Oristano 25 Settembre 2015
Cari amici,
volenti o nolenti viviamo tutti immersi nella
società della globalizzazione e, “connettersi col mondo”, è diventata una
necessità assoluta. Connettersi, però, inteso in senso reale, immergendosi fisicamente
nelle altre culture, non solo facendolo in modo virtuale attraverso Internet.
Ecco allora la necessità di trovare canali che aiutino i giovani a conoscere di persona altre
realtà, altre culture, facendo in modo di trascorrere un anno all’estero, in
un’altra nazione. Oggi questo è possibile farlo, senza perdere un
anno di studio: l’anno trascorso nell’altra nazione dove si frequenterà la
scuola locale, sarà infatti ritenuto compensativo di quello non frequentato in Italia.
Una delle strutture che aiutano i giovani, in tutto il mondo, a migliorare il
dialogo tra culture diverse è Intercultura,
un’organizzazione internazionale con un serio programma di ospitalità e di
scambi studenteschi, che consente anche ai nostri giovani di studiare per un
anno in altro Paese, nel segno della reciprocità.
Questa benemerita
associazione (costola dell'American
Field Service, che quest’anno ha festeggiato il suo primo
centenario), fin dal 2008, in occasione delle celebrazioni indette dall’UE per
“l’Anno Europeo del Dialogo Interculturale”, ha stabilito di celebrare tutti
gli anni, nell’ultimo Giovedì di Settembre, la “Giornata Europea del Dialogo
Interculturale”. Quest’anno, fra le 500 località selezionate per festeggiare
l’evento, c’è anche Oristano. La scelta è caduta sull’Istituto Tecnico “Sergio
Atzeni”, nel cui Auditorium, gremito di studenti e insegnanti, ha preso il via
la bella manifestazione, presente anche una rappresentante dell’OSVIC,
(Organismo Sardo di Volontariato Internazionale Cristiano), una ONG nata in
Sardegna nel 1981. Di ispirazione cristiana l’OSVIC non persegue scopi di
lucro, ed opera in particolare nei Paesi in via di sviluppo, mettendosi al
servizio di tutti, in particolare dei più bisognosi.
I lavori, coordinati dal Dirigente
scolastico a riposo, Prof. Antonio Pinna (volontario di Intercultura), hanno
avuto come relatori Ileana Picconi, responsabile locale di Intercultura, Paola
Tronci animatrice dell’associazione e Paola Gaidano, coordinatrice dei Progetti
Italia dell’OSVIC. Dopo i saluti della Dirigente dell’Istituto, Prof. Marilisa
Meloni, il Prof. Pinna, rivolgendosi ai ragazzi, ha parlato loro della
crescente necessità di “interconnettersi” sempre di più con il resto del mondo;
necessità questa che, pur agevolata dai nuovi mezzi di comunicazione di massa,
deve soprattutto essere "reale incontro con l’altro”, scambio culturale che,
senza far primeggiare nessuna cultura sull’altra, metta in grado di vedere e
riconoscere l’altro come fratello non come “diverso”.
Ha preso poi la parola la
responsabile di Intercultura, Ileana Rita Picconi, che ha sintetizzato ai
ragazzi il significato dell’esperienza che è possibile fare all’estero: non è un
viaggio turistico, non è solo un “imparare la lingua”, un semplice corso
prettamente scolastico, ma una vera e propria esperienza di vita, che resta
indimenticabile dentro ognuno di quelli che l’hanno voluta vivere. Anche Paola
Tronci, animatrice dell’associazione ha raccontato ai ragazzi la sua
esperienza, bella e coinvolgente, che al rientro in Italia l’ha portata a prestare
la sua opera come volontaria.
Dopo una piccola pausa “ricreativa”
per i ragazzi, i lavori sono continuati con l’intervento di Paola Gaidano,
responsabile dei Progetti Italia dell'OSVIC. Nel raccontare la sua esperienza, in
particolare nei Paesi del Sud del mondo, non ha trascurato di parlare di
criticità e problematiche, presenti in zone del mondo dove il tempo sembra
esservi fermato ai secoli bui del passato. Ha anche parlato ai ragazzi delle
possibilità che i giovani hanno di dare il loro contributo al volontariato,
impegnandosi nel “Servizio Civile” (sia nazionale che internazionale) per un
anno. Molti giovani sono certamente portati verso l’aiuto nei confronti dei più
deboli.
Ha, infine, ripreso la parola il
Prof. Pinna, che ha colto l’occasione per parlare di un altro particolare
impegno che può essere prestato nei confronti dei Paesi in via di sviluppo:
diventare “Osservatore Internazionale”. Un illustre concittadino della nostra
Provincia, Francesco Mugheddu di Samugheo, lo ha fatto, rinunciando all’Insegnamento per
occuparsi proprio di relazioni internazionali. Al termine della sua missione ha
scritto un bel libro, “L’ostinazione al servizio della Democrazia” (Erickson LIVE Edizioni), dove, con dovizia di particolari, ha riportato il suo
impegno prestato nelle varie Missioni Internazionali effettuate e che, destino
beffardo, si sono intrecciate con la sua grave malattia, la Sclerosi Multipla”.
Un grande esempio di dedizione agli altri, di disponibilità e di sacrificio
personale.
Ha fatto seguito un
bel filmato sui fini e gli scopi di Intercultura, arricchito di molte
testimonianze importanti: manager e dirigenti che in passato hanno fatto quella bella esperienza; Intercultura è un sicuro veicolo di crescita
culturale per molti giovani che con questi scambi possono, davvero, arricchire
se stessi e gli altri, creando le condizioni per una auspicabile pace che
continua a mancare nel mondo.
Grazie amici, a domani.
Mario
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