venerdì, febbraio 07, 2025

“NASCERE CON LA CAMICIA”: VENIRE AL MONDO IN QUESTO MODO, È "UN PARTO" ALQUANTO RARO, CHE, PROPRIO PER QUESTO, NEI SECOLI HA FATTO NASCERE DIVERSE LEGGENDE.


Oristano 7 febbraio 2025

Cari amici,

Capita, seppure non di frequente, di sentir dire dalle persone che frequentiamo, che una persona a noi nota ha avuto un bambino che è “NATO CON LA CAMICIA”. Si tratta, di un evento piuttosto raro, che capita a un neonato  su 80mila e, di recente, un parto simile si è verificato proprio agli inizi di questo 2025. La prima bambina che è venuta al mondo nell’ospedale di Verduno (Cuneo), Mirabel, è nata proprio «con la camicia»! Il parto della mamma, come hanno accertato i sanitari, è avvenuto «senza la rottura del sacco amniotico (in gergo, senza la rottura delle acque). Un evento come questo, amici, in passato non solo veniva considerato raro, ma addirittura miracoloso, tanto che nascituro era ritenuto portatore di poteri particolari, ovvero magici e di buon auspicio. Proprio da questa «rarità» derivò il detto popolare «nascere con la camicia».  

In realtà, come è ben noto alla scienza medica moderna, questo particolare parto, sempre alquanto raro e imprevedibile, non solo non è rischioso per il neonato, ma anzi gli evita in parte il trauma dell’uscita dal corpo della madre, facilitandogli in questo modo l’ingresso nel mondo esterno. Il bambino che nasce ancora avvolto dall’AMNIO, immerso in quel liquido amniotico che ha la temperatura corporea della madre, scopre il mondo in modo meno cruento.  Nell’utero, infatti, il feto è rimasto per tutto il periodo della gestazione all’interno dell’AMNIO, una membrana protettiva che, al momento del parto di norma si rompe (ecco perché si dice che alla donna “si sono rotte le acque”), facendo così fuoruscire il bambino.

Come accennato prima, il raro fenomeno è stato sempre considerato di buon auspicio. Dopo il parto, la placenta veniva messa da parte e religiosamente conservata. Si, la fuoriuscita del bambino dall’Amnio integro presso alcuni popoli era considerato un fenomeno causato da un intervento divino; in Francia, in questi casi, l’amnio veniva benedetto da un prete e – se assomigliava anche vagamente alla mitra episcopale – il neonato che lo portava addosso al momento della nascita, veniva consacrato alla vita religiosa. Al contrario, invece, alla metà del Cinquecento, nel Friuli, si sviluppò una setta (probabilmente eretica di appartenenti a un culto semi-cristiano), i Benandanti, i cui appartenenti dicevano di essere nati con la camicia, per cui si dichiaravano capaci di combattere la stregoneria, maghi e streghe.

Sui nati con la camicia, stante questi presupposti, fiorirono tantissime leggende. C’è chi riteneva che  i nati con la camicia fossero dotati di particolare eloquenza, proprio come San Giovanni Crisostomo e San Girolamo, a cui si deve la traduzione della Bibbia; nell’antica Roma, le levatrici vendevano quest'AMNIO particolare agli  avvocati ad altissimo prezzo perché, perchè si credeva che assicurasse un’eloquenza straordinaria e quindi potesse consentire di vincere tutte le cause. Un altro potere che veniva associato alla placenta integra era quello amoroso in quanto si utilizzava come ingrediente, insieme a molti altri, per realizzare le pozioni d’amore.

Nel tempo, amici, si sviluppò addirittura un vero e proprio commercio di placente (o di loro frammenti). Inoltre, la fortuna legata all’AMNIO si poteva anche “trasmettere”: spesso le madri la passavano sulle teste degli altri figli; in Dalmazia e nei Balcani, invece, la si usava per toccare i moribondi, e assicurare loro una migliore sorte dopo la morte. Questi particolari utilizzi furono fiorenti per tutto il Settecento e l’Ottocento e ancora all’inizio del Novecento si ha traccia della vendita di pezzettini  disseccati di placenta a Londra per la cifra di 20 sterline, una somma esorbitante per quei tempi.

Con la diffusione della religione cristiana il detto fortunato di "Nascere con la camicia" cambiò derivazione. Nel rito cristiano, al momento del battesimo di un neonato, viene posta sul petto del bambino la così detta Camicia battesimale (un tempo era appannaggio solo delle famiglie più abbienti, che la preparavano con stoffe preziose per farla indossare al bambino dopo la cerimonia), come spiega Gabriele Iannaccaro, professore di linguistica e glottologia all'Università di Stoccolma e all'Università Milano-Bicocca. In questo senso, possedere questa preziosa camicia, voleva dire appartenere ad una famiglia alquanto benestante, quindi, significava possedere una solida garanzia di buona sorte per tutta la vita del bambino.

Cari amici, la variante religiosa prima accennata, però, nulla toglie all’antica origine del detto “nascere con la camicia”, riferito a chi fosse stato partorito senza la rottura dell’Amnio, cosa che avrebbe garantito grande fortuna al neonato. Chiudo questa riflessione chiedendomi il perchè, ovvero per quale motivo il raro “nascere con la placenta intatta” avrebbe portato fortuna al neonato così concepito! A questo interrogativo ecco la risposta fornita dal professor Gabriele Iannaccaro: «Perché il ventre materno è simbolo di protezione, quindi, il fatto che il sacco amniotico che aveva accompagnato il neonato per mesi nel ventre materno, fosse rimasto intatto alla nascita, era sicura garanzia e protezione per il nascituro per tutta la sua vita!».

A domani.

Mario

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