Oristano
3 Giugno 2014
Cari amici,
ho partecipato con vero
piacere ieri alla Giornata Regionale delle Comunicazioni Sociali, presso il Seminario Arcivescovile di
Oristano. L’incontro, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Sardegna,
dall’UCSI Sardegna e dalla FISC Sardegna, intendeva mettere a fuoco il livello
della comunicazione sociale e dell’informazione cattolica presente nella Regione
Ecclesiastica della Sardegna nell’era del digitale.
Alto il livello dei
relatori, ospiti del nostro Arcivescovo S.E. Mons. Ignazio Sanna: S.E. Mons.
Paolo Atzei, Arcivescovo di Sassari e Delegato per le Comunicazioni sociali
della Conferenza Episcopale Sarda, Dr. Francesco Birocchi, Presidente
Assostampa Sardegna, Dr. Filippo Peretti, Presidente dell’Ordine Regionale
Giornalisti della Sardegna, Dr. Marco Piras, Direttore dell’Arborense e
Delegato regionale Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Dr. Mario Girau,
Presidente regionale Unione Cattolica Stampa Italiana, S.E. Mons. Claudio
Giuliodori, Presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le
comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana. Gradita e
prestigiosa la presenza del Dr. Franco Siddi, Segretario Generale del FNSI.
Dopo i saluti e gli
onori di casa del nostro Arcivescovo Monsignor Sanna, si sono alternati al
microfono Mons. Atzei, Francesco Birocchi, Filippo Peretti, Marco Piras e Mario
Girau. Il tema principale ruotava ovviamente sui nuovi sentieri da percorrere,
sugli spazi e le opportunità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione per
l’informazione cattolica nelle varie Diocesi dell’Isola. Il punto centrale
ruotava sul profilo professionale dell’operatore dell’informazione cattolica,
sulla Sua capacità di dialogo e sulla rispondenza riscontrata, in un mondo,
quello odierno, sempre più digitalizzato e diventato “sempre più virtuale e
meno fisico”, dove agli incontri di catechesi in luoghi fisici (come gli
oratori) sono subentrati quelli su
“luoghi virtuali” (come facebook o twitter).
L’intensa mattinata si
è conclusa con la dotta relazione di S.E. Mons. Claudio Giuliadori, che nel Suo
lungo e appassionato ragionamento ha evidenziato la necessità di una
comunicazione tesa ad un’autentica “cultura
dell’incontro” di alto livello etico. Nell’era del digitale è necessario
riscrivere i vecchi schemi, ha detto, scegliere con attenzione i target di
riferimento: comunicare non calando dall’alto la comunicazione, per quanto
dotta, ma facendola diventare “comunicazione-condivisione”. Al termine è
seguito un dibattito, aperto da Francesco Birocchi, che ha evidenziato come nell’era
del digitale si sia “persa per strada” la qualità della comunicazione,
riferendosi in particolare alla sintetica e sgrammaticata comunicazione messa
in atto dai giovani sui social network come facebook o twitter.
La ripresa pomeridiana
ha dato il via agli interventi programmati, messi in atto per evidenziare lo
“stato dell’arte” del sistema comunicativo in essere in Sardegna. Ha aperto don
Giulio Madeddu, sul rilancio della Pastorale delle comunicazioni sociali e, a
seguire, Padre Tarcisio Mascia, che ha illustrato il sistema di Web TV, messo
in piedi dai cappuccini di Cagliari; Don Ignazio Serra ha ripercorso, con un
gradevole Power Point, i sentieri percorsi in tre lustri dalle nuove tecniche
comunicative informatiche, mentre Suor Agnese Rivoira ha esposto la situazione
non proprio rosea della storica casa editrece cattolica delle Paoline. Ha
concluso Franco Siddi, con una riflessione finale sulla situazione generale degli operatori della comunicazione in Italia, con particolare riferimento a quelli della carta stampata.
Cari amici,
all’interessante “Giornata della Comunicazione”, che ho seguito con molto
interesse, vorrei aggiungere la mia personale visione ed opinione. Partendo dal
principio noto che comunicare, oggi, equivale ad esistere (perché è pur vero
che chi non comunica non esiste), credo che la vera essenza del “comunicare”
stia proprio nel binomio COMUNICAZIONE = CONDIVISIONE. Se in passato bastava
“predicare” con belle parole, che normalmente venivano recepite, oggi è
necessario che l’input comunicativo abbia in risposta un immediato feedback,
possibilmente positivo. Per fare questo chi comunica deve adeguare il suo
linguaggio a quello del target di riferimento, altrimenti la comunicazione
perderebbe in tutto o in parte la sua efficacia. Questo significa che il comunicatore
deve avere una grande capacità e abilità di linguaggio, in grado di dialogare
con il dotto, come con il poco colto, con il vecchio come con il giovane amante
di facebook o twitter. Il suo stile comunicativo deve essere camaleontico, a
volte anche criptico, capace di lanciare uno snello “cinguettio” su twitter,
come una dotta relazione accademica rivolta ad un esperto.
Comunicazione, quindi
come “autentica cultura dell’incontro”.
Non abbiamo paura, dunque, di abitare il nuovo ambiente dei Media, che costituisce
la nuova frontiera della moderna conquista umana sulla comunicazione. E’
necessario che, noi per primi, passiamo senza timore dall’ignoranza (digitale)
alla conoscenza, portando gli altri a farlo, senza indugio. Le strade digitali,
cari amici, sono ormai affollate come quelle vere! E’ su queste nuove strade
che noi dobbiamo portare, novelli apostoli del Terzo Millennio, la parola di
Dio, con professionalità e senza timore alcuno!
Mario Virdis
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