Oristano 20 settembre 2021
Cari amici,
Sul “Reddito di
Cittadinanza”, ho scritto già ampiamente su questo blog e, credetemi, non amo
ripetermi; tuttavia, quanto è stato portato a conoscenza dai giornali nei
giorni corsi, mi costringe ancora a farlo. Che le modalità di concessione di
questo “sostegno” fossero almeno in parte sbagliate, che questo aiuto non abbia
prodotto, per mille ragioni, lo scopo ampiamente propagandato di creare tanti
nuovi posti di lavoro, è cosa ben nota, e oggi ci accorgiamo che molti dei miliardi
spesi (si dice che siano stati spesi finora circa 20 miliardi di euro) hanno
oliato sistemi truffaldini piccoli e grandi.
La cosa che sfuggiva a
molti, però, era che ci fossero addirittura persone che riuscivano con astuzia
a percepire (essendo questo tipo di sostegno presente anche in altri Paesi
dell’UE), ben due Redditi di Cittadinanza! La fantasia italica, come ben
sappiamo, non ha confini, ma certamente questo increscioso fatto mette ancora di
più in evidenza la necessità di una severa revisione della concessione di
questo tipo di sostegno, con ben altre misure di sostegno e controllo. Ma
vediamo come si sono svolti i fatti recentemente venuti alla luce.
Tra i requisiti previsti
per la concessione del Reddito di cittadinanza c’è, oltre la difficoltà
economica, la residenza. La legge prevede che la residenza per ogni individuo sia una sola: si può avere, quindi, solo in un posto nel mondo (tutte le altre sono chiamate
domicilio); su questa base, agevolazioni
o sussidi possono essere richiesti e ottenuti solo una volta. Ma, fatta la
legge, trovato l’inganno. Da tempo chi si trasferisce all'estero è obbligato ad
iscrivere la propria residenza all'AIRE (l'Anagrafe degli Italiani
Residenti all'Estero), un adempimento che ovviamente comporta la
cancellazione della residenza nel Comune italiano.
Ed ecco la prima falla
che ha fatto scattare la truffa. L'iscrizione all'AIRE, anche se risulta obbligatoria,
deve essere comunicata dall'interessato, e il fatto curioso è che quest’obbligo
non solo non è soggetto a controlli, ma addirittura il suo inadempimento non comporta
sanzioni! Ed ecco, a questo punto, scattare la truffa. Gli intelligenti "furbetti", possibili percettori del Reddito di Cittadinanza, hanno aguzzato l'ingegno: "se nessuno controlla e non ho sanzioni
perché devo dichiarare che ho spostato la residenza all'estero, in Belgio, per esempio?", alcuni hanno pensato.
Ed ecco concretizzata la truffa. Questi
furbetti, come è stato scoperto nel Meridione, a partire dalla Sicilia, una
volta trasferiti all’estero e aver acquisito la residenza in Belgio, per
esempio (Paese che concede ugualmente il Reddito di sostegno), non comunicando
in Italia l’abbandono della residenza, risultano residenti sia in Italia che in
Belgio. Non essendo, entrambi i Paesi, a conoscenza della doppia illegittima
residenza del soggetto, questi riesce così a percepire i due redditi: uno in Italia e uno in Belgio! In questo
modo questi soggetti truffaldini riescono ad accumulare più di 2mila euro al mese: niente
male per vivere senza fare nulla!
A maggior chiarimento,
riporto quanto ha pubblicato “La Repubblica”, che ha intervistato uno di questi
“furbetti”, Francesco, siciliano di 24 anni (credo sia un nome di fantasia), che ha
così dichiarato: "Ce ne sono migliaia di siciliani che fanno in questo
modo, non sarò il primo né l'ultimo; in Sicilia facevo dei lavoretti in
nero, il muratore, il cameriere, il magazziniere, ciò che capitava, riuscendo a
percepire il reddito di cittadinanza. Ho una famiglia da sfamare, devo arrivare
a fine mese. Poi l'idea, confidata da un mio cugino alla lontana che viveva a
Liegi in Belgio, dove si percepisce ugualmente il reddito di cittadinanza. Mi è bastato raggiungerlo lì. Quando a giugno del 2020 è tornata la possibilità di
viaggiare è stata la prima cosa che ho fatto e già dopo alcuni mesi avevo il
sussidio belga, continuando a mantenere quello italiano. Come me ce ne sono tanti
altri in giro per il Belgio e tanti altri anche in Germania".
Cari amici, in Italia
queste "nuove truffe" si aggiungono alle tante già rese note e che continuano a
succhiare come un'idrovora i soldi delle tasse pagate da chi lavora. Su quest’ultima “truffa” vorrei
aggiungere solo una cosa: come si fa ad avere delle falle così macroscopiche nella
nostra legislazione? Come si fa a non responsabilizzare i Comuni dei percettori
del Reddito di Cittadinanza, obbligandoli a controllare i soggetti beneficiari e chiedendo loro anche di
dare un modesto contributo di prestazione? Se vogliamo continuare a prendere in giro i lavoratori che pagano le tasse, sui quali grava l'enorme, miliardario esborso, continuiamo pure così!!!
A domani.
Mario
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