venerdì, settembre 04, 2015

“PÁNTA RÊI (TUTTO SCORRE)”! IL CELEBRE AFORISMA DI ERACLITO, IDENTIFICA LA RIPRESA NEL MONDO DELLE NUOVE MIGRAZIONI DAL SAPORE BIBLICO: UNA TRAGEDIA DIFFICILE DA RISOLVERE.



Oristano 4 Settembre 2015
Cari amici,
il fenomeno è ormai sotto gli occhi di tutto il mondo: migliaia di uomini, donne bambini, imbarcati in decrepiti e super stipati barconi, lasciano con disperazione le patrie natie per avventurarsi in mare (a grande rischio della vita), in cerca di raggiungere un agognato Eden, l’Europa, e allontanarsi così dalla guerra, dalle persecuzioni, dalle atrocità e dalla fame. È un esodo senza fine, che sta mettendo in crisi un’Europa che, forse, mai avrebbe immaginato di poter subire un assalto di queste dimensioni.
La prima reazione delle varie Nazioni che compongono la Comunità Europea, non è certo stata quella della solidarietà, della “mano tesa”, verso quella marea che arrivava in cerca d’aiuto, ma di sorpresa prima e di rabbia poi, arrivando anche a “chiudere i cancelli”, respingendo l’aiuto richiesto e lasciando alle nazioni rivierasche, quelle dove avvengono gli sbarchi, a “sbucciarsi la patata bollente” da sole. La politica dello struzzo, applicata nonostante le apparenti favorevoli dichiarazioni verbali, continua imperterrita e il grave problema rimane senza apparente possibilità di soluzione.
In questo blog, come sapete, ho affrontato diverse volte questo dramma, riportando casi particolari di comportamenti anomali, ma la mia riflessione di oggi va più sul generale, cercando di comprendere meglio cosa stia succedendo realmente, il perché di migrazioni così massicce, di esodi di milioni di disperati, che lasciano le aree più disastrate del pianete, dislocate in particolare nella fascia africana e in quella medio orientale. Sembra una ribellione massiccia a condizioni di vita non più accettabili, una ricerca disperata di una "terra promessa" di biblica memoria.
Se è pur vero, come sosteneva Eraclito, che Pánta rêi, tutto scorre, che la vita è come un fiume mai fermo ma sempre in movimento, forse ci eravamo illusi che le migrazioni storiche di millenni or sono sarebbero rimaste solo un ricordo; che la modernità, con tutto il suo carico tecnologico, le avesse inderogabilmente cancellate, ma non sarà mai così.. ”La vita è liquida, tutto si sposta, tutto si muove”, scrive Marco Lodoli in uno dei suoi innumerevoli  post sull’argomento. Rifacendosi al grande Bauman, che afferma che la società è liquida, sempre in movimento come l’acqua, aggiunge che è la vita stessa ad essere liquida, come insegnano i saggi taoisti e lo stesso Eraclito, prima richiamato.
“Tutto scorre, tutto si trasforma, si sposta, cambia forma, cambia nome. La sostanza dell’esistenza è il movimento: mentale, fisico, individuale e collettivo. Talvolta le cose paiono arrestarsi, e la loro immobilità per un poco ci rassicura. Mettiamo in ordine la libreria, la cantina, la nostra vita, ingrassiamo un poco, stiamo seduti sul bordo del fiume che rallenta e quasi pare fermo, siamo tranquilli. Ogni cosa sta al suo posto, ha la sua etichetta, i suoi rigidi collegamenti con le cose accanto, tutto è incastrato in un paesaggio che pare fisso come una cartolina. Abbiamo un lavoro che è sempre quello, abitiamo nella casa che fu dei nostri genitori, abbiamo abitudini serene, conferme quotidiane, gli amici dei tempi della scuola. Magari in tanta quiete si insinua lentamente il veleno invisibile della depressione. Questo il pensiero e la visione della grande questio migrazione, per Marco Lodoli!
Questo impressionante fenomeno migratorio, con migliaia di persone che, spinte dalla fame, fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla siccità, da una vita di sofferenze, al momento non sembra avere facili e rapide soluzioni. Alzare fili spinati non serve, scrive Lodoli, perché la vita scavalca, travolge, passa comunque. Il ghiaccio si scioglie e l’acqua riprende a scorrere turbinosa. Arrivano da ogni luogo gli immigrati, e gli stessi italiani riprendono a partire verso Londra, Berlino, l’America. Se da un lato proviamo a respingere il flusso, dall’altro siamo noi ad essere respinti: gli inglesi vogliono arginare in ogni modo gli sbarchi dei nostri connazionali, Londra è diventata la sesta città italiana nel mondo, solo quest’anno sono stati quasi cinquantamila i giovani che sono partiti dal nostro Paese per trovare a Londra nuove occasioni, un lavoro, una vita migliore.
Cari amici, il problema è davvero così serio che, giorno dopo giorno, sembra diventare ancora più spinoso. L’Italia, tra l’altro, è in prima linea e sopporta più di altri Paesi europei il peso di questa grande migrazione. Senza soluzioni serie e risolutive l'intera Europa subirà in tempi rapidi cambiamenti così drastici che nessuno oggi immagina come si presenteranno, nella  brutale, reale e concreta grandezza.
Chissà come si presenterà il mondo tra due o tre generazioni! Insomma, sarà sempre Pánta rêi, ieri, oggi e domani.
Ciao, a domani.
Mario

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