Oristano 15 settembre 2021
Cari amici,
Oggi voglio parlare con
Voi di un albero curioso, comunemente detto “L’albero della manna”,
anche se in realtà non ha nulla a che vedere con quella “Manna” che Dio mandò
per salvare gli Ebrei nel deserto, dopo la fuga dall’Egitto. A questo proposito
alcuni studiosi, per cercare di chiarire “cosa fosse” la manna dell’episodio
biblico, hanno ipotizzato che si sia trattato di un lichene del genere Lecanora, il
quale, rinsecchito dal sole, viene trasportato dal vento e ricade a terra sotto
forma di scaglie biancastre commestibili. Per altri studiosi, invece, la
biblica “Manna” era il prodotto della puntura di un insetto, il Coccus
manniparus, sui rami e sul fusto di una tamerice, la Tamarix gallica, varietà
mannifera, molto diffusa nel Sinai.
Tornando alla manna di cui voglio parlarvi oggi, prodotta dal Fraxinus ornus, c’è da dire che questa pianta, che
appartiene alla famiglia delle Oleaceae (più nota come Orniello o Orno), è di dimensioni abbastanza modeste (può arrivare a 7-10 m di altezza), ha la tipica corteccia liscia e
grigio chiara, ed è diffusa nell'Europa meridionale e nell'Asia minore. Chi la
coltiva, spesso la tiene bassa, potandola per praticità ad arbusto. Le foglie del
frassino minore sono caduche ed opposte, composte e imparipennate, con 7
foglioline a margine intero. I fiori, riuniti in dense infiorescenze terminali
o ascellari, sono piccoli, bianchi e molto profumati; a differenza del frassino
maggiore, si sviluppano dopo la emissione delle foglie. I frutti sono piccole
samare (frutti secchi alati) pendule, allungate e compresse.
In Italia quest’albero è
comunissimo in tutta la penisola, dalla fascia prealpina del Carso, fino ai
laghi lombardi; è presente nelle valli principali fino al cuore delle Alpi
risalendo le pendici montane fin verso i 1000 m di quota al nord e i 1500 m al
sud. Nella pianura padana è quasi assente, mentre è tornato a popolare gli
Appennini. Specie piuttosto termofila e xerofila preferisce le zone di pendio
alle vallette ombrose e fresche. In Sicilia si spinge fino ai 1.400 m di
altitudine. Cresce principalmente in boschi e foreste in associazione a varie
latifoglie, come quercia e carpino (Ostrya carpinifolia), ed è formidabile nel ri-colonizzare
le zone forestali in cui è avvenuto un incendio o un precedente vecchio
rimboschimento, mostrando elevata rusticità.
La coltivazione del frassino
da manna o orniello in Italia è di antica tradizione, forse risalente alla
dominazione araba del X secolo; viene menzionata in un documento del 1080
rinvenuto a Messina, in quel Meridione d’Italia dove fino agli anni Cinquanta
sul mestiere del frassinicoltore ci si poteva campare… (anche se oggi questo
prodotto di nicchia sta facendo pensare concretamente ad un recupero). Le
varietà più ricche di manna sono la rotundifolia e la garganica.
L'orniello è una specie abbastanza
interessante per la silvicoltura, in quanto può essere considerata una specie
pioniera, resistente a condizioni climatiche difficili, adatta quindi al
rimboschimento di terreni aridi e siccitosi. Viene coltivato in Sicilia e
Calabria per la produzione della manna, in Toscana nei vigneti viene
frequentemente utilizzata come sostegno ai filari di vite. Si moltiplica
facilmente con la semina.
Considerata la sua bellezza
e il portamento, l’orniello viene coltivato anche come pianta ornamentale in
parchi e giardini di grandi dimensioni, anche su terreni secchi e poco profondi,
oltre che come pianta officinale e medicinale,
in particolare mediante l'estrazione della manna dalla corteccia. Le
foglie si utilizzano come foraggio per il bestiame, in zone povere di pascoli.
Anche il legname ricavato è di buon utilizzo: è abbastanza duro, di colore bruno
chiaro, ha gli anelli scarsamente visibili e provvisti di grossi vasi nella
zona primaverile; insomma, è elastico e resistente, facilmente lavorabile. Viene
utilizzato industrialmente per la produzione di mobilio, per attrezzi vari, per
lavori al tornio e come ottimo combustibile.
Per ottenere la manna, si
incidono i rami e i fusti giovani dell’orniello; dalle incisioni sgorga una
sostanza giallastra, zuccherina, che si rapprende all’aria. In commercio questa
sostanza va sotto il nome di “manna di frassino”, usata nell'industria
dolciaria, ma anche come blando lassativo (è la mannite, che molti di noi di una certa età ricordano). La manna dell’orniello contiene mannite (D-mannitolo), glucosio e
altri zuccheri, una resina e acido citrico. Inoltre, l’infuso delle foglie ha un’azione
lassativa e rinfrescante, ed il succo fresco viene ritenuto febbrifugo e
antinfiammatorio. Le foglie secche e triturate e i frutti posti in infuso in
acqua bollente forniscono il tè di frassino. Le foglie fermentate con acqua e
saccarosio servono per preparare bevande alcoliche. Insomma, una pianta che ci regala molte sostanze utili al nostro organismo!
Cari amici, non sarà la
manna di biblica memoria, ma l’albero della manna interessante e utile lo è davvero!
A domani.
Mario
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