lunedì, novembre 06, 2017

BENTORNATO AD ORISTANO, PADRE PAOLO ATZEI! ANCHE BEPPE MELONI AGGIUNGE UN COMMENTO SUL RITORNO AD ORISTANO DELL’ARCIVESCOVO EMERITO DI SASSARI.



Oristano 6 Novembre 2017
Cari amici,
Dopo cinquant’anni di sacerdozio, di cui dodici trascorsi ad amministrare da Vescovo la Diocesi di Tempio e altrettanti da Arcivescovo guida della Diocesi turritana, il francescano Paolo Mario Virgilio Atzei è tornato a casa. Sardo della Marmilla (famiglia di Simala), seppure nato a Mantova il 21 Febbraio del 1942, dal 27 Giugno di questo 2017, dopo essere diventato dopo il suo 75° compleanno Arcivescovo emerito di Sassari, è tornato a risiedere nel convento francescano di Oristano. Una vita intera dedicata agli altri la Sua, da buon francescano, e che, seppure avanti con l'età, continuerà ad assicurare il suo buon servizio nella Chiesa oristanese.
Vocazione precoce la Sua: Il 17 Settembre del 1959, a 17 anni, emette i primi voti per diventare francescano, entrando definitivamente nell'Ordine dei Frati Minori Conventuali il 27 Ottobre del 1963 con la professione solenne. Viene ordinato sacerdote Il 18 Dicembre del 1966. Le sue doti non comuni lo portano ad assumere responsabilità sempre più importanti e l'8 Febbraio del 1993 viene nominato vescovo di Tempio-Ampurias. Riceve l’ordinazione episcopale il successivo 28 Marzo, dalle mani dell'Arcivescovo di Oristano Mons. Pier Giuliano Tiddia, co-consacranti l'Arcivescovo Antonio Vitale Bommarco, dell’O.F.M.Conv. e il Vescovo di Ales Mons. Antonino Orrù. Nel 2004, il 14 di Settembre, viene nominato Arcivescovo metropolita di Sassari dal Papa Giovanni Paolo II, oggi santo.
Il tempo passa. Lo scorso 27 Giugno, dopo il compimento dei suoi 75 anni, Papa Francesco accetta la sua rinuncia alla guida dell'Arcidiocesi di Sassari per raggiunti limiti di età, nominando suo successore Monsignor Gian Franco Saba. Ora Padre Paolo, libero dai pesanti impegni pastorali della Diocesi turritana, ha deciso di tornare nella Sua Oristano; decisione sicuramente presa non solo per trascorrere nel riposo gli anni a venire, ma anche per occuparsi del convento da Lui ben conosciuto, quello di Oristano, che oggi manca di forze fresche e rinnovate. Le vocazioni, come ben sappiamo, non sono abbondanti.
Cari amici, prima di fare a Mons. Atzei i miei migliori auguri personali  (anche da confratello dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Ordine a cui Egli appartiene col grado di Grand’Ufficiale, Priore della Delegazione di Sassari), ho voluto aggiungere al mio il commento di un amico: il giornalista-scrittore Beppe Meloni, che ha conosciuto bene Monsignor Atzei. Ecco la riflessione di Beppe.
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Bentornato Padre Paolo DI BEPPE MELONI.
Bentornato padre Paolo Atzei, “Arcivescovo emerito”, nella famiglia francescana cittadina, dopo aver guidato “con cura e sapienza”, per ben tredici anni l’archidiocesi di Sassari; è questo il fatto di rilievo della cronaca più recente della città capoluogo, che vive tempi di grande affanno e sofferenza, sotto i colpi di una crisi che non vuole passare.
E avrà certamente il suo bel “daffare” il francescano di Simala, a guidare un convento che si è svuotato negli anni sotto il peso di un ricambio mancato.
Lo avevo incontrato soltanto qualche mese fa a Sassari, alla vigilia della “Faradda” di Ferragosto, in quella tradizionale serata della “Festha Manna” in piazza Santa Caterina. All’ombra dell’antico e secolare seminario gesuitico, fondato all’alba del Seicento da quell’Antonio Canopolo, “sassarese illustre”, per trent’anni arcivescovo di Oristano, terra d’Arborea insalubre e malsana. Diventato successivamente “Convitto Nazionale Canopoleno”, Istituzione dello Stato, dove ho trascorso gli anni duri e difficili dell’adolescenza, tra il Fascismo, la guerra e il ritorno alla democrazia.
Quando i ragazzi oristanesi del centro città, arrivavano tutte le sere a frotte alla corte di quell’impareggiabile figura di religioso e di educatore, padre Raffaele Demurtas, che arrivava da Paulilatino. E che aveva dato vita alla “Folgore”, società sportiva giovanile che faceva capo a San Francesco, e praticava calcio, atletica leggera e tennistavolo.
Più conosciuto in città come “padre Grandesso” per la forte somiglianza con Silvestro Grandesso, giovane giudice al Tribunale militare di via Parpaglia e giocatore in forza alla rinata di Tharros di tziu Peppinu Annis.
E più avanti, mediano di gran classe di quel Cagliari edizione 45/46 del presidentissimo Eugenio Camboni.
In quella Oristano, allora come oggi “piccola città” che si affacciava alla libertà e alla democrazia con entusiasmo e gran voglia di fare. E si ritrovava, felice e chiassosa ogni sera in via Dritta. Regno incontrastato dello “struscio” quotidiano di studenti, militari e servette, dove si affacciavano tra pizzi, merletti e bottoni personaggi d’altri tempi, il commediografo Antonio Garau, il barbiere socialista Giovanni Curreli e l’inconfondibile cavalier Leggieri, che dal suo negozio reclamizzava radiogrammofoni e articoli musicali.
B. Meloni
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Cri amici, formulo gli auguri più affettuosi a Padre Paolo, che mi onora della Sua fraterna amicizia, augurandogli molti anni ancora di fedele servizio alla Chiesa di Dio, con particolare attenzione all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro ed a noi tutti, oristanesi nativi o acquisiti, felici di apprendere, con grande gioia, del Suo ritorno tra di noi.
A domani.
Mario


1 commento:

Unknown ha detto...

Carissimo Padre Paolo i nostri più cari ed affettuosi auguri di buon compleanno da Ernesta e Paolo DIBARTOLO, figli spirituali di padre Giorgio PUDDU.
Ricorre anche l'anniversario della partenza di Padre Giorgio.
Io, Paolo compirò il 76° anno di età il prossimo 27 ottobre 2018.
Ancora mille auguri e un forte e fraterno abbraccio.