mercoledì, settembre 08, 2021

I MISTERI DELLA TORRE DI PISA: L'ULTIMA IPOTESI È DELLO STORICO PIERO PIEROTTI, CHE IPOTIZZA CHE LA FAMOSA TORRE FOSSE UN MAESTOSO STRUMENTO MUSICALE MAI PORTATO A TERMINE.


Oristano 8 settembre 2021

Cari amici,

Della “Torre di Pisa” si è detto tutto e il contrario di tutto. Le fasi della sua costruzione furono lunghe e tormentate. Furono ben tre, pensate, e durarono circa 177 anni. I lavori furono iniziati dall'architetto Bonanno Pisano nel 1173, con la realizzazione del primo piano che era circondato da 15 colonne in marmo bianco con capitelli classici e arcate cieche. Con la costruzione del terzo piano nel 1178, la torre si inclinò di 5 cm. a sud-est, a causa del sottosuolo instabile su cui veniva edificata, e a quel punto la costruzione cessò. Col passare del tempo, grazie all'assestamento del terreno, il manufatto tuttavia non crollò.

A riprendere i lavori, 100 anni dopo, fu Giovanni di Simone, che cercò di compensare l'inclinazione della torre costruendo verticalmente quattro piani; purtroppo però, i risultati non furono quelli previsti, tanto che il campanile continuava a restare sempre inclinato e le opere si fermarono di nuovo. Nel 1298 fu misurata una deviazione pluviometrica di 1,43 m e 60 anni dopo questa inclinazione era aumentata a 1,63 m. Fu Tommaso Pisano a continuare la costruzione del campanile, finendo la opera nel 1372. Secondo Vasari, il Pisano e suo figlio Giovanni, furono davvero capaci di portare a termine la torre.

L'inclinazione della torre comunque rallentò nei secoli successivi, e gli esperti ritennero che il suo peso era un fattore importante, tale da consentire una certa stabilizzazione dell'edificio. L'architetto Alessandro Gherardesca fece il primo restauro nel 1835, eliminando il terreno fangoso e sostituendolo con una base di marmo. Il risultato però fu tremendo e provocò una nuova inclinazione, tanto che nel 1918 la deviazione della linea di piombo raggiunse i 5,1 m.; fino al 1990 la pendenza della torre continuò ad aumentare da 1 a 1,2 mm. all'anno.

Tralasciando tutti i possibili “aggiustamenti” che nel tempo furono tentati, oggi vorrei parlare con Voi di un’ipotesi curiosa e molto suggestiva, avanzata da Piero Pierotti, già professore di Storia dell’architettura medievale dell’Università di Pisa. Come ha anticipato all’AGI, Agenzia Giornalistica Italia, una parte degli studi da lui effettuati sulla torre, contenuti in un libro di prossima pubblicazione, che per titolo 'I veri miracoli di Piazza dei Miracoli', evidenziano una serie di elementi sconosciuti o poco noti su questo interessantissimo monumento, ubicato in una delle piazze più visitate e conosciute al mondo.

Secondo il professor Pierotti, la Torre di Pisa, che sarebbe dovuta essere il campanile più famoso del mondo, avrebbe dovuto essere “un maestoso strumento musicale”!  Secondo quanto emerso dalle ricerche dello studioso, la cella campanaria della famosa Torre pendente era provvista di dodici alloggiamenti per le campane, ciascuna delle quali era dotata di particolari note e semitoni; tutte insieme avrebbero dovuto creare dei meravigliosi concerti; “Gli alloggiamenti per le campane", ha spiegato lo storico, "erano inizialmente sei, aperti e pronti, ricavati nel perimetro circolare murario. La costruzione era in apparenza completata ma non aveva raggiunto l’altezza di progetto. Giovanni Pisano, mettendo a frutto la sua consolidata esperienza di architetto estremo, mise da parte i timori e concluse l’edificio all’altezza di progetto: cento braccia".

"Per bilanciare il carico costruì una seconda cella campanaria, rientrata e poggiata sul perimetro murario interno della Torre, in modo da accentrare il baricentro. In sommità lasciò un’apertura circolare, che consentiva di guardare il cielo dal fondo del cilindro, come probabilmente era previsto, e anche questo servì ad alleggerire la nuova aggiunta. La forma finale che essa assunse faceva della Torre un enorme puntatore celeste e forse, essendo chiuse tutte le entrate di luce lungo la parete, creava un effetto cannocchiale che rendeva possibile osservare le stelle anche in condizioni d'illuminazione diurna”.

Pierotti evidenzia la prima novità: Giovanni Pisano cambiò la tradizione del castello di campane. “Giovanni – spiega - sviluppò un’altra caratteristica importante. Di solito il castello delle campane era costituito da una struttura in legno, sospesa internamente alla sommità del campanile. Sfruttava il vuoto sottostante come cassa di risonanza ma presentava due limitazioni: non consentiva di osservare il cielo e il numero delle campane era ridotto. Distribuendole invece lungo il perimetro circolare della Torre esso ne poteva contenere di più e a piacimento. Giovanni di Simone aveva già creato sei alloggiamenti perimetrali per le campane, tutti uguali (vi sono tuttora, al penultimo livello). Giovanni di Nicola ne creò altri dodici, sei grandi e sei piccoli, ma questa volta il ricorso insistito al numero sei aveva una valenza ulteriore”. Erano difatti dodici come le note musicali. Perché? Cosa lo ispirò? “Due secoli e mezzo prima – ricostruisce il professor Pierotti -, Guido d’Arezzo, monaco benedettino, aveva scritto il testo che riformava il modo di scrivere la musica ideando e adottando un metodo facile da imparare e applicare. La sua scala musicale si basava su sei tonalità (l’esacordo)".

Tornando alla nostra beneamata Torre di Pisa, perché pensare a dodici campane? “Per le festività solenni – ha affermato lo studioso -; forse anche in altre occasioni si realizzavano veri concerti, di solito con le campane suonate a martello. Sei alloggiamenti piccoli più sei alloggiamenti grandi potevano corrispondere a due esacordi con due diverse scale di tonalità”. Secondo il docente, una così vasta articolazione e precisione, concessa alla sonorità delle campane, aveva una ragione. “A Pisa esisteva una scuola importante di maestri campanari – ha spiegato -. Conosciamo i nomi di Bartolomeo, Lotteringio, Guidotto, Andreotto, Giovanni e Bencivenni di Gherardo, Iacopo, un secondo Bartolomeo, Marco (sicuramente attivi fra il 1215 e il 1280) e Nanni. Anch’essi aggiungevano l’aggettivo 'pisano' al loro nome, per indicare che a questa scuola prestigiosa appartenevano”. Sulla base di questi elementi lo storico ha ipotizzato che il progetto della straordinaria "Torre di Pisa", fosse stata concepita anche come una sorta di meraviglioso strumento musicale!

Cari amici, che dire? Indubbiamente l’ipotesi è davvero suggestiva, e, se vogliamo, presenta indubbiamente delle concrete possibilità che potesse essere stata davvero così concepita. A noi oggi, però, non ci resta che sognare i grandi concerti di campane che si sarebbero potuti realizzare sulla Torre più famosa al mondo!

A domani.

Mario

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