Oristano 25 agosto 2020
Cari amici,
Al momento il massiccio
arrivo negli Stati Uniti di un considerevole numero di strani pacchetti
provenienti dalla Cina (assolutamente non richiesti), appare proprio un vero
mistero! Migliaia di americani nei diversi Stati dell’Unione stanno ricevendo
per posta dei pacchetti contenenti dei semi. Sono pacchetti piccoli, tipo
quelli usati per l’invio di gioielli o giocattolini, ma dopo averli aperti i
destinatari si accorgono che essi contengono dei semi. È ovvio che chi li
riceve si pone il problema: non ho richiesto nulla, a che pro questo invio?
Tante le possibili
risposte. Un invito a rendere più verde l’ambiente, inviato da appassionati
ambientalisti? Oppure un tentativo di inquinamento dei suoli? O addirittura un
inizio di guerra biologica? Difficile anche stabilirne con certezza la nazione
di partenza: dalle scritte esterne, i semi sembrano provenire dalla Cina, o
forse anche dall'Uzbekistan, ma non vi è certezza. Inoltre l’invio di questi
semi non appare sporadico: cittadini americani dimoranti in 30 Stati, dal
Kansas, all’Arizona, dal Minnesota, a New York, sia agricoli ma anche urbani, li
hanno ricevuti. Ed è immediatamente scattato l’allarme, in quanto nessuno dei
riceventi aveva ordinato prodotti simili.
Le autorità agricole americane
si sono messe subito all’opera. La prima preoccupazione è che i semi, se
germogliassero, potrebbero dare origine a piante invasive, anche se le analisi
hanno rilevato che i semi arrivati appartengono a piante comuni, come fiori di
cosmo, rapanelli, soia, basilico, zucca, menta, salvia e cavolo. Ma chi dice
che non possano essere stati “inquinati” prima della spedizione? Potrebbero ospitare
dei patogeni sconosciuti, in grado di infettare le specie autoctone e che, in
mancanza di nemici, diventerebbero molto aggressivi, al punto di provocare la
temutissima distruzione dell’agricoltura americana. I complottisti hanno già
iniziato a pensare che si tratti di un intrigo cinese ai danni della sicurezza
americana.
La preoccupazione è forte
e i primi a preoccuparsi e a far scattare le indagini sono stati i diretti
interessati e i Dipartimenti d’Agricoltura dei vari Stati. Quello del Minnesota
è stato il primo ad aprire una mail arrest.the.pest@state.mn.us e a invitare i
cittadini a inviare informazioni su quanto ricevuto. Il Kansas ha ordinato di
non piantare assolutamente nessun granello, e neppure buttarli nella
spazzatura. Anche lo USDA (United States Department of Agriculture), il Dipartimento
generale agricolo americano, ha aperto una mail per ricevere le foto, ma invia
persino il personale a casa per ritirare i campioni. Verranno poi fatte delle
analisi per capire se il contenuto può danneggiare l’agricoltura o l’ambiente.
Le indagini hanno
ovviamente posto “ufficialmente” il problema alla Cina e all'Uzbekistan. Il
Ministero degli esteri cinese ha risposto, affermando che le etichette di
spedizione sui pacchetti di semi sono state contraffatte, e, per scoprirne la
reale provenienza, la Cina ha chiesto agli Stati Uniti di restituire i
pacchetti alle autorità cinesi per le indagini. L'Ambasciata dell'Uzbekistan a Washington, invece, per ora non ha espresso
alcun commento.
Il Better business
Bureau, un’organizzazione privata americana che promuove la fiducia nel
mercato, ha avvertito che potrebbe anche trattarsi di un meccanismo
commerciale, legato alle false recensioni: i truffatori spediscono pacchi
leggeri (poco costosi da spedire), come palline da ping pong e semi, a persone
che non hanno ordinato la merce. Lo fanno al fine di creare profili di clienti
falsi con nomi reali su siti di e-commerce e quindi creare false recensioni
positive per i loro prodotti e/o società.
Ma la maggiore preoccupazione
che sta emergendo è quella legata al protezionismo che gli Usa hanno nei confronti
dei propri prodotti alimentari. Ritengono infatti di avere le riserve di cibo
più abbondanti del pianeta e intendono mantenere questo primato. E le
proteggono con la stessa cura di un’arma strategica. Il cibo non è qualcosa di
superfluo: è la base dell’economia. Per
questo motivo il controllo su tutto quello che potrebbe turbare questa
ricchezza viene svolto in modo meticoloso. Quando si vola verso il continente è
consentito solo parzialmente portare frutta e verdure. Tutto dipende dalla
provenienza. E se non viene dichiarata, il viaggiatore rischia multe fino a 500
dollari. Anche i formaggi sono controllati.
Cari amici, Le relazioni
tra Washington e Pechino, come ben sappiamo, sono in uno stato di
conflittualità su più fronti. Una ricerca pubblicata dall’Istituto Chaoyang per
gli Studi finanziari dell’Università Renmin di Pechino ha rivelato che 62 su
100 ricercatori cinesi ritengono che ci siano i presupposti per una guerra
fredda contro la Cina e il 90% degli intervistati è altresì sicuro che Pechino
potrebbe reggere l’impatto di un’offensiva di tale genere da parte degli USA.
Le tensioni sono poi diventate particolarmente alte a seguito dello scoppio
della pandemia di coronavirus e la Casa Bianca che insiste sulle responsabilità
di Pechino per come ha gestito l’allarme.
Che l’invio dei semi non
richiesti possa far parte di questa sottile guerra? Potrebbe anche essere un’ipotesi
plausibile, non lontana dalla realtà…
A domani.
Mario
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