venerdì, febbraio 21, 2025

LE ESCRESCENZE CHIAMATE “NOCI DI GALLA”, PRESENTI NELLE QUERCE VICINO AI FRUTTI, COSA SONO? ECCO LA CURIOSA STORIA DELLA LORO PRESENZA.


Oristano 21 febbraio 2025

Cari amici,

La QUERCIA è un grosso albero appartenente al genere Quercus, alquanto diffuso nella zona europeo – caucasica. Cresce, in particolare in collina e montagna (in Italia fino ad un’altitudine di 800 metri), risultando ben presente anche in Sardegna; il genere Quercus comprende molte specie. I frutti di quest’albero sono costituiti dalle ghiande, dal sapore alquanto amaro (anche se in passato, in Sardegna in periodo di carestia, furono utilizzate per fare un pane particolare, ricavato dagli amari frutti), ma molto ricercate dagli animali in quanto costituiscono un ottimo, nutriente pasto. In particolare in passato, i boschi di quercia erano sfruttati per l'allevamento brado dei maiali, che, riuniti in branchi, si cibavano delle ghiande cadute dagli alberi.

Ebbene, amici, recandoci in campagna, in questo periodo invernale magari in cerca di funghi, possiamo notare che sulle piante di quercia, oltre alle belle, lucide ghiande presenti tra le foglie, sono presenti delle curiose palline rotondeggianti che, ai non esperti di botanica, possono apparire un tipo particolare di frutto, ma così non è! Se le stacchiamo ci accorgiamo che sono alquanto leggere! Personalmente posso dirvi che in passato, quando io avevo i miei 14/16 anni, le usavo per fare un gioco che allora era in voga, mancando totalmente i giocattoli; data la loro leggerezza, soffiando dentro un cannello di canna, su cui era stato fatto un piccolo foro, mettendoci sopra la pallina, questa volteggiava in aria, mantenuta dal forte soffio come per magia!

Amici, a prescindere dai giochi infantili realizzati con queste palline rotonde presenti sulla quercia, c’è da dire che esse in natura rivestono un’importanza particolare. Chiamate GALLE (o NOCI DI GALLA), queste escrescenze di forma sferica si formano per l’intervento di un insetto che, per riprodursi, va alla ricerca di un “nido” per alloggiare la sua prole.  L’insetto (trattasi della femmina di un imenottero, una piccola vespa), arrivato sulla quercia, trovandola adatta allo scopo, depone le uova all’interno delle gemme della pianta; dopo la deposizione, la pianta entra in simbiosi e accoglie le uova: lentamente le avvolge, formando la galla, che, man mano che le uova si schiudono, avvolge le larve come in un nido, costruendo così la pallina rotonda che noi anche oggi vediamo. La “noce di galla”, con all’interno le larve, provvede al loro nutrimento, e queste, una volta sviluppate, scavano una galleria per volare via attraverso un piccolo foro.

La natura, come ben sappiamo è un laboratorio straordinario, e l’uomo fin dall’antichità ha scoperto e utilizzato le noci di galla, in particolare nel Medioevo. In quel periodo queste, considerata la grande quantità di tannini presenti al suo interno, venivano utilizzate in tanti modi: per conciare le pelli, nelle pratiche tintorie e in particolare per ricavare degli inchiostri. Nel Medioevo infatti, quando la stampa era ancora da divenire, esistevano gli amanuensi che trasmettevano la cultura ricopiando a mani numerosi libri. Una delle cose più importanti, allora, era scrivere con un inchiostro forte e resistente nel tempo, ovvero che non scolorisse, altrimenti sarebbe andato disperso il sapere che vi era stato trascritto!

Ebbene, amici, dalle noci di galla per lungo tempo si è ricavato un inchiostro forte e tenace, resistente a luce, sole, umidità e acqua. Era chiamato FERROGALLICO, prodotto oltre che dalle galle di quercia, con l’aggiunta di solventi, solfati e collanti, e così poteva essere garantita la trasmissione della cultura attraverso i secoli. E così è stato. Amici, la natura mi è sempre apparsa straordinaria! Chi l’avrebbe mai detto, che questo particolare bozzolo, costruito dal connubio tra la pianta e una minuscola vespa per la diffusione della sua specie, sarebbe diventato, poi, un ottimo strumento nelle mani dell’uomo! Una materia prima straordinaria, che per secoli ha consentito la trasmissione ai posteri della cultura! La natura, e in questo caso le galle, meriterebbero un alto riconoscimento, come “patrimonio dell’umanità”!

Cari amici, su questo blog ho sempre affermato che in natura c’è tutto ciò che serve all’uomo, che deve solo, con intelligenza, scoprire ciò che gli è utile, e, soprattutto, usare questo immenso patrimonio senza distruggere nulla! Certo, il progresso è fatto di rivoluzioni e cambiamenti anche forti, ma la natura va sempre sapientemente utilizzata, come nel caso delle Galle. È grazie a loro che buona parte del nostro sapere, della storia delle antiche civiltà, è arrivata sino a noi, proprio con l'utilizzo dell’inchiostro ferro gallico, ricavato da quel piccolo nido costruito dalla natura per la sopravvivenza di un piccolo imenottero!

A domani, amici lettori!

Mario

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