Oristano 12 febbraio 2025
Cari amici,
Ancora oggi, nel
linguaggio corrente, capita di sentire, parlando di una certa persona, che
questa manca di una certa preparazione, ovvero di “NON AVERE ARTE NÉ PARTE”. Un modo di dire che all’apparenza
non è molto chiaro, e ci si chiede come possa essere nata questa espressione.
Questa affermazione, in realtà, ha radici molto antiche e risale al nostro
MEDIOEVO, quando l’organizzazione del
lavoro era ben diversa da quella di oggi. Vediamo di capire meglio.
Seppure "Non avere arte né
parte”, sia un’espressione correntemente da tanti utilizzata nella vita di
tutti i giorni, sono ben poche le persone che ne conoscono la reale origine,
nata prima del Trecento, un’epoca particolare, quando per vivere, anzi, meglio
dire per “SOPRAVVIVERE”, o si esercitava un mestiere ("arte") o si
viveva di rendita ("parte"). In quell’epoca per esercitare un
mestiere di qualsiasi tipo (ARTE), bisognava appartenere ad una “Corporazione”,
altrimenti non poteva essere esercitata, pena gravi conseguenze.
Nel Medioevo, infatti, nessun
mestiere poteva essere pubblicamente esercitato se non all’interno di una
struttura chiamata “CORPORAZIONE”. Ne discendeva che tutte le persone che intendevano
praticavano un’arte o un mestiere, dovevano fare domanda di iscrizione alla
Corporazione che raggruppava gli esperti di quel mestiere. Gli iscritti alle
varie Corporazioni iniziavano dall’apprendistato, seguiti dagli esperti
(maestri) e sorvegliati da un maturo Maestro a capo della Corporazione. Queste organizzazioni erano
divise a seconda delle specifiche attività svolte. Tali corporazioni, per capire meglio, erano delle vere e proprie Associazioni, che salvaguardavano quelli che erano
gli interessi degli iscritti.
Amici, questa particolare
struttura medioevale, che raffrontata con l’attuale organizzazione del lavoro
potremmo definire una via di mezzo tra un’associazione datoriale e un
sindacato, era in essere già prima del 1300. Praticamente, a partire dalle
professioni più importanti, quasi tutte le professioni erano regolamentate da
queste CORPORAZIONI. Le più importanti erano 7, tutte fornite di STATUTI E
REGOLAMENTI, che riportavano in dettaglio il comportamento che gli iscritti
dovevano tenere. Eccole: Arte dei Giudici e Notai, Arte dei Mercatanti (o di
Calimala), Arte del Cambio, Arte della Lana, Arte della Seta (o di Por Santa
Maria), Arte dei Medici e Speziali, Arte dei Vaiai e Pellicciai.
A queste sette, se ne
aggiunsero, poi, tante altre: quella dei Calzolai, quella dei Pescatori, Dei
contadini, Dei Macellai, Dei Tessitori, Dei Pittori, Dei Mugnai , Dei
Falegnami, Dei muratori, Dei Sarti, Dei Sellai, Dei Fabbri, e così via. Erano
governate, come accennato, da un capo (Maestro) che, in modo inflessibile, controllava il
comportamento degli iscritti (stabilendo anche i prezzi da praticare) e ostacolando anche
l'accesso al grado di “maestro” a coloro che, finito l'apprendistato, avevano
l’intenzione di aprire nuove botteghe. In questo modo le corporazioni
difendevano i loro membri da una nuova concorrenza.
Amici, proprio da questo lontano modo di vivere, ha tratto origine il modo di dire NON
AVERE ARTE NÉ PARTE, utilizzato, ancora oggi, in riferimento a qualcuno che non sa fare nulla
o che non ha un ruolo lavorativo ben definito. Insomma, uno privo di qualifica, che non ha
nessuna capacità e che, oltre a non saper fare nulla, non possiede redditi. Questo il significato
dell’attuale espressione popolare, spesso usata anche, in modo ipercritico, nei
confronti di coloro che, seppure senza avere un ruolo specifico e una
preparazione ben definita, occupano, magari per nepotismo, una posizione che
non meritano.
Cari amici, non è che col
passare dei secoli la società, almeno sotto il punto di vista del rispetto del
lavoro e della valorizzazione delle competenze, abbia fatto passi da gigante! Oggi farsi strada, avanzare nel lavoro per merito e capacità, risulta sempre più difficile: è molto più semplice la via della raccomandazione fatta dai potenti di turno! Credo che, senza forse, il riconoscimento delle capacità lavorative era più garantito nel Medioevo che nell’attuale
Terzo Millennio! Cosa ne pensate, cari amici lettori?
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento