Oristano 23 agosto 2020
Cari amici,
La storia ci ha insegnato
che certe innovazioni, anche prese velocemente in quanto necessarie per
risolvere l’emergenza, si sono poi rivelate così utili e necessarie da restare
al loro posto anche ad emergenza finita. Credo che anche per il galoppante
avanzare dello “Smart Working” stia avvenendo la stessa cosa. Seppure
nota da tempo, la possibilità di effettuare determinati lavori da casa propria,
prima dello scatenarsi della pandemia del Coronavirus questa metodica era utilizzata
in percentuali molto modeste. Successivamente l’obbligatorio “Lockdown” ha incrementato
in modo notevole il suo uso per mera necessità, anche se un “ritorno” alla
situazione di prima appare ora difficile, se non addirittura impossibile.
In realtà i due sistemi
lavorativi (in azienda o da casa) non sono solo differenti dal punto di vista
tecnologico, ma implicano l’adozione di modifiche sostanziali, che vanno da un
profondo cambio di vita delle persone interessate ad un drastico cambio delle
dinamiche relazionali negli organigrammi aziendali. Tra colleghi, tra il
manager e il team che da lui dipende, si instaurano rapporti interpersonali
costanti, con numerosi scambi di idee, di confidenza e di reciproca fiducia.
Le dinamiche relazionali
sono una questione fondamentale nelle strutture aziendali. Nella vita svolta in
azienda le relazioni costanti tra colleghi col tempo si rafforzano, al punto da
dare vita a rapporti d’amicizia e di stima reciproca, basati su intimità,
confidenza, fiducia e reciprocità. Numerosi studi hanno dimostrato l’importanza
che riveste questo costante interscambio, sia tra colleghi che tra manager e team,
fatto di rapporti amichevoli durevoli nell'ambiente di lavoro, in quanto si ha bisogno
di costruire relazioni profonde che creano quel “senso di appartenenza” e di
identificazione con l’organizzazione per cui si lavora.
Tutto questo con l’avvento
dello smart working è cambiato in modo drastico. La virtualità e la distanza
fisica hanno comportato un netto cambiamento nelle precedenti dinamiche
relazionali e, dunque, nelle modalità con le quali i colleghi instaurano e
mantengono una relazione interpersonale. Insomma, questo innovativo modello di
lavoro, basato sullo sfruttamento delle più moderne tecnologie, ha comportato
cambiamenti tali da rivoluzionare i precedenti paradigmi tradizionali, oltre ad
una netta revisione dei processi aziendali.
A subire i cambiamenti
più importanti e determinanti è certamente il ruolo del manager.
Questa figura
dovrà reinventarsi un nuovo stile di leadership, capace di amministrare da
remoto una squadra invisibile, seppure operativa; un processo non facile, in
quanto il rapporto tra smart working e Relationship Management è un
ambito ancora poco esplorato, ma da approfondire quanto prima, in quanto la
crescente diffusione dello smart working pone i manager di fronte alla
necessità di comprendere in che modo questo innovativo modello di lavoro potrà influenzare
le dinamiche relazionali tra le persone.
Gli studi sul rapporto tra
smart working e Relationship Management proseguono senza sosta e, a questo
riguardo, sono interessanti i risultati dello studio di Beth Schinoff (Assistant
Professor of Management and Organization at the Carroll School of Management al
Boston College), condotto su un’azienda statunitense operante nel campo
dell’informatica. Dallo studio si è rilevato che gli smart workers partecipanti
alla ricerca riconoscevano il valore intrinseco dei rapporti di amicizia, e ritenevano
che la virtualità aveva modificato il processo attraverso il quale un rapporto
lavorativo con i colleghi si trasformava in una relazione di natura personale.
Cn lo smart working,
invece, vengono drasticamente limitate le occasioni per la condivisione
informale di esperienze di vita personale, fondamentali per garantire una
convergenza di valori e di interessi tra le persone. E anche il ricorso
frequente da parte di smart workers a comunicazioni via e-mail e messaggistica
istantanea, seppure utili non consentono di cogliere quel linguaggio “non
verbale” che invece risulta ben evidente in un’interazione dal vivo.
La ricerca portata avanti
dalla Schinoff ha individuato alcune soluzioni per superare queste criticità,
sottolineando il necessario coinvolgimento e partecipazione sia dei livelli
manageriali che dei lavoratori. Il ruolo svolto dai manager è indubbiamente cruciale,
in quanto essi creano le condizioni attraverso cui gli smart workers sono
spinti ad approfondire la conoscenza tra loro. Alcune pratiche includono l’organizzazione
periodica di incontri dal vivo, sia formali che informali, dal momento che gli
smart workers possono percepire disagio nel lavorare con colleghi con cui
interagiscono esclusivamente in remoto.
Al pari, i manager
dovrebbero rivedere l’organizzazione dei meeting virtuali, prevedendo un
apposito spazio di discussione libera prima e dopo l’incontro, stimolando i
partecipanti alla condivisione di informazioni ed esperienze personali. In
quest’ottica appare importante, nell’invio dei messaggi da remoto, aggiungere
seppure brevi messaggi personali (es. come stai?), dimostrando un sincero
interesse alla vita dei colleghi e, dall'altro, rivelare informazioni private
(es. scuola del figlio) evidenziando il desiderio di intraprendere una
relazione più intima.
La ricerca di Schinoff ha
dimostrato inoltre la necessità e l’importanza degli incontri dal vivo,
organizzati anche autonomamente dagli stessi smart workers. Questi riconoscono,
tuttavia, che non conta tanto la frequenza, quanto l’intensità e la capacità
empatica, affinché si possa sviluppare una relazione intima e personale con i
colleghi in remoto.
Cari amici, la storia ci
ha dimostrato che nulla resta fermo e che il “cambiamento” è il motore della
vita, che non consente immobilismi. In definitiva, con l’avvento dello smart
working, i cambiamenti nelle dinamiche relazionali innescati dalla virtualità dovranno
essere necessariamente rivisti e cavalcati con grande impegno dai manager, in
quanto le relazioni interpersonali rivestono un ruolo aziendale strategico, con
conseguenti ripercussioni positive anche a livello individuale.
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento