Oristano
12 Novembre 2017
Cari amici,
Che in natura ci sia
tutto quello che ci occorre per vivere bene l’ho sempre detto, però a volte ci
sono delle piante (così come degli animali) capaci di stupirci in modo davvero
impressionante. Per questa ragione oggi voglio parlare con Voi di un albero
curioso, il Sapindus mukorossi (noto ai più non con il suo nome scientifico ma come albero del sapone), i cui frutti non si mangiano, ma risultano comunque utilissimi:
servono per la nostra pulizia quotidiana. Vediamo allora, insieme, di toglierci molte delle curiosità che
riguardano questa particolare pianta.
Il genere a cui
appartiene è il Sapindus, che indica
un tipo di piante della famiglia delle Sapindaceae, che comprende sia arbusti che
alberi, dimoranti in regioni temperato-calde o tropicali sia del Nuovo che del
Vecchio Mondo. Il genere include sia specie decidue che sempreverdi. Queste
piante sono dette comunemente alberi del
sapone, nome derivato dall'uso che si fa dei loro frutti nella
saponificazione. I suoi frutti a bacca, infatti, sono ricchi di saponina e si
usano come materia prima nella produzione di detersivi naturali. L’albero più
utilizzato è il Sapindus mukorossi, forse
la pianta più alta e robusta utilizzata per questi scopi.
Quest’albero si
presenta imponente: può superare anche i 10 metri di altezza, con un’ampia
chioma che può superare i 5 metri di diametro e dal bell’effetto ornamentale. Il
suo tronco robusto è dritto, con una corteccia liscia di colore chiaro; il suo
legno molto duro è di colore giallo chiaro e viene ben utilizzato in
falegnameria. Le foglie sono lunghe dai 30 ai 40 cm, alternate a numerose
foglie più piccole di circa 15 cm di lunghezza, di forma lanceolata e con punta
sottile. La fioritura è costituita da lunghe pannocchie di piccoli fiori
bianchi che sbocciano alla sommità dei rami nel periodo estivo e che si
trasformano in Luglio e Agosto in drupe carnose, globose e di colore
giallastro. A maturazione ultimata si raggrinziscono e assumono una colorazione
bruno rossastra mentre la polpa diventa gommosa. L’interno di ciascuna drupa
contiene un seme nero e lucido che viene usato, oltre che per la semina, per creare
monili o come ornamento.
La pianta è fornita di
un apparato radicale solido ed esteso in profondità, cosa che aiuta a
combattere l’erosione del suolo nei valloni scoscesi, e si accontenta anche di
un terreno poco fertile e sassoso. È una pianta longeva, che produce in
abbondanza sino a più di 90 anni e oltre. I frutti maturano da Novembre a
Dicembre e possono rimanere a lungo sulla pianta. La Sapindus Mukorossi si
spoglia del fogliame durante l’inverno per rivestirsi nel periodo primaverile. Ora
la Mukorossi è una pianta appositamente coltivata, anche se resistono ancora
molti alberi che crescono spontaneamente, e che vengono apprezzati e rispettati
dalla popolazione locale che ne raccoglie i frutti ricavandone un buon reddito.
Le noci del sapone (come
vengono chiamati i frutti) vengono raccolte a completa maturazione; vengono
aperte, tolto loro il seme e messa ad essiccare la parte polposa al sole, senza
usare alcun trattamento chimico quindi in modo del tutto naturale. E’ proprio
in questa polpa secca che si concentra la maggior quantità di saponine, che può
arrivare al 18 per cento. Si, amici, è davvero una pianta straordinaria
l’albero del sapone, che pur producendo frutti non commestibili risulta una
specie arborea utilissima, capace di indicarci la giusta strada per servirci di
un metodo naturale per la pulizia nostra e degli oggetti di uso corrente.
L’alta concentrazione
di saponina contenuta nei suoi frutti (in Asia è tenuto in grande
considerazione per le proprietà detersive davvero incredibili), impiegati per
pulire la biancheria al posto del comune detersivo lo dimostra efficacemente. Da
tempo le popolazioni rurali indiane e cinesi impiegano questi frutti non solo
per detergere i panni ma anche per pulire le stoviglie e persino per una pulizia
accurata e assolutamente naturale dei loro gioielli. Questi frutti sono davvero
una meraviglia della natura, sfruttata dalle popolazioni asiatiche sin
dall’antichità.
Ora, con l’avanzare
della globalizzazione, queste noci, forse, stanno per essere rivalutate. Alcune
aziende hanno iniziato ad importarle anche in Italia e le pubblicizzano come un
detergente naturale ed efficace per molti tipi di sporco. Tra l’altro la bella
pianta che le produce potrebbe essere piantata con successo anche nelle zone
più calde della nostra penisola.
Cari amici, in ogni
epoca le popolazioni hanno avuto il problema di pulire e di disinfettare il
proprio corpo, i recipienti e le stoffe che usavano. In passato il problema non
era di poco conto, visto che un tempo i detersivi non esistevano e non erano
molte le sostanze naturali che permettevano di pulire con efficacia. Uno dei
“prodotti naturali” per eccellenza, come riportano alcuni antichi testi indiani,
era costituito proprio dai frutti dell’albero Sapindus mukorossi, che da più di
5.000 anni veniva utilizzato dalle popolazioni indiane e cinesi per la pulizia
corporale e degli indumenti. A conferma di ciò in un complesso religioso
indiano, risalente al sesto secolo a.C., sono state trovate tracce di noci di
sapone, significando quindi che già a quei tempi venivano usate.
La cultura popolare,
inoltre, ha sempre considerato anche benefiche queste noci, che, oltre che per
pulire erano considerate un vero e proprio medicinale nella medicina Ayurvedica;
esse risultavano utili come insetticida, risultando efficaci contro numerosi
parassiti, e in grado anche di rinforzare il cuoio capelluto, venendo impiegate
per la bellezza dei capelli e la loro pulizia. In Cina, nella medicina
popolare, queste noci erano usate anche per contrastare le malattie della pelle
e per attenuare le lentiggini.
Che dire, cari amici, riscoprire
oggi certi rimedi naturali può costituire un doppio risultato: ritrovare un
equilibrio più giusto, e, soprattutto, inquinare di meno un mondo che di
violenza inquinante ne ha avuto anche troppa!
A domani.
Mario
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