Oristano
3 Settembre 2015
Cari amici,
tutti Voi che da tempo
mi leggete, conoscete la mia opinione sulle donne: non le ho mai considerate
esseri inferiori, anzi ho sempre sostenuto ad alta voce che da parte maschile c’è
una, “seppur nascosta”, paura delle
capacità del sesso femminile, in grado di competere ad armi pari con il sesso
opposto. Ecco perché l’uomo fin dalla notte dei tempi ha cercato, riuscendoci,
di sottomettere la donna. L’uomo primitivo, conscio della sua maggiore forza
fisica, resosi conto del maggior potenziale intellettivo e cognitivo delle
donne, temendole, ha cercato di dominarle. Pur col passare del tempo,
nonostante la formale riconosciuta “parità tra i sessi”, la donna non è mai stata
messa in condizioni di competere ad armi pari con l’uomo.
Eppure, se l’uomo fosse
più lungimirante, sarebbe possibile “integrare”
le diversità esistenti tra i due sessi. Entrando nello specifico, analizzando
le peculiarità dell’uomo e quelle della donna, i due macrocosmi, quello
maschile e quello femminile, avrebbero potuto incontrarsi, pur nella loro
diversità: l’uomo è colui che agisce, che dà luogo all’azione attraverso la sua
maggiore potenza fisica, la donna è invece più recettiva, con un’energia
centrata più al pensiero che all’azione; proprio per questo i due mondi
avrebbero potuto incontrarsi e completarsi a vicenda.
Evidentemente, però, qualcosa
non ha funzionato (e continua a non funzionare), tanto che l’auspicato
equilibrio tra questi due mondi non è mai entrato in funzione, e questo ha fatto
sì che l’uomo anche oggi continui a temere la donna. Sicuramente alla base
della mancata integrazione le diverse caratteristiche maschili e femminili: la
donna con un cervello razionale, intuitivo e fortemente emozionale, l’uomo con una mente razionale, istintiva, pratica, che teme
in modo particolare l’emozionalità della donna, che spesso appare incontrollabile.
Quest’ultimo motivo, la poca controllabilità, risulta per l’uomo un alto fattore
di rischio e di conseguenza scatta in lui l’esigenza di intervenire per
eliminarlo, e per questa ragione cerca di dominare la donna.
La risposta della donna
è quella di reagire, di tentare di volare da sola, cercando a sua volta, di
esercitare la sue capacità che potrebbero di certo mettere in difficoltà l’uomo.
Il conflitto conseguente non è destinato a portare, in tempi brevi, né ad una
tregua né ad una pace duratura. Le donne indipendenti e realizzate sono sempre
più numerose, e questo fatto continua a preoccupare l’uomo; questi si sente
minacciato, preoccupato di essere successivamente dominato, passando da
conquistatore a conquistato. Eppure, credetemi, è l’uomo che continua a
sbagliare. Per una donna sentirsi realizzata non significa, per forza, essere
un’arpia dominatrice e aggressiva, ma solo “alla pari”, indipendente, senza
essere subordinata all’uomo.
La guerra, da quest’ultimo
messa in atto per evitare di dare alla donna la giusta parità, ha avuto (e ha
ancora) risvolti da “uomo padrone”: comportamenti fatti di sottili cattiverie, angherie,
quotidiane prevaricazioni che cercano di comprimere la sua personalità, creando
i presupposti per una subordinazione che, giorno dopo giorno, vuole portarla
alla sottomissione.Per molti uomini la donna è solo un oggetto di pura valenza sessuale!
Simona Oberhammer, scrittrice,
specializzata in naturopatia e crescita personale per le donne, ideatrice della
Via Femminile, ha cercato di fare
una sintesi delle azioni maschili messe in atto contro le donne. Oggi, dice
Simona, in un mondo governato dalla tecnologia avanzata, con continue scoperte
scientifiche che portano la nostra società ad evolversi giorno per giorno,
parliamo di rispetto, di libertà, ma gli uomini si permettono ancora di picchiare,
di umiliare e anche di violentare le donne. Di queste “inique azioni” Lei ha riepilogato le più comuni. Eccole.
1_ L’uomo teme la donna perché la vede
superiore perciò per sottometterla usa atti morali, sociali, fisici.
2_ L’uomo si sente più
forte perciò può pensare di aver diritto di prendersela con i più deboli: la
donna (oggettivamente fisicamente più debole).
3_ Donna: vista come
oggetto di possessività dell’uomo, quando lei tenta di andarsene (affermare la
propria indipendenza) l’uomo tenta di riprendersela e riaverla.
4_ Disagio esistenziale
dell’uomo nei confronti della società che si percuote sulla donna: forma di sfogo.
5_ La società si è
evoluta e l’uomo non si vuole rassegnare al suo passato (potere perduto).
6_ L’uomo non si vuole
staccare da una società passata che lo metteva al centro di tutto.
7_ L’uomo ha invidia
della donna vedendo la sua evoluzione perciò
l’unica soluzione è la violenza.
8_ La donna è vista
come un oggetto anche dalla comunicazione dei mass media (stupida,
superficiale) quindi condizionando negativamente il suo valore.
9_ Giustificazione
maschile: sono le donne che provocano il maschio sia con aggressione verbale
che sessuale, che scatena un senso di violenza e un diritto ad abusare.
10_ Con la diffusione
così facile della pornografia, l’uomo non si rende conto della gravità
dell’atto di violenza, anzi paradossalmente lui pensa che a lei piace.
11_ La violenza in
generale attraverso i mass media è molto evocata come sorta di potere, vanto e
atto di superiorità (video games, wrestling, film, cartoni animati), questo fa
si che gli uomini non si prendono le responsabilità dell’atto di violenza.
12_ Donna: mezzo per
soddisfare il proprio bisogno di sentirsi forte e valente.
13_ Gli uomini non
riescono a convivere con le donne: hanno paura e non sanno reagire alla loro
emotività.
14_ L'impulsività
sessuale maschile fa si che non tengono minimamente conto delle esigenze e dei
rifiuti femminili.
Cari amici, concordo
con Simona che la violenza domestica è diffusissima in tutto il mondo ed è
anche, purtroppo, il risultato della passività delle donne. Quello che molte
donne devono imparare a fare è stimare se stesse, riconoscersi dei diritti
fondamentali e, quindi, reagire.
E’
tempo di farlo!
A domani.
Mario
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