venerdì, settembre 24, 2021

LA MERAVIGLIOSA RISORSA ALIMENTARE DEL MARE: UNA GRANDE VARIETÀ DI PESCE. COME SCEGLIERE QUELLO GIUSTO, PER UNA SANA ALIMENTAZIONE E IL RISPETTO DELL’AMBIENTE.


Oristano 24 settembre 2021

Cari amici,

Il mare, come sappiamo, è una immensa riserva di cibo, che ha sfamato e continua a sfamare generazioni su generazioni. Ma il costante aumento della popolazione mondiale, lo sfruttamento fuori misura che da tempo viene portato avanti, sta minando la validità di questa riserva, che ha iniziato ad impoverirsi, ponendo seri problemi alle generazioni future. La continua ricerca del così detto “pesce pregiato”, a scapito di quello “povero”, ugualmente sano e ricco, ci sta mettendo di fronte ad un serio interrogativo: “Come conciliare un’alimentazione sana, con l’utilizzo razionale dei prodotti del mare, ovvero senza creare danni all’ambiente marino?"

Certo il pesce, lo sappiamo, è un alimento molto utile per la nostra salute, ma il suo utilizzo fuori misura, preferendo solo alcune specie, sta creando seri danni per la salvaguardia delle ricchezze del mare. Gli studi su questa importante risorsa alimentare ci dicono che dobbiamo cambiare rotta, che dobbiamo gestire il prelievo in modo più razionale. Cerchiamo, allora, di capire meglio quali sono i pesci migliori da mangiare per la nostra alimentazione, ma rispettando, allo stesso tempo, l’esigenza della salvaguardia della risorsa offertaci dal mare. Vediamo, dunque, come scegliere i pesci per alimentarci, ma nel giusto rispetto dell’ambiente.

Partiamo, intanto, da questa considerazione: in linea di massima tutto il pesce è in grado di alimentarci in modo positivo. Questo perché i pesci hanno (chi più chi meno) una bassa quantità di grassi saturi, in relazione alle proteine che apportano; in più contengono vitamine importanti come quelle del gruppo B e la D, oltre a minerali, come il ferro, il potassio e il calcio. Inoltre, ci forniscono i preziosi Omega 3, che sono molto importanti per tutta una serie di reazioni metaboliche dell’organismo. Si sta già diffondendo, in molti cittadini, la così detta “dieta pescetariana”, che mette al centro della dieta proprio i prodotti del mare, evitando il più possibile la carne.

Uno dei problemi da risolvere è proprio l’errata scelta del pesce che facciamo, privilegiando solo alcuni tipi di pesce a scapito di altri. Questo comporta la distruzione di grandi quantità di pescato, pesci così detti di “seconda”, il cui scarso gradimento crea uno spreco non indifferente, andando a depauperare il naturale equilibrio del mare, che ha i suoi tempi per rigenerarsi. Una pesca indiscriminata crea forti ripercussioni sulla salute dell’intero pianeta. Questo ci deve portare ad una maggiore consapevolezza, allargando il nostro orizzonte ai tanti pesci che scartiamo, seppure altrettanto ricchi di sane proprietà nutritive.

Amici, non solo “pesci di prima”, dunque, ma tutta una varietà di altri pesci, altrettanto buoni da mangiare. Trote, sardine, sgombri, per esempio, non solo salmone, tonno, spigole e orate! Anche ostriche, cozze e vongole, se vogliamo, tutti pesci che contengono un discreto quantitativo di Omega 3 e allo stesso tempo sono una buona scelta dal punto di vista dell’ambiente. Gli allevamenti di questi molluschi, inoltre, fungono da filtri per depurare le acque in cui si trovano.

Gli esperti, in sintesi, ci consigliano di consumare più pesce azzurro: fa meglio alla salute ed è più rispettoso dell’ambiente, dal punto di vista della “pesca sostenibile”. Di fronte al consumo sempre più massiccio di prodotti ittici come salmoni o tonni, arriva un appello a privilegiare il pesce azzurro, quello tipico del Mediterraneo, con dimensioni più contenute e costituito soprattutto da alici, sardine, sgombri o aguglie. “Consumare pesce dal ciclo vitale breve”: è il primo appello degli esperti in tema di scelte di prodotti ittici.

Ciclo vitale breve, vuol dire pesci che maturano in un anno e mezzo o al massimo due, tempo che consente alle varie specie di riprodursi almeno una volta nell’arco della loro esistenza; ciclo vitale breve che, inoltre, evita al pesce che mangiamo di venire contaminato dai numerosi inquinanti presenti in mare. Ed a questo si può aggiungere anche un terzo motivo: il prezzo, che generalmente per il pesce azzurro è molto più contenuto”.  

Cari amici, quanto sopra è stato ribadito da Silvio Greco, biologo marino, docente di “Produzioni animali” presso l’Università delle Scienze Gastronomiche di Pollenzo–Bra, già dirigente di ricerca dell’Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale), membro della Commissione Oceanografica Italiana e responsabile scientifico di Slow Fish. Greco ha anche aggiunto: “Il mio invito è quello di preservare il mare, consentire alle specie che lo popolano di riprodursi secondo ritmi più naturali e possibilmente in maniera che non facciano neppure male a chi le consuma, ossia noi”. Parole sagge!

Amici, credo che la strada indicataci sia proprio quella giusta!

A domani.

Mario

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