Oristano 19 Settembre 2015
Cari amici,
è appena uscito, per i tipi di E.P.D.O., il libro “Gli Eroi di Pietra”, un
racconto-reportage del caro amico Beppe Meloni sui ‘Giganti di Mont’e Prama’,
che riepiloga miti e misteri dei giganteschi personaggi dagli occhi rotondi
cerchiati, protagonisti della straordinaria scoperta archeologica fatta nel
1974 nelle campagne del nostro Sinis, e che ci lascia stupefatti e ancora molto
all'oscuro sul nostro lontano passato.
Beppe, autore di cinque libri su fatti e personaggi di
quella Oristano ormai scomparsa, è sempre stato un attento osservatore di tutto
ciò che si è mosso e si muove nel panorama storico-culturale della nostra
Provincia: i suoi libri finora pubblicati lo dimostrano con chiarezza. “Gli
Eroi di Pietra”, lucido reportage che parte dai primi ritrovamenti del 1974, è
un racconto agile e breve, appena un centinaio di pagine, una raccolta di
scritti giornalistici sull’entusiasmante vicenda dei Giganti di Mont’e Prama,
che dopo un sonno millenario sono riemersi imponenti dalle terre del Sinis.
Ritrovamento che, se ben gestito (considerato che altri “giganti” stanno
continuando ad affiorare), potrà rivelarsi non solo l’inizio di una grande
avventura culturale, ma anche successivamente sviluppare, direttamente o
indirettamente nei prossimi decenni, un “flusso turistico” in grado di
rinvigorire la negletta economia non solo della nostra Provincia ma dell’intera
Sardegna. Nella presentazione del libro la studiosa Luisanna Usai ha definito
“Gli Eroi di Pietra” un utile supporto per chi voglia capire meglio il valore
del nostro passato e dei tesori che la nostra terra ancora nasconde e che sta
iniziando a restituire con generosità; tesori capaci di aprire nuove
prospettive socio-economiche in una terra dal glorioso passato ma con un
presente sociale ed economico a dir poco precario.
Ma la fresca vena narratoria di Beppe Meloni, scrittore e
giornalista appassionato, vero cultore della nostra storia, non si ferma alla
pubblicazione de “Gli Eroi di Pietra”: Egli ha in serbo (anzi in cantiere)
altri due interessanti lavori. Uno che analizza e riepiloga le biografie dei
diplomatici e operatori di pace della nostra Provincia (ben dodici), uomini e
donne che hanno contribuito a mantenere alto nel mondo il buon nome
dell’Oristanese e della Sardegna. Angelino e Francesco Corrias, Mons. Mario
Roberto Cassari di Ghilarza, Giorgio Mameli, Bruno Stiglitz, Gabriele Annis,
Ruggero Corrias, Agostino Lionello Chiesa Alciator, Francesco Mugheddu di
Oristano, Francesco Ettore Sequi di Narbolia, Serena Muroni di Tresnuraghes,
Rossella Urru di Samugheo, questi i nomi dei protagonisti ricordati nel libro
da Beppe. Un vero e proprio “album di famiglia”, arricchito da un vasto corredo
fotografico, che l’autore conta di presentare entro l’anno.
L’altro libro al quale Meloni, dopo attenta riflessione,
sta dedicando il suo impegno, è relativo invece alla storia delle sue origini.
Beppe si è deciso, dopo lunga meditazione, a rendere pubblica l’esplorazione
fatta sulla sua storia familiare; storia antica quella della famiglia dei
Meloni-Borgonetti, vista dall’interno e scandagliata in tutte le sue
angolazioni, anche quelle più difficili e recondite, mettendo a nudo senza
nascondimenti sia i pregi che i difetti. Una lunga storia quella raccontata, le
cui origini, come attestano i documenti dell’archivio di Stato e Diocesano, si
fanno risalire alla Oristano del Cinquecento, con presenze lontane a Cagliari
(Meloni-Chiappe) e Laconi (Dessi-Manconi), e infine Oristano (Frongia-Orrù),
senza quarti di nobiltà.
Il racconto storico si snoda con risvolti interessanti: dai
grossi commercianti e ricchi proprietari di immobili e terreni, agli uomini di
legge (notai agli avvocati), compresi anche Ministri della Chiesa Arborense.
Come quel canonico dottor Ignazio Meloni, arciprete della Cattedrale di
Oristano quando era arcivescovo Monsignor Giovanni Saba (1842/1860). Il
canonico Meloni, citato da Pasquale Tola nel suo “Dizionario degli uomini
illustri di Sardegna” del 1837, era un uomo devoto e di profonda cultura, che
si era forgiato negli studi umanistici e letterari avvalendosi del ricco
patrimonio librario di famiglia, che andrebbe catalogato, riordinato, e
affidato agli studiosi. Costituito da testi religiosi, trattati di economia,
astronomia, matematica e medicina, questa Biblioteca particolarmente ricca per
quel periodo, era arricchita dai grandi testi classici: Catullo, Properzio,
Tertulliano, il Lucio Ferraris, l’Abrege de l’histoire ecclèsiastique, per
finire con Jacque Nardon e la sua storia universale; non mancavano nemmeno i
libri riguardanti la nostra Isola: erano presenti importanti testi di storia
sarda, tra i quali spiccava una delle due rare copie esistenti nell’isola de
“Il de rebus sardois” di Giovanni Francesco Fara, edito nel 1850. Il Fara,
scrittore di vaglia, era Arciprete come il nostro Mons. Meloni, ed operò prima
nel Duomo di Sassari per diventare, poi, Vescovo di Bosa. Credo che questi interessanti
libri di prossima pubblicazione troveranno una bella accoglienza!
Grazie Beppe del Tuo grande amore per la nostra terra
Arborense!
Mario
Virdis
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