giovedì, novembre 16, 2017

IL FELICE RECUPERO DELL’ANTICA CHIESA DI SANT’ANTIOGU BECCIU A SANLURI. LA BELLA STORIA DI UN MERAVIGLIOSO PROGETTO DI RIPRISTINO.




Oristano 16 Novembre 2017
Cari amici,
Oggi voglio raccontarvi una storia, tanto vera quanto appassionata. È la sintesi della forte volontà di un gruppo coeso, formato da cittadini illuminati, che decide di salvare un pezzo di storia del suo passato. Nel mio lungo peregrinare di lavoratore bancario sono stato per un periodo anche a Sanluri. Erano gli anni Settanta del secolo scorso, e allora ebbi occasione di conoscere la grande capacità e caparbietà di una popolazione attiva e dinamica. Col passare del tempo, molti anni dopo (era appena iniziato il Terzo Millennio), in qualità di esponente del Rotary club di Oristano, mi attivai, unitamente agli altri amici del club, per far nascere a Sanluri, centro del Medio Campidano, un nuovo club Rotary.
Lo inaugurai, da Presidente del club di Oristano (club padrino), nell’anno 2001/2002. Primo Presidente del club fu eletto l’indimenticato Giovanni Pusceddu, allora Sindaco di Villanovaforru. Ebbene, tra quei primi soci fondatori del club c’era l’Avv. Angelo Bandinu, che qualche anno dopo, assumendo la Presidenza del club, si prodigò per acquisire l’attuale sede del club, ubicata nella ex Chiesa del Castello.
Perché vi racconto tutto questo nella mia riflessione di oggi? Perché l’Avvocato Bandinu è stato uno degli artefici del recupero dell’antica Chiesa campestre di Sant’Antiogu Becciu! Un’operazione difficile, ma partendo dall’idea iniziale si è presto arrivati alla successiva realizzazione, al magnifico recupero e restauro dell’antica chiesa campestre dedicata a Sant’Antioco, ubicata nelle campagne di Sanluri. Un’operazione straordinaria, frutto dell’eccellente lavoro di un Comitato spontaneo che, con immensi sacrifici, è stato in grado di restituire alla Comunità un bene identitario di valore inestimabile. Ma perché Voi lettori possiate rendervi conto della bella operazione portata avanti, ecco la sintesi di una storia che sa un po’ di favola. Eccola.
La chiesetta campestre di Sant'Antioco martire, posta in territorio di Sanluri proprio ai confini con l'agro di Villanovaforru, era abbandonata da quasi un secolo. L’edificio religioso, realizzato nel 1610 grazie ad un lascito di un tale Antonio Pibiri, rimase in utilizzo, oggetto di culto, sino al primo decennio del ventesimo secolo. La data esatta dell’abbandono risulta incerta, ma pare risalire con buona certezza al periodo della prima guerra mondiale. Dopo l’abbandono, l’edificio venne spogliato degli arredi, depredato di molti materiali e infine utilizzato come ricovero di bestiame.
Agli anziani in primo luogo, vedere come si era ridotto questo luogo sacro, osservare il suo aspetto pietoso, con le mura in parte crollate e in parte pericolanti che rischiavano di crollare definitivamente, cancellando del tutto anche il ricordo di un bene così prezioso con alle spalle una storia di oltre 400 anni, ha fatto scattare la molla del recupero. Sotto la spinta della rabbia, del desiderio di recupero, nel Marzo del 2014 nacque un Comitato spontaneo di cittadini particolarmente orgogliosi del passato della città e del territorio.

Portavoce di questo primo nucleo fu l’avv. Angelo Bandinu, mentre il gruppo era presieduto dalla signora Angela Schirra, la vedova dell’ex sindaco di Villanovaforru, che venne nominata Presidente onorario. Il primo passo fu l’intervento presso l’Amministrazione comunale di Sanluri, con la richiesta della concessione in comodato d'uso dell'area e della sovrastante chiesa diroccata, in favore della Pro Loco di Sanluri. La richiesta fu accolta: comodato d’uso per 20 anni.
Con questa premessa fu possibile portare avanti l'iniziativa del recupero edilizio ed ambientale, dell’antico sito. Unitamente alla Pro Loco di Villanovaforru, quella di Sanluri non ebbe difficoltà ad allargare numericamente il primo Comitato spontaneo; molti volenterosi si dichiararono pronti a partecipare in qualsiasi modo all’opera di recupero: chi contribuendo finanziariamente e chi con il lavoro; in tanti si prodigarono per la buona riuscita dell’iniziativa. Il recupero, però, aveva bisogno anche di non pochi denari. Si iniziarono a cercare i primi soldi necessari per l’avviamento e per far fronte ai costi iniziali: fu aperto un conto corrente dedicato al progetto. Lo slogan ideato dal Comitato fu "Salviamo Sant’Antiogu Becciu"! Anche il varo di una lotteria contribuì a reperire dei fondi.
L’impresa appariva, comunque, titanica e poco incoraggiante: il rudere, vilipeso e saccheggiato da tempo, lasciato in abbandono e dimenticato, era proprio deprimente. I primi lavori furono quelli di liberarlo dai rifiuti e dalle macerie, operazione portata avanti da tanti volontari. Subito dopo, però, apparve necessario avviare le operazioni di recupero, ben più complesse. Nella primavera del 2015, sotto la supervisione dalla Soprintendenza per i beni culturali, si diede inizio ai lavori, che furono portati avanti con l’impegno e la competenza di seri professionisti, in particolare vi fu l’impegno dell'impresa di costruzioni Federico Serra di Sanluri. Ricostruire un edificio di questo tipo significava innanzitutto farlo usando i materiali e le tecniche costruttive dell’epoca, insomma riprendere a costruire secondo una tradizione di secoli, anche se col sapere di oggi.
Ebbene, nonostante le difficoltà, oggi, quasi per miracolo, la bella e rinnovata chiesette spicca orgogliosa sull’altura, esibendo lo splendore del suo passato. Il Comitato è orgoglioso di quanto realizzato, e non finirà mai di ringraziare tutti, a partire dall’impresa che, con grande senso civico, ha eseguito i lavori rinunciando generosamente a parte del proprio profitto. Certo, come si dice quando si lavora con il cuore, con l’impegno disinteressato mettendoci la propria faccia, con la consapevolezza e la determinazione per la riuscita di un progetto, il feedback di ritorno diventa qualificante e gratificante, permette di essere visti e valutati dagli altri nella nostra veste migliore!
Costanza, impegno e determinazione, sono queste le tre parole che riassumono la riuscita dell’iniziativa. Aver riportato, finalmente, al culto un bene identitario importante, e trasformato l’area circostante in un parco ambientale in cui ritrovarsi, non solo per una scampagnata, è davvero un successo strepitoso! Il risultato, quando ottenuto in questo modo collettivo, risulta non solo gratificante ma aggregante, un ottimo collante per la coesione dell’intera Comunità. 
Ora, seppure manchino ancora dei tasselli per affermare che l’opera è finita in ogni dettaglio, il Comitato "Salviamo Santu Antiogu Becciu" ha deciso di inaugurare ufficialmente l’opera.
Le nuove porte del monumento si apriranno Sabato 18 Novembre dalle ore 15,00. La visita sarà gratuita. I visitatori, tra le altre belle cose da ammirare potranno prendere visione anche delle ultime e avvincenti scoperte, come il rinvenuto e poi recuperato pavimento originale del 1.600, scoperto nell'ultimo mese e che pare sia l’unico nel suo genere nell’Isola. Per il Comitato sarà festa grande, condividere il piacere di questo straordinario recupero. Per consentire la visita a tutti sarà disponibile un servizio di bus navetta gratuito, gentilmente offerto dalla Ditta Ignazio Figus di Sanluri, che partirà da Piazza San Pietro dalle ore 14,30.
Cari amici, seppure da lontano, sarò spiritualmente vicino agli amici di Sanluri e Villanovaforru. Conosco bene l’Avv. Angelo Bandinu: lo ammiro, lo appresso e lo stimo per le sue capacità, il suo intuito il suo grande amore per la sua terra. Così come conosco bene e apprezzo Angela Schirra ved. Pusceddu e molti altri amici che hanno contribuito a realizzare l’opera. Sono orgoglioso di loro, perché chi dà grande importanza al passato, alle nostre radici, merita tanto: perché salvare il passato significa investire bene nel futuro. Credo che, seppure impossibilitato a partecipare al bell’evento, Sabato 18 Novembre sarò certamente con loro, col mio pensiero, con la mia amicizia, con la mia profonda gratitudine! Grazie a tutti Voi.
A domani.
Mario


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