Oristano 19 agosto 2020
Cari amici,
D’estate ad aggredire la
nostra pelle (in particolare se non usiamo le debite precauzioni) non è solo il
sole che ci arrossa e può ustionarci, ma anche l’azione di insetti (come le api
e le vespe) e di diversi abitanti marini, come le fastidiose meduse e tracine.
Insomma, sia quando siamo stesi a prendere il sole in spiaggia, che una volta
immersi per rinfrescarci nell’acqua, i pericoli, spesso nascosti, non mancano!
Come ogni anno, puntualmente,
durante il canonico periodo delle ferie, questi piccoli disturbatori del nostro
riposo si mettono in agguato per dare una bella botta al nostro periodo di
riposo. Il problema non è da sottovalutare, in quanto in alcuni casi certe punture
sono in grado anche di rovinarci sul serio l’estate. Ecco allora la necessità
di una corretta informazione, utile in primo luogo come prevenzione, e, in caso
di puntura, per mettere subito in atto il rimedio più adatto. Proviamo a vedere
cosa consigliano gli specialisti.
Se quando siamo sdraiati
sul bagnasciuga sentiamo un pizzico forte sulle spalle, sulle gambe o braccia,
quasi certamente può essere una vespa, un’ape, o un calabrone. Di norma la
nostra reazione sarà quella di avere poco dopo un forte prurito e dolore, ma
salvo casi o patologie particolari, la puntura si sgonfia e regredisce da sola
in pochi giorni. Solo in casi abbastanza rari la reazione del nostro organismo
è più seria e può richiedere l'intervento del medico.
Cosa può fare dunque, chi
si trova punto da uno di questi insetti? Su Medical Facts (il magazine online
di informazione scientifica che si avvale della direzione scientifica del prof.
Roberto Burioni, Medico, Professore di Virologia all'Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano), la dottoressa Giorgia Protti, specialista di medicina
interna, spiega che in caso di punture di api e vespe il pungiglione e le
sacche velenose possono "rimanere attaccati alla cute". "In
questo caso bisogna rimuoverli il prima possibile, avendo cura di non
schiacciarli per non favorire la penetrazione del veleno".
Nei casi più lievi viene
suggerita un'applicazione di ghiaccio sulla puntura, o l'uso di antidolorifici
o antistaminici. Per i casi più gravi, quando la zona cutanea interessata è superiore
ai 10 cm, "la terapia è sostanzialmente sintomatica, ma si può
considerare l'assunzione di farmaci cortisonici per 3-5 giorni". Nel
caso, invece, di una possibile reazione anafilattica, con evidente orticaria
diffusa, gonfiore delle mucose, difficoltà a respirare, nausea, vomito, dolore
addominale, è necessario agire rapidamente, perché la situazione si può aggravare velocemente; “se si dispone di adrenalina iniettabile - consiglia
la Dr.ssa Protti - bisogna somministrarla immediatamente a livello dei
muscoli anteriori-laterali della coscia. Fondamentale è cercare soccorso medico
il prima possibile".
Se mentre facciamo,
invece, la nostra solita nuotata sentiamo una dolorosa puntura, quasi
certamente si tratta di una tracina che, nascosta sotto la sabbia, colpisce
i bagnanti di solito ai piedi. In questo caso, spiega la Dr.ssa Mariangela
Elefante, medico della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina
Generale), sempre su Medical Facts, “è necessario mantenere la calma,
immergere la parte colpita in acqua calda per 30/90 minuti", con
l'acqua almeno a 45 gradi, poi "rimuovere eventuali spine con pinze e
non a mani nude e pulire bene la ferita con acqua. Sono assolutamente da
evitare rimedi fai da te come spegnere sigarette o urinare sulla ferita", chiarisce
la dottoressa.
Nel caso di punture di medusa,
invece, bisogna uscire subito dall'acqua ed evitare di grattarsi e di sfregare
la zona colpita. "La miglior misura è la prevenzione", spiega la
Dr.ssa Protti. Ad esempio, "È buona norma evitare di toccare a mani
nude le meduse 'spiaggiate' sul bagnasciuga", dice, sottolineando come
i "rimedi 'chimici' tradizionalmente usati" sono "spesso
fantasiosi: dall'aceto all'alcol, fino all'urina". "Purtroppo -
spiega - nessuno di questi composti è stato validato, anche per la
comprensibile difficoltà di eseguire studi clinici in tali circostanze". Nei
giorni successivi alla puntura, è necessario pulire regolarmente la zona
colpita ed eventualmente applicare antibiotici topici per prevenire infezioni.
Se non vi è pericolo di infezione, possono essere assunti farmaci
corticosteroidei o antinfiammatori per ridurre la reazione locale.
Cari amici, prestiamo grande
attenzione, dunque, nel nostro periodo di vacanza, perché i pericoli, purtroppo,
sono sempre in agguato e, se non stiamo attenti, dopo aver atteso con ansia e speranza questo felice periodo di riposo, possiamo vanificarlo per una stupida e dolorosa puntura…
A domani.
Mario
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