martedì, febbraio 04, 2025

NEL NOSTRO LINGUAGGIO CORRENTE CI CAPITA DI USARE IL DETTO “PRENDERE UN ANNO SABBATICO”, MA NE CONOSCIAMO L'ORIGINE?


Oristano 4 febbraio 2025

Cari amici,

L‘ANNO SABBATICO, noto anche come “GAP YEAR”, rappresenta un periodo di stop, una pausa a cui studenti e lavoratori, spesso ricorrono, in momenti in cui ritengono di “staccare un po’ la spina”, oppure riflettere sul proprio futuro. Può succedere a studenti universitari, così come anche a docenti e manager, per ritrovare se stessi e magari fare esperienze che migliorano il proprio bagaglio culturale. L’anno sabbatico in Italia, a livello normativo, e regolato dalla legge (è la numero 53 del 2000), che stabilisce che possono chiedere l'anno sabbatico tutti di dipendenti, privati o pubblici, purché abbiano maturato almeno cinque anni di anzianità lavorativa in quell'azienda.

L'anno sabbatico, in realtà, è una forma di “congedo non retribuito” che consente ai lavoratori di assentarsi dal lavoro per dedicarsi ai propri interessi o ad esigenze personali per un periodo prolungato. Durante questo lasso di tempo, il dipendente non riceve lo stipendio, ma mantiene il diritto al proprio posto di lavoro. Ci si domanda: “Ma perché si chiama in questo modo? Perché ha origini molto antiche. L’espressione Anno sabbatico nasce nella cultura ebraica, in ebraico, infatti, shabbat significa sabato e, nella tradizione di quel popolo il sabato è la giornata del riposo.

Il riposo del sabato da un rimando immediato al suo originario significato: giorno di riposo e, insieme, giorno dedicato al Signore, per ringraziarlo del suo favorevole agire. L’opera creatrice di Dio trova il suo compimento quando Egli cessa di lavorare e si riposa, si distacca dal proprio lavoro e lo contempla (Genesi 2,2-3). All’essere umano viene chiesta la medesima cosa: non essere travolto da se stesso e dalla propria ansia di produrre, per non divorare le cose ed esserne divorato, ma per gustarle. Come Dio riserva il settimo giorno della creazione al proprio riposo, così, osservando il riposo del sabato, l’essere umano imiterà il suo Creatore (cfr. Esodo 16,23-30; 20,8-11). Dal riposo del sabato, parte attiva della creazione del mondo da parte di Dio, che il “settimo giorno si riposò”, nel tempo si arrivò ad “un anno sabbatico”, ovvero uno di riposo, ogni 7 anni, e questo diventava un anno del tutto particolare.

Nell'antica tradizione ebraica, a partire dal V secolo a.C., l'anno sabbatico era quel periodo durante il quale, in onore a Dio e secondo le leggi Mosaiche, si lasciava riposare la terra, si condonavano i debiti e venivano liberati gli schiavi. Schiavi, in quei tempi, erano quelle persone che, per debiti non pagati o reati commessi, dovevano lavorare per la famiglia del creditore fino a risarcirne i danni. Durante questo periodo il creditore provvedeva al mantenimento dello schiavo e, alla sua liberazione, gli versava una somma che gli consentisse di riprendere una vita normale. La restituzione, tuttavia, si concludeva in ogni caso nell'anno sabbatico, che cadeva ogni sette anni: per questa ragione si diceva che era fortunato colui che iniziava a pagare i propri debiti in un periodo alquanto vicino al settimo anno.

Amici, ho detto prima che oggi l’Anno sabbatico è chiamato anche con il termine “GAP YEAR”, un somigliante periodo che ha anch’esso una sua storia; GAP YEAR significa letteralmente “anno di intervallo”, e, nel mondo anglosassone, è una vera e propria tradizione che ha anch'essa origini antiche, poiché si tratta di una sorta di rivisitazione in chiave moderna del “Grand Tour”, lo storico viaggio di formazione nell’Europa continentale che facevano i giovani nobili borghesi anglosassoni vissuti tra il XVII e il XVIII secolo. E oggi, amici, quale motivazione e quale vantaggio possiamo trarre dall’utilizzo nel periodo della formazione o dell’attività lavorativa, dell’Anno sabbatico?

Si può sentire il bisogno di un Anno sabbatico per esempio al termine del completamento degli studi; questo stop può diventare un approfondimento prima di intraprendere l’attività lavorativa, migliorando il possibile successo personale e professionale. pianificando così, nel modo migliore, il percorso e la scelta. Può essere che si decida di svolgere un’esperienza all’estero, uno stage, un lavoro differente o un’attività di volontariato; insomma, un anno sabbatico dà la possibilità di conoscere ed entrare in contatto con nuove persone e fare networking.

I lavoratori nei vari settori merceologici possono utilizzare l’anno sabbatico per migliorare e velocizzare la loro carriera. L’avanzare della tecnologia impone conoscenze sempre più approfondite, come ad esempio imparare a parlare diverse lingue, oppure perfezionarsi nelle nuove tecnologie. I docenti, in particolare quelli universitari, possono usufruire di periodi di congedo per motivi di studio o trascorrere un anno sabbatico per potersi dedicare esclusivamente ad attività di ricerca e studio. Complessivamente è possibile usufruire di periodi di riposo sabbatico per non più di due anni accademici in un decennio, anche ripartiti in quattro semestri, al fine di agevolare le esigenze di funzionamento dell’attività didattica.

Cari amici, personalmente quando ripresi a frequentare l’Università da “Senior student”, dopo aver conseguito una laurea triennale in Comunicazione e una specialistica in Giornalismo, presi un anno sabbatico per riflettere se affrontare o no un ulteriore percorso: mi servì per stimolarmi a proseguire, e arrivai al conseguimento della laurea magistrale in Politiche pubbliche e Governance. (Nella foto sono all'Università di Sassari, con i ragazzi miei compagni di corso...dell'età di mio figlio!)

A domani cari lettori.

Mario

 

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