venerdì, dicembre 26, 2025

C'È UN'AZIENDA DI CUI POCO SI PARLA, ALQUANTO RISERVATA MA POTENTISSIMA, È LA “PALANTIR”. IL SUO COMPITO? SORVEGLIARE L’OCCIDENTE.


Oristano 26 dicembre 2025

Cari amici,

In un mondo sempre più conflittuale, dove si tenta di far prevalere la legge del più forte, per garantire la necessaria tranquillità sono sempre più necessari controlli stringenti per bloccare gli operatori del terrore. Una delle strutture operative su questo fronte è la “PALANTIR”, una realtà di cui non si parla molto, in quanto la sua attività è molto riservata. Nata dopo l'11 settembre per aiutare la CIA a dare la caccia ai terroristi autori dell’assalto alle Torri Gemelle, questa società (privata) oggi collabora, con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale (l'AI), alla preparazione di guerre di difesa, oltre ad operare sulla gestione di sanità e logistica dei Paesi occidentali. Un compito mica di poco conto, per cui la riservatezza risulta chiaramente d’obbligo, Tra sussurri e grida, tra accordi più o meno segreti e accuse di sorveglianza di massa, cerchiamo di capire insieme chi è davvero la Palantir.

La società è stata fondata da Peter Thiel e Alex Karp, due figure chiave della Silicon Valley. Il primo, che è anche cofondatore di PayPal, è un imprenditore miliardario, vicino alla nuova destra americana, il secondo, attuale CEO di Palantir, ha fondato in età giovanile la Caedmon Group, una società di gestione di investimenti, successivamente chiamato da Thiel a fondare con lui proprio la Palantir. Questa startup, nata nel 2003 come società di data mining per combattere la “guerra al terrore”, dopo l'attacco alle Torri Gemelle, è diventata oggi un'infrastruttura software che si insinua nei punti nevralgici di Stati, eserciti e grandi aziende per la raccolta dei famigerati Big Data.

Il curioso nome dato dai fondatori alla società  deriva dal termine PALANTIRI, un termine usato per le pietre veggenti che troviamo nel mondo immaginario dei libri di J.R.R Tolkien, il noto scrittore (tra gli altri...) del libro "Il Signore degli Anelli". Nell'immaginario mondo di Tolkien, chi possedeva questa pietra nera di cristallo poteva osservare la realtà da lontano. Sauron, l'Oscuro Signore di Mordor, il malvagio e potentissimo antagonista della saga, utilizzava il Palantiri per controllare e manipolare i suoi servi. Oggi questa azienda rappresenta il crocevia più emblematico tra A.I, difesa e governance dei dati dell'Occidente, molto più influente di quanto suggerisce la sua scarsa esposizione. Diventata in pochi anni uno dei nomi più discussi della nuova corsa all’Intelligenza Artificiale, nonostante sia rimasta a lungo nell’ombra rispetto a colossi come Nvidia, Meta o Amazon. È proprio nel nome Palantiri - Coloro che sorvegliano da lontano – che è racchiusa (forse) la sua vera natura.

Ma in cosa opera nel dettaglio la società Palantir? Al netto delle slide marketing, Palantir vende piattaforme software – Gotham, Foundry, Apollo e AIP – che servono a prendere dati frammentati, spesso incompatibili tra loro, e trasformarli in scenari operativi e flussi d'azione per chi deve decidere. Gotham è il cuore del Palantir 'da guerra': viene usato in teatri come Iraq, Afghanistan e, più recentemente, nei contesti mediorientali e ucraini per integrare intelligenza sul campo, immagini satellitari, log di droni e archivi militari. La stessa logica vale per operazioni antiterrorismo, programmi di contro-insurrezione e supporto ai comandi con strumenti di simulazione e targeting.

Foundry, invece, parla il linguaggio delle fabbriche, delle banche e degli ospedali: qui l'idea è creare un “gemello digitale” dell'organizzazione, con linee produttive, fornitori, pazienti o asset finanziari rappresentati come oggetti collegati tra loro da relazioni e flussi. Su questo gemello digitale si costruiscono applicazioni per previsione della domanda, manutenzione predittiva, ottimizzazione logistica o analisi cliniche, spesso con integrazione diretta di modelli di AI e motori di ottimizzazione.

Apollo è il layer che tiene tutto in piedi dal punto di vista DevOps: un sistema di delivery continuo che consente di distribuire e aggiornare Gotham e Foundry in ambienti ibridi – cloud pubblici, infrastrutture on premise ultra sicure, Edge in teatri bellici – gestendo policy e vincoli di connettività. AIP (Artificial Intelligence Platform) è il “collante AI”: collega LLM e altri modelli al dato reale dell'organizzazione, permettendo di costruire agenti, automazioni e applicazioni generative mantenendo il controllo su permessi, audit, mascheramento e tracciabilità delle decisioni.

Durante la pandemia, Palantir è uscita dai circuiti militari per entrare a pieno titolo nella gestione delle emergenze sanitarie: negli Stati Uniti; i suoi sistemi sono stati usati per tracciare contagi, disponibilità di letti e logistica dei vaccini, consolidando relazioni con agenzie federali della salute. Nel Regno Unito, la società si è aggiudicata il maxi-contratto per la Federated Data Platform del NHS England, uno strato di integrazione che deve unificare dati clinici e gestionali per agire su liste d'attesa e pianificazione delle risorse.

In Europa il nome Palantir emerge ad intermittenza nel dibattito su difesa, intelligence e gestione dei dati sanitari e fiscali, spesso oscillando tra la fascinazione per l'efficienza promessa e l'allarme per il potenziale invasivo di queste tecnologie. L'insieme di contratti con la NATO, progetti con governi europei e ambizioni nel mondo industriale alimenta il dibattito sulla sovranità dei dati, soprattutto in un'unione che a parole punta sull'autonomia strategica ma fatica a produrre alternative domestiche competitive. Per l'Italia, il coinvolgimento diretto a livello governativo è ancora relativamente limitato, ma alcuni grandi gruppi hanno iniziato a sperimentare Foundry per progetti di trasformazione digitale e gestione di supply chain complesse.

Cari amici, i sistemi di protezione adottati da PALANTIR, in particolare quelli più avanzati come questo, hanno, comunque, un prezzo da pagare: in primis uno spostamento progressivo del baricentro delle democrazie verso una governance guidata da sistemi opachi, difficile da valutare e spesso impermeabili al controllo parlamentare o della magistratura. La vera partita, soprattutto per Paesi come l'Italia, non è solo se abbracciare o meno Palantir, ma con quali vincoli normativi, quali obblighi di trasparenza, quali alternative tecnologiche – magari europee – e quanta capacità di dire “no” ad una simile infrastruttura che rischia di diventare, per inerzia, il nuovo standard di fatto del potere pubblico e privato. A volte il prezzo da pagare risulta davvero alto!

A domani.

Mario

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