mercoledì, settembre 02, 2015

UN LIBRO INTERESSANTE DA LEGGERE, CHE FA RIFLETTERE: “DISCORSI DI PADRE EVARISTO MADEDDU”. L’EPISTOLARIO DI UN LAICO, ANZI DI UN SAMARITANO, AL SERVIZIO DELLA CHIESA.



Oristano 2 Settembre 2015
Cari amici,
Sicuramente un Convegno di grande impatto emotivo, quello tenuto a Mandriola, Domenica 30 Agosto, presso la Chiesa di San Lorenzo per la presentazione del libro “Discorsi, di Padre Evaristo Madeddu”, curato  da Paolo Gheda e Andrea Bobbio. Nella bella e moderna Chiesa della località marina di San Vero Milis, di fronte ad un numeroso e attento pubblico, si sono alternati relatori importanti: Mons. Tonino Cabizzosu, docente di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica di Cagliari, Dr. Gianni Filippini, Direttore editoriale de L’Unione Sarda, il prof. Paolo Gheda docente di storia contemporanea all’Università  della Valle d’Aosta, e S. E. Mons. Ignazio Sanna, Arcivescovo di Oristano. Moderatore del Convegno Don Ignazio Serra, parroco di San Vero Milis.
Aprendo il Convegno il moderatore ha invitato al podio, per i saluti di rito, il Sindaco di San Vero Milis, Madre Margherita Piludu Superiora della Compagnia Evaristiana del Sacro Cuore e Renato Addisani, Direttore della Compagnia; prima di passare la parola ai relatori, il gruppo delle suore evaristiane ha cantato il proprio inno, seguito da una breve proiezione sulla storia della Comunità; il filmato, che portava il significativo titolo ” Il sogno di un uomo e di una donna”, partiva dalle origini dell’idea comunitaria. La sequenza delle immagini, volutamente prive di commento, evidenziava in modo chiaro e forte il lungo e tormentato percorso della Compagnia, iniziato nel 1926 a Mandas, fortemente voluto e sostenuto da Padre Evaristo Madeddu. Una frase notata nella proiezione, pronunciata dal fondatore, colpiva in modo particolare: “Io non ho avuto cultura, ma Vi parlerò col cuore, cercando di scuotere le Vostre coscienze”.

Terminata la presentazione, dopo i lunghi applausi, ha preso la parola S.E. Mons. Ignazio Sanna che ha voluto focalizzare nella Sua riflessione 3 aspetti importanti della vita di Padre Evaristo Madeddu: primo che non era un santo, secondo che non era un ecclesiastico, terzo che era certamente un buon samaritano. L’Arcivescovo ha poi esplicitato i tre concetti, rimarcando la laicità dell’uomo, la sua non appartenenza alla struttura ecclesiastica, ma anche mettendo a fuoco la sua religiosità laica, la sua santità di vita, il suo grande amore verso gli altri, mai accontentandosi della “sufficienza” ma operando sempre con il massimo impegno. Una vita laicale, la sua, molto simile alla vera vita consacrata, vissuta certo in modo “non formale” ma certamente sostanziale, tanto far considerare l’uomo, senza ombra di dubbio, un vero samaritano.
Don Ignazio ha poi passato la parola al Prof. Paolo Gheda, che insieme ad Andrea Bobbio è stato il curatore del volume. Il professore è partito dall’analisi della spiritualità di Padre Evaristo, del suo profilo umano, capace quest’ultimo di coniugare sapientemente la visione intellettuale dell’uomo con quella manuale, indirizzata verso la terra. Elevazione morale e spirituale dell’uomo, in unione con l’amore per la terra, vista come massima espressione della natura. Nella sua spiritualità agreste c’era un ritorno al primitivo: la presenza del sacro nella natura: Dio nella bellezza del creato! Parafrasando un noto motto monacale si potrebbe dire che per Lui più che “ora et labora”, il motto sarebbe stato “labora et ora”.
Nonostante i vari tentativi fatti dalle gerarchie ecclesiastiche, che vedevano la sua struttura laica come "un'invasione di campo", nella sostanza la sua Compagnia non è mai voluta entrare in competizione con la Chiesa, ma esserne in un certo senso “sussidiaria”. Il suo obiettivo era la “promozione umana”: edificare l’uomo costruendolo a nuovo, facendone un interprete dei bisogni dell’altro; accoglienza, amore, assistenza ai bisognosi questo il profilo del vero cristiano, nella visione di Padre Evaristo Madeddu!
Dopo di Lui ha preso la parola Gianni Filippini, che ha definito  Padre Evaristo “una voce forte, con molti echi”. Il Direttore editoriale de l’Unione Sarda ha sostenuto di avere un “laica” ammirazione per Lui. Nella sua riflessione, dopo aver definito “virtuosi” i suoi percorsi di vita, ha anche detto che la Sua era una leadership di tipo carismatico. Il suo attaccamento alla natura, alla terra considerata come dono e creatura del Signore, ne ha fatto un seguace di Francesco d’Assisi, tanto che oggi, a ben guardare, possono essere notate delle forti assonanze comportamentali con quelle del nostro Sommo Pastore Papa Francesco, che nella Sua attuale visione della Chiesa, vede questa tornata alle origini: Egli predica un ritorno verso una Chiesa povera per i poveri, evidenziando che per servire Dio non è necessaria una casa grande, ma basta poco, anche una capanna!
La parola finale al Convegno è toccata a Mons. Tonino Cabizzosu. Partendo dalle origini della vita secolare che ha visto il sorgere di Istituzioni laiche a partire dal ‘500, e ripercorrendone il lungo percorso fatto nei secoli successivi, parlando di Padre Evaristo ha detto che l’uomo aveva fin dalle origini una “visione avanzata” della vita laicale. Pur in presenza dei non pochi ostacoli postigli dalle gerarchie, combatté senza mai demordere, rivestito di quella “santità laica” che lo permeava.

Cari amici, ho conosciuto da giovane,  Padre Evaristo Madeddu, quando venne nel 1964 a Bauladu (mio paese d'origine) per visitare la struttura assistenziale-educativa, costituita per i bambini del paese e seguita da 2 giovani suore, ancora oggi operative all’interno della Sua Comunità. Padre Evaristo era per quei tempi un grande innovatore, un uomo che noi oggi possiamo e dobbiamo rivalutare; possiamo farlo anche attraverso i suoi scritti e l'apprezzamento delle sue opere, tributandogli il giusto riconoscimento. La Sua Compagnia, oggi, continua a crescere e ad espandersi, nell’intramontabile ricordo della sua memoria e dei suoi insegnamenti.
Mario Virdis

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