domenica, agosto 02, 2020

FORSE NON SAI CHE…COME RISOLVERE I PICCOLI PROBLEMI, CHE A VOLTE CI METTONO IN DIFFICOLTÀ.


Oristano 2 Agosto 2020
Cari amici,
D’estate viviamo molto di più all'aperto, meno vestiti, e certamente siamo portati a muoverci anche in ambienti meno noti e di cui spesso ignoriamo i pericoli. Dal mare alla montagna, dalla campagna ai luoghi poco frequentati, ci possiamo ritrovare anche ad aver bisogno di quei presìdi medici che se mancano ci creano anche seri problemi.  Ecco, allora, un piccolo compendio di consigli, ovvero dei semplici suggerimenti per risolvere situazioni a volte anche preoccupanti.
Al mare o in campagna preparando il barbecue, per esempio, piccole ferite e ustioni, come le possiamo trattare e curare? Sicuramente senza perdere la calma e con un pizzico di fantasia. Quanto alle ferite, bisogna distinguere, tra abrasioni, escoriazioni, ferite da punta, ferite da taglio, ferite lacere, ferite lacero-contuse. Le abrasioni, come spiegano medici e farmacisti, sono lesioni superficiali della pelle senza fuoriuscita di sangue, a differenza delle escoriazioni; le ferite da punta, come indica il nome, sono provocate da oggetti appuntiti; le ferite da taglio da oggetti taglienti con bordi regolari e le ferite lacere da oggetti taglienti con bordi irregolari e a volte scollati; le ferite lacero-contuse, infine, sono quelle che presentano anche una contusione, provocata da oggetti taglienti con bordi irregolari.
Ci sono poi le emorragie, che sono causate dalla lesione di un vaso sanguigno, capillare, vena o arteria. A seconda del vaso reciso, l’emorragia è classificata come capillare, arteriosa o venosa. Nella prima il sangue, che è di colore rosso vivo, “si raccoglie lentamente nella ferita in piccola quantità”. Nella seconda il sangue, ricco di ossigeno e di colore rosso vivo, “fuoriesce con getto evidente e intermittente in sincronia con il battito cardiaco”. Nella terza, infine, il sangue, che è di colore rosso scuro, “fuoriesce con un getto che può essere abbondante ma debole, con scarsa pressione”. In caso di forte emorragia è necessario rivolgersi a un Pronto Soccorso.
Tra i rischi delle lesioni cutanee c’è il tetano, un’infezione dannosa per il sistema nervoso causata da una tossina del batterio Chlostridium tetani. È credenza comune che sia la ruggine a causarlo, come quella di un vecchio chiodo o di un filo spinato, ma non è proprio la ruggine! Come spiegano all’Istituto Superiore della Sanità parlando del Chlostridium tetani: “Le spore del pericoloso batterio sono presenti in quantità particolarmente elevate nelle feci degli animali, soprattutto degli equini, e conseguentemente nella terra, quindi in campagna e nei giardini. Il filo spinato arrugginito, perciò, è pericoloso solo in quanto può contaminarsi facilmente, ma i graffi con le spine delle rose o di altre piante che crescono nella terra, e in generale con qualunque oggetto sporco, sono altrettanto pericolosi”.
L’unica arma contro il tetano è il vaccino. Il trattamento antitetanico deve essere eseguito entro 24 ore dall’incidente, come può essere il contatto con oggetti sporchi e arrugginiti o con la terra e l’asfalto. Dopo la pulizia e la disinfezione della ferita, spiegano ancora gli esperti, in caso di incertezza sulla precedente vaccinazione, è necessario, su indicazione medica, ripeterla, insieme all’inoculazione di immunoglobine antitetaniche.
Se siamo al mare, un aiuto per la guarigione delle piccole ferite ce lo può dare anche l’acqua di mare, grazie ai suoi sali minerali, purché non contaminata da batteri e sostanze chimiche; se di buona qualità, infatti, l’acqua marina, contrariamente a quanto si pensa, non macera le ferite ma le disinfetta, eliminando le impurità. Un altro consiglio è quello di controllare sempre le ferite; se dopo qualche giorno dalla medicazione appare arrossamento, gonfiore, calore nella zona circostante la lesione, se si sente dolore o bruciore con molta probabilità c’è un’infezione ed a questo punto si rende necessario rivolgersi al medico che prescriverà la terapia specifica più idonea che potrebbe anche includere la somministrazione di antibiotici.
Tipiche del periodo estivo al mare sono anche le ustioni e le scottature da una cattiva esposizione, per cui è necessario proteggersi con le apposite creme. Inutile usare, per esempio, quelle dell’anno prima: le creme solari, come spiega sempre l’ISSalute, hanno generalmente un periodo di validità dopo l’apertura, cioè di norma 12 mesi. Nelle confezioni c’è scritto il periodo di tempo entro il quale un prodotto può essere utilizzato dopo l’apertura, anche se apparentemente l’odore, l’aspetto e la consistenza non sono cambiati.
Cari amici, avere cura del proprio corpo significa evitare problematiche che, a volte, da semplici possono diventare anche complicate e capaci di crearci dei problemi davvero seri. Con un po’ di accortezza possiamo certamente porvi rimedio e godere di un periodo di riposo e di vacanze sereno e rilassante.
A domani.
Mario



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