giovedì, dicembre 04, 2025

LA STRESSANTE VITA NEL TERZO MILLENNIO. QUANDO LA STANCHEZZA SI IMPADRONISCE DI NOI, SONO LE NOSTRE MEMBRA AD ARRENDERSI O IL CERVELLO?


Oristano 4 dicembre 2025

Cari amici,

A volte ci capita di sentirci stanchi appena alzati, anche se la notte abbiamo dormito regolarmente. Se proviamo a chiederci la motivazione di questa stanchezza che avvertiamo, ci viene il sospetto di avere delle carenze nell’organismo, costringendoci ad andare dal medico, che, spesso, fatica a trovare le reali motivazioni di questo stato di poche forze. Le ultime indagini della scienza, sul tema della perenne stanchezza, aprono ora nuovi scenari che riconducono questo male a ragioni più complesse del normale caso di eccessivo dispendio di energie.

Secondo un recente studio, che ha analizzato dati provenienti da 32 Paesi, si è rilevato che ben 1 adulto su 5 presenta livelli di affaticamento problematici. Questi sono soggetti che si sentono stanchi tutto il giorno, a prescindere dall’impegno lavorativo. In gergo medico questo sintomo è definito con un acronimo “TATT”, che in inglese sta per “Tired All The Time”, ovvero sempre stanco. Gli scienziati hanno scelto di indagare su questa stanchezza perenne così sentenziando: «Il fatto che così tante persone in buone condizioni di salute si sentano così stanche non sembra avere un senso. Molti, almeno in Occidente, hanno un facile accesso a molte più calorie di quelle di cui hanno realmente bisogno. Se sentirsi bene fosse semplicemente una questione di calorie, energia fuori, saremmo tutti pieni di forza e vigore».

Si, amici, finora la ricerca medica metteva in relazione l’energia presente nel corpo con la forza necessaria al lavoro da fare. Quindi un corpo ben nutrito dall’industria alimentare presentava una bella dose di energia, fornita da beveroni energetici, integratori e snack proteici, oltre la normale alimentazione. Ora gli studiosi sono arrivati alla conclusione che è, invece, il nostro cervello a valutare quanta energia serva all’organismo in quel preciso momento, e se questa sia disponibile per le nostre cellule, a prescindere dall’alimentazione fisica. La sensazione di sentirsi affaticati, dunque, non sempre dipende dal reale apporto energetico a disposizione del nostro corpo in quel momento.

Si, amici, Le ultime ricerche sulla stanchezza cronica hanno preso in considerazione il “MECCANISMO DI ENTEROCEZIONE”, quel processo con cui il cervello, di momento in momento, valuta quanto e come distribuire questa energia. Nel costante dialogo corpo-cervello si tratta quindi di capire da dove proviene il segnale per risparmiare energia. A questo fine sarà allora fondamentale prendere in considerazione l’attività dei mitocondri, le centrali energetiche dell’organismo. Al loro interno avvengono quei processi biochimici che forniscono alle cellule l’energia di cui hanno bisogno per tutte le loro funzioni vitali. Quando i mitocondri non lavorano in modo efficiente, le persone si sentono letargiche e stanche.

Senza dimenticare, comunque, lo “STRESS” fisico ed emotivo. Secondo uno studio di Martin Picard della Columbia University di New York e del suo gruppo di lavoro, lo stress aumenta del 60% la velocità con cui le cellule bruciano energia. Questo è in parte dovuto al fatto che i mitocondri, che producono anche cortisolo, l'ormone dello stress, capace di inviare come una specie di segnale di autorizzazione che avverte: il corpo non ha energia necessaria per affrontare una sfida in arrivo.

Il risultato? La percezione della fatica da parte del cervello non segue l’effettivo apporto energetico del corpo. La valutazione fatta dal cervello sullo stato del nostro organismo, quindi, potrebbe spiegare perché è perfettamente possibile dormire bene e sentirsi ancora esausti al risveglio, al pensiero di una lunga giornata di riunioni stressanti. Allo stesso modo, una buona notizia arrivata inaspettata, può tradursi in una spinta energetica istantanea: anche in questo caso, lo stato energetico del corpo non è cambiato, ma la previsione del cervello sulla forza con cui poter lavorare ha trasformato la situazione.

Cari amici, uno dei rimedi possibili è trovare il tempo per svolgere dell’attività fisica; ciò costringe il corpo ad aumentare la produzione di energia, cancellando i mitocondri inefficienti e sostituendoli con quelli freschi che funzionano meglio. Infine, dice Martin Picard, «Non dimentichiamo mai che le persone che ci circondano influiscono sui livelli di energia in un senso molto reale. È bene sapere che il nostro corpo e il cervello sono cablati in modo che, nella giusta compagnia, si trovi abbastanza energia per vivere la giornata».

A domani.

Mario

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