per le bottiglie dell’aperitivo o del digestivo, un appendiabiti, o
una sdraio-prendisole con le ruote, per l’abbronzatura nelle prime giornate di
sole primaverile. Un lungo tavolo per la cena all’aria aperta potrà essere il
punto centrale di incontri amichevoli in tutti i sensi!
Cari amici, è la nostra
fantasia quella che ci consente di vivere i nostri spazi, nel modo a noi più
conveniente e congeniale. In periodi come quello che stiamo vivendo, dove l’abbondanza ha lasciato spazio (forse troppo) alle
vacche magre, la nostra saggezza, unita all’ironia ed alla “fantasia senza
sprechi”, sarà quel filo conduttore che ci farà muovere nella giusta direzione.
Per me, uomo dell’altra generazione, forse è più facile che per i giovani di oggi, ma
tutti, bene o male, dovranno adattarsi a vivere in un mondo dove gli sprechi
saranno velocemente cancellati del tutto. L'avventura tristissima dell'usa e getta ha dimostrato di non aver pagato, ed è servita sopratutto ad inquinare, spesso in modo inrreversibile, il mondo. Credo che in tanti dovranno sicuramente fare, volenti o nolenti, di
necessità virtù!
Grazie, amici, della
Vostra splendida attenzione.
Mario
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