giovedì, settembre 16, 2021

UN'IDEA GENIALE PER RICREARE IL BOSCO DOPO GLI INCENDI: UTILIZZARE LE “SEED BOMBS”. ACCELERANO IL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE DEL SUOLO E LIMITANO I POSSIBILI DANNI DA ALLUVIONE.


Oristano 16 settembre 2021

Cari amici,

Nelle mie quotidiane scorribande su Internet, sul sito “PRO SU MONTIFERRU” sono rimasto colpito da alcuni scritti. “Il Montiferru è la nostra casa, la nostra terra, la nostra vita. Ricostruiamolo, tutti insieme”. Parole toccanti, forti, forse anche capaci di smuovere quelle pesanti rocce della burocrazia, che tutto rallenta e tutto ferma. Poi seguiva questo poetico scritto: “Esiste un territorio, in Sardegna, dove la montagna respira piano. Un pulsare calmo, sino alla costa. È un posto di verde, di acqua, di fresco. È la terra del Montiferru. Dove lecci, olivastri, querce accarezzano la roccia. Dove ruscelli, fonti, cascate abbracciano il mare. Dove l’olio incanta, il cicaleccio culla e l’aria cura”.

L’autore (o gli autori) hanno poi aggiunto, ricordando il terribile incendio: “La montagna inizia a soffocare. In poche ore diventa un paesaggio di nero, di fiamme, di cenere. Tre giorni di incendi. L’alito bollente dello scirocco gonfia la furia del fuoco: avvolge il bosco, le case, il litorale. Una processione triste di canadair e elicotteri rimbomba sul cielo rosso. A terra alberi e animali, sacrifici e futuro, affetti e lavoro si trasformano in polvere. Valigie riempite senza tempo del necessario e di ricordi: si lasciano le case, con la paura e il dolore nel cuore. Solo lacrime, disperazione, silenzio. Distruzione assoluta”. Parole terribili, che non hanno bisogno di commenti.

L’autore-poeta, poi, invita il lettore con queste toccanti parole: “Poi il fumo soffia via: è il momento di rialzarsi, subito. Il Montiferru è la nostra casa, la nostra terra, la nostra vita. RICOSTRUIAMOLO, TUTTI ASSIEME”. Si, amici, ricostruire è un dovere di tutti, nessuno escluso. C’è tempo per cercare gli autori del disastro e attribuire le colpe, non solo di chi ha bruciato ma anche di chi poco o nulla ha fatto perché il danno non raggiungesse livelli di devastazione così elevata. Ora è, invece, il tempo di rimboccarsi le maniche e senza perdere tempo iniziare a ricostruire.

Amici, ricostruire un bosco non è come sostituire un’auto che si è bruciata, in quanto in tempi brevi è pronta una nuova e il problema è risolto. Ripristinare un bosco significa attendere tempi lunghi, significa seguire i ritmi che la natura da millenni detta: un albero per diventare grande ha bisogno di anni, di lustri e spesso decenni. Ma il lavoro di ricostruzione va iniziato immediatamente, prima che al danno immediato se ne aggiungano altri, derivanti dalle piogge e dal dilavamento del terreno, ormai privo di quella vegetazione andata bruciata. Quindi gli interventi vanno fatti in diverse tappe. La prima tappa  è la ricostruzione del prato e della macchia (lentischio, mirto, corbezzolo, etc.), che impiegano tempi relativamente brevi a crescere. Poi verrà il resto.

Su come realizzare la prima fase, un’idea geniale è sicuramente quella di usare, prima delle piogge autunnali, le “SEED BOMBS”. È questo un termine straniero che sta ad indicare delle belle palline di creta contenenti un pugno di semi. Le Seed Bombs in realtà altro non sono che “bombe di semi”, capaci, opportunamente “seminate” nei terreni spogli o colpiti da incendio, di ricreare in tempi brevi la vegetazione (la macchia), consolidando e fermando anche i terreni scoscesi incendiati, evitando quindi le possibili frane. Allora vediamole meglio, scoprendo insieme come sono fatte queste “bombe” e quale aiuto prezioso esse sono in grado di dare per la ricostruzione, in particolare, nel nostro Montiferru, per avere quanto prima il ripristino della macchia mediterranea devastata dai recenti, terribili incendi.

Le Seed Bombs sono state studiate come una forma veloce e pratica di coltivazione, dove si ha necessità di connubio tra rapidità e azione. Le bombe di semi, infatti, possono essere scagliate in qualsiasi luogo, avendo un’alta probabilità di germinazione, permettendo così di trasformare qualunque area grigia in una meravigliosa area verde ricca di vita, aiutando in questo modo anche la sopravvivenza delle preziosissime api, dei bombi e degli impollinatori, insetti pesantemente falcidiati dal fuoco degli incendi!

Queste 'palline di nuova vita' possono raggiungere i terreni in mille modi: lanciate a mano come in una semina, oppure, per aree vaste, sparse dall’alto con l’aiuto di un piccolo aereo che sorvola i terreni bruciati. All’interno della pallina-bomba c’è tutto il necessario perché i semi contenuti possano germinare, manca solo la presenza dell’acqua. Ognuna di queste “bombe”, infatti, è composta da un substrato, ovvero da argilla essiccata, mescolata a del buon compost, dove sono contenuti dei semi ad alta germinabilità delle piante autoctone scelte (nel Montiferru quelle prima menzionate), semi particolarmente selezionati, in modo da presentare una grande capacità germinativa.

Cari amici, la mia speranza è che quest’idea sia sposata da molti e realizzata quanto prima, perché consentirebbe certamente di iniziare subito la ricostruzione di quell’enorme patrimonio non solo boschivo, ma soprattutto ambientale, andato perduto.

A domani.

Mario

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