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Due antichi popoli: i Mosuo e i Cherokee |
Oristano 14 febbraio 2025
Cari amici,
Oggi è il giorno dedicato al Santo degli innamorati: SAN VALENTINO. Auguri a tutti quelli che credono nell'amore, e nel rispetto degli altri, sempre! L'amore, quello che dovrebbe essere sempre il "MOTORE DEL MONDO", purtroppo è stato relegato in seconda fila, sostituito dall'odio e dall'indifferenza. Riscopriamo allora l'amore, il rispetto per gli altri, sostituiamo l'egoismo con l'altruismo, viviamo gli anni che ci sono stati concessi su questo mondo, in pace, amore e serenità, perchè la vita è solo un percorso, spesso breve e accidentato! Buon San Valentino a tutti!
Oggi, amici, il mio blog parla di "Parità di genere", ovvero di uguaglianza tra uomo e donna. Che l’uomo e la donna debbano
avere lo stesso valore, gli stessi diritti e gli stessi doveri, senza che un
“genere” arrivi a prevaricare l’altro, è una fatto che non dovrebbe avere contestazioni,
ma così non è. Non lo è da tempo e purtroppo continua a non esserci neanche oggi. Eppure, a BEN VEDERE, nella
fase iniziale della storia umana, l’uguaglianza di genere era presente,
o almeno era più presente di oggi. Uno studio effettuato da alcuni scienziati, come
ha riportato di recente il Guardian, ha rilevato che nella preistoria, ovvero presso
i nostri antenati, la relazione uomo-donna risultava ben più paritaria della
nostra.
Allora, perché successivamente
si è arrivati alla disuguaglianza, alla perdita della parità tra i due sessi? L’ipotesi
più concreta è che questo cambiamento di ruoli e di responsabilità sia avvenuto
con l’evoluzione, ovvero con il passaggio dalla fase iniziale della vita dell’uomo,
quando era ancora cacciatore/raccoglitore, a quella successiva, quando si
iniziò con l’allevamento e la coltivazione della terra. In questa trasformazione, con
la conseguente divisione dei lavori, la donna venne relegata in un ruolo
secondario rispetto all’uomo.
Secondo Mark Dyble, un
antropologo che ha condotto un particolare studio presso l’University
College di Londra, la disuguaglianza ha avuto inizio quando nella Comunità le
risorse hanno iniziato ad accumularsi (era nato il commercio), e questo continuò
a differenziare le attività svolte, iniziando prima a creare e poi a far
crescere la disuguaglianza tra uomo e donna, mandando in soffitta quei principi
egualitari illuminati prima in vigore, quell’uguaglianza che aveva ben regolato
la precedente vita comunitaria.
Amici, questi studi hanno
dimostrato inequivocabilmente che la ricercata uguaglianza di genere, non è
un’invenzione recente, in quanto agli inizi della civiltà umana l’uguaglianza
era la regola, che veniva saggiamente applicata senza prevaricazioni e dominio
da parte di un genere sull’altro. A chi pensa che questo studio si basi solo su
teoria, va detto che “quell’antica parità”, sotto certi aspetti è presente
anche oggi, in quanto praticata da alcune tribù rimaste per secoli fuori dalla
civiltà, popoli che hanno mantenuto le antiche abitudini dei popoli
cacciatori-raccoglitori.
In queste tribù, analizzate
dagli antropologi, si è potuto constatare che gli uomini e le donne godono
delle stesse identiche libertà, senza prevaricazioni, in quanto operano costantemente
su base egualitaria. A dimostrazione di quanto prima asserito, sono state
analizzate in particolare due Comunità, una presente e operante nelle valli delle
montagne dell’Himalaya, nelle province cinesi dello Yunnan e Sechuan,
prospicienti al Tibet, e l’altra nel in North Carolina, dove è presente una
comunità di indiani Cherokee, che vive in una riserva molto vicina al luogo in
cui vivevano gli antenati; qui essi vivono mantenendo la lingua cherokee e la
loro antica cultura nel modo più pieno possibile. Vediamo qualche dettaglio
della loro vita.
Il popolo dei Mosuo -
noto anche come popolo Moso o Mosso, che abita le montagne dell’Himalaya, è considerato
dagli antropologi un popolo più unico che raro; composto da una popolazione di
circa 50mila persone, vive una vita sociale matrilineare. La singolarità dei
Mosuo è data soprattutto dal fatto che le donne vivono una vita libera, senza
la necessità di sposarsi. Hanno dei figli che assumono il cognome della madre, convivono
ma possono anche avere gli amanti che vogliono. Le coppie, anche avendo figli, non
vivono insieme e, ovviamente, non si crea tra loro alcun vincolo legale.
I figli dei Mosuo
crescono con la mamma, i nonni e gli altri nipoti. In questo popolo in effetti
non esiste la gelosia! Se l’uomo vuole contribuire alla crescita della prole e
alla sua educazione, deve farsi accettare dalla famiglia della donna e,
soprattutto, dalla matriarca. Solo in questo caso entrerà a far parte del
nucleo familiare come una sorta di membro onorario. Non solo, sarà responsabile
dei suoi figli ma anche di quelli delle sorelle della donna. Insomma, il popolo
dell’Himalaya è un caso davvero singolare divenuto oggetto di studio da parte
di antropologi, sociologi e studiosi vari. Le minacce a questo stile di vita,
però, sono sempre in aumento, e questo popolo rischia di cambiare per sempre le
sue antiche abitudini.
Anche nell’antica civiltà
dei nativi americani, i Cherokee, la famiglia era matriarcale, quindi la
discendenza era matrilineare. Anche nella cultura Cherokee, le donne avevano
una libertà straordinaria: potevano scegliere se diventare guerriere o mogli.
Se optavano per il matrimonio, erano loro a selezionare il compagno, e potevano
persino richiedere un periodo di convivenza per valutare se lui fosse un buon compagno.
Le donne, insomma, erano considerate sagge e giuste.
La figura di “capo
famiglia”, sempre riservata alle donne, era presso i Cherokee altamente rispettata, tanto che era
la donna a detenere il potere economico, sociale e politico all’interno della
tribù. Persino nei consigli di guerra, se non si trovava un accordo, un gruppo
di donne sagge interveniva per dare il verdetto finale. Le donne, insomma,
erano destinatarie di onore e rispetto, poiché l’onore era il legame profondo
che le univa alla Madre Terra. Senza dimenticare che anche la nostra terra sarda ha sempre considerato la donna una "Matriarca", anche se oggi questo principio risulta sbiadito.
Cari amici, credo che tra
l’antico passato e l’attuale presente ci debba essere una giusta via di mezzo:
un vero, reale, concreto riconoscimento di parità e di uguaglianza tra uomo e
donna. Uguaglianza desiata, sognata, ma difficile da raggiungere, quindi, per ricrearla, sono certo che ci vorrà ancora parecchio tempo, prima di
raggiungere questo traguardo!
A domani.
Mario
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